Ha destato sorpresa l’annuncio del lancio di un’Opa, qualche giorno fa, da parte del Monte dei Paschi di Siena verso Mediobanca, la mitica banca di Cuccia, il tesoriere dei vecchio capitalismo familiare italiano che ha tenuto le fila della finanza e anche si qualcos’altro durante tutta la Prima Repubblica. Ha destato sorpresa anche perchè ha lanciare l’operazione finanziaria è stata una Banca per decenni protagonista anche della vita politica oltre che economica italiana e del Centro Italia in particolare, ma che qualche anno fa è stata salvata dalla crisi da un intervento dello Stato, dopo la decapitazione dei vertici ed anche qualche corollario giudiziario.
Molto probabilmente si tratta del tentativo di creare dimensioni adeguate nel nostro piccolo mondo delle aziende di credito, rispetto ai processi di concentrazione su scala mondiale ed europea, che in questo caso sembra sostenuto dal Governo Meloni e dal Ministro Giorgetti.
Ma anche in Toscana e nel Senese dove il Monte è stata storicamente, ed in parte ancora lo è, una istituzione fondamentale, ci sono stati delle reazioni interessanti che vanno segnalate. In particolare vorremmo segnalare quella di Agnese Carletti, una figura più che emergente della Toscana a noi confinante. La Carletti è sindaco di San Casciano ed ha gestito e sta gestendo magistralmente i rinvenimenti storici del “Santuario Ritrovato” ed è anche Presidente della Provincia di Siena. Per la Carletti è importante seguire questa operazione per tutelare il rapporto della bamca con il territorio di origine ed in particolare con la presenza e lòa professionalità dei dipendenti.
Ad intervenire è stato anche Stefano Scaramelli, attualmente vice presidente del Consiglio Regionale toscano, capogruppo di Italia Viva, già sindaco di Chiusi, prima di Bettollini e Sonnini. Scaramelli, come è nel suo carattere l’ha sparata un po’ alta, ma è il modo in cui hanno letto la notizia molti toscani, con un po’ di orgoglio e nostalgia, “Il Monte è tornato a fare il Monte” è il titolo di un suo intervento, in cui sottolinea il ruolo storico e quello potenzialmente futuro di Piazza Salimbeni.
Anche noi seguiremo questa vicenda, come seguiremo quella delle Terme di Chianciano, del Santuario Ritrovato o della fermata dell’Alta Velocità. Perchè è roba anche nostra. Roba intesa come futuro. (g.f)