Home Argomenti Arte e Cultura “Storia di Roma”. Un’intervista prima della presentazione

“Storia di Roma”. Un’intervista prima della presentazione

Condividi

In attesa della presentazione del primo volume del libro “Storia di Roma” di Paolo Scaldaletti in programma il 2 dicembre a Città della Pieve, pubblichiamo una intervista apparsa su “Fattitaliani” che serve a conoscere meglio l’autore, più volte ospite della Libuni e cittadino pievese d’adozione, insieme ad alcune note sul libro. (n.d.r)

Protagonista di oggi della rubrica “Segnalibro” è lo scrittore e giornalista Paolo Scandaletti che qualche giorno fa ha pubblicato il primo volume della “Storia di Roma. Dalle origini alla caduta dell’Impero” (Casa editrice: Edizioni Biblioteca dell’Immagine, pag: 348, € 14). Stasera ci sarà la presentazione del volume alla Libreria Feltrinelli Galleria A. Sordi, 33 di Roma. Intervengono con l’autore Paolo Conti (Corriere della Sera) e Francesco Caringella (Presidente sezione del Consiglio di Stato). L’intervista di Fattitaliani.

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?

La recente biografia di Michelangelo e l’ultimo di Andrea Vitali.

L’ultimo “grande” libro che ha letto?

LA STORIA del Corriere della Sera diretta da Alessandro Barbero. Autori giovani e d’ambito internazionale, attenti alle società.

Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro? 

Le buone recensioni,  l’opinione valida e affidabile di qualche amico.

Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?

I Vicerè di De Roberto, grande affresco storico.

Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità?

La saggistica che aiuta a conoscere e a capire gli uomini e i Paesi del mondo in cui viviamo. E quale futuro c’aspetta.

Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente?

Le interviste ai personaggi d’attualità perché ci fanno comprendere di che pasta son fatti, come si muovono e a cosa ambiscono. Se s’interessano agli altri.

L’ultimo libro che l’ha fatta sorridere/ridere?

Di Andrea Vitali Bello elegante e con la fede al dito. Autore che mi è assai simpatico. Trasferisce nella sua narrativa “datata” le persone che ci vivono intorno, con brevi sapienti tratti da grande impressionista.

L’ultimo libro che l’ha fatta commuovere/piangere?

Veramente non ricordo…lacrime.

L’ultimo libro che l’ha fatta arrabbiare?

Questi li evito proprio.

Quale versione cinematografica di un libro l’ha soddisfatta?

Raramente si riesce a trasferire sullo schermo i grandi libri. Le rispettive specificità, di crescente livello, per forza di cose li allontanano. Con L’età dell’innocenza c’è riuscito Martin Scorsese.

Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?

I fumetti di Alan Ford. L’ispiratore omonimo, il grande diplomatico americano,  frequentava la nostra casa a Città della Pieve, abitandoci accanto.

Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l’antagonista?

In riferimento alla mia Storia di Roma, ma anche più in generale, direi l’imperatore Adriano magicamente raccontato dalla Yourcenar; e per contro Pompeo Magno e le sue smanie di potere

Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?

Per scambiare opinioni ed esperienze, chiamerei Claudio Magris e Carlo Sgorlon, Dacia Maraini e Federico Moccia.

Ricorda l’ultimo libro che non è riuscito a finire?

L’Ulisse di Joyce. In una nuova traduzione, troppo difficile.

Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?

Le biografie degli altri le scrivo. Non credo indispensabile la mia…

Possibile trovare qualcosa di lei in “Storia di Roma”?

Simpatia per qualche grande personaggio e curiosità per la vita quotidiana di allora. Giovanni Zambito.

©Riproduzione riservata

IL LIBRO

Nella storia dell’umanità non c’è esempio di pari grandezza, splendore e decadenza come gli undici secoli della Roma antica. Al di là del mito felice, su quei sette colli è stata scritta la storia di una Città-Stato del tutto inedita e lungimirante, capace di aggregare i Popoli conquistati per farli concittadini nel nome del suo diritto.

Nel I secolo a.C. è già una Metropoli, interlocutrice di Alessandria e Cartagine, di Antiochia e Atene; la pace di Augusto viene salutata con gioia in Occidente come in Oriente. Roma è la capitale politica e culturale del mondo di allora. Qui giungono i potenti e gli uomini d’affari, i filosofi e i letterati. Qui approdano Paolo e Pietro, si radica e fiorisce quel Cristianesimo che, con la sua visione dell’uomo e del mondo, promuove l’altruismo e la buona vita. Roma avveduta, con Costantino unifica i due mondi. Agostino, Ambrogio e Girolamo delineano la nuova fede e la città dell’uomo. Così a tanti e diversi popoli offre una nuova patria, l’Urbe diventa Orbe. Crescita territoriale e romanizzazione fatta in punta di lancia, ma anche estendendo i vantaggi di un’ambita cittadinanza o della sua amicizia. Mette a capo delle legioni personaggi dell’élite cittadina, spesso educati in casa da precettori greci e attivi nei circoli culturali, ma senza la pretesa di possedere e imporre una cultura. Tito Livio, nella sua storia dell’epopea romana, ammonirà: l’Impero dura finché i sudditi vi si trovano bene. Oltre le grandi vie, gli eserciti e le leggi, per unificare i territori e diventare caput mundi, Roma ha usato la lingua latina e la cultura che esprimeva. Con queste intuizioni è stata il cuore e il crogiolo dell’Europa che viviamo. Questa cultura è diventata patrimonio dell’umanità.

L’assetto politico statuale dell’Impero venne spazzato via dalla discesa dei barbari. Ma Roma ci aveva già messo tanto di suo per accelerare il declino: il mancato inserimento dei Popoli germanici, la corruzione interna, il prevaricante egoismo di un’aristocrazia esanime, le famiglie senza figli, l’esercito in mano agli stranieri, il trasferimento della leadership con Costantino a Bisanzio (oggi Istanbul), l’ultimo tentativo di Diocleziano. È la fine dell’Impero. E di quella Roma davvero grande.

Viviamo tempi complessi, frenetici e confusi; spesso ci dimentichiamo da dove arriviamo e come eravamo, ora, con questa collana gli Autori ambiscono a raccontarci le storie più significative ed interessanti delle città, grandi e piccole ma conosciute e ben frequentate. Storie che partono dalle origini e giungono ai nostri giorni, indicando le prospettive di ulteriore sviluppo. Questo volume è dedicato alla storia di Roma dalle origini fino alla fine dell’Impero e ci racconta le vicende istituzionali e politiche, delle migrazioni e delle battaglie, l’economia e i commerci; ma anche la cultura e l’arte, la musica e il bel vivere, i palazzi e i musei della città. Racconti focalizzati però sugli attori di quelle storie, facendoli rivivere coi loro pregi e difetti; uomini sul proscenio e donne in seconda fila (spesso soltanto apparente), usi costumi e cibi, burocrazia, associazionismo e solidarietà, prepotenze e terrorismi. 

L’AUTORE

Paolo Scandaletti ha pubblicato una trentina di libri, alcuni tradotti e premiati. Comprese le biografie di Antonio da Padova, Galileo Galilei, Gaspara Stampa, Chiara d’Assisi e Ottavio Missoni. Da giornalista ha lavorato nei quotidiani e alla Rai, ha avviato “Pordenonelegge” e curato il progetto “Rileggiamo la Grande Guerra”. Ha insegnato Storia del giornalismo e della comunicazione nelle Università di Chieti, Napoli e Roma; fondato e diretto la rivista “DESK”. Con la stessa casa editrice sono uscite Storia dell’Istria e della Dalmazia, Storia di Aquileia e di Grado, Storia di Venezia e Storia del Vaticano.