Home Argomenti Ambiente “Ho 7 vite. Fatemi vivere bene almeno una!”

“Ho 7 vite. Fatemi vivere bene almeno una!”

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A Chianciano sono stati distribuiti volantini per informare la cittadinanza che in base ad un Regolamento della Polizia Urbana è fatto divieto a chiunque di somministrare cibo ad animali randagi nell’ambito del centro abitato. E questo per salvaguardare il decoro urbano. Magari questo provvedimento risulta necessario affinché non si formino colonie di gatti e cani randagi. Io non sono particolarmente “animalista” oppure un paladino di assurdi complottismi circa “l’antropocentrismo”. Semplicemente credo che ci siamo noi nel mondo e ci sono gli animali. Entrambi abbiamo diritto a viverci secondo le regole naturali che ci hanno portati (sia noi che gli animali) a perpetrarci fino a questo momento.

Non simpatizzo affatto con chi umanizza gli animali fino a festeggiare offensivi compleanni. Poi psicologi per cani, ristoranti per cani ecc. Fatta questa premessa, appresa la notizia sono ritornato con la mente a uno o due anni fa quando in una città del nord Italia, le panchine dei giardini pubblici furono fornite di una sorta di braccioli ai lati ed al centro, affinché i senza tetto si arrangiassero altrove, senza turbare il decoro urbano. “Accidenti” pensai, uno non ha praticamente nulla e tanto si ostinano a negargli perfino una parvenza di, come vogliamo chiamarla la possibilità di dormire su di una panchina? Come se non bastasse fuori ai portoni delle chiese fu montata una specie di inferriata così che, quelli che erano stati emarginati dalla società non avrebbero trovato posto nemmeno nelle misericordiose braccia di Nostro Signore. Forse quei provvedimenti, se mai attuati, andavano sanciti solo in seguito all’aver creato una sistemazione per i senza fissa dimora.

Ora mi si dirà che non bisogna paragonare uomini e animali, oppure non c’è attinenza tra i due ragionamenti. Ma a me sembrano simili. Prima di siffatti provvedimenti vanno stabilite regole a monte del problema. Regole fatte di sterilizzazioni, di centri, presidi veterinari, piccoli spazi dove poter gestire il problema (anche con volontari) del randagismo e in ultimo si può anche vietare di dar da mangiare ai cani e gatti. Come dire il problema lo risolviamo, lo minimizziamo e le “gattare-canare” possono andare al centro veterinario e occuparsi dei loro cari animali, portargli da mangiare, interessarsi per adozioni. Sennò invece di non farli mangiare, ammazziamoli direttamente e si fa prima. Poi proseguendo di questo passo…anche tutti questi migranti…dovrebbe essere semplice eliminarli perché anche loro non sono consoni al decoro urbano…

Nunzio Dell’Annunziata