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Pieve di Tutti ” I Nominati”

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“È prassi comune di questa Amministrazione istituire tavoli di lavoro su varie questioni: sport o commercio o urbanistica e viabilità o barriere architettoniche. La funzione di questi tavoli non è chiarissima: in alcuni casi sembra consultiva e in altri più istruttoria. Insomma vengono formati tavoli il cui fine è di ascoltare bisogni, altri il cui fine è proporre soluzioni, altri il cui fine è addirittura censire, analizzare e programmare.

Questa metodologia pone due questioni. Con quale criterio sono scelte le persone che formano i tavoli? Qual è il rapporto con gli organi previsti e disciplinati dai regolamenti Comunali e dallo Statuto del Consiglio?

Per quanto riguarda il primo quesito la risposta è che non c’è un criterio esatto per la scelta dei componenti. Essi infatti sono nominati dal Sindaco in base ad una personalissima valutazione. Essi formano un gruppo ristretto e rappresentano quindi uno spaccato ristretto della società cittadina. Non intendiamo assolutamente discutere i meriti dei prescelti, che indubbiamente ne hanno sotto molti aspetti, ma sono comunque stati prescelti in modo individualistico. Risponde, questo criterio, al principio della democrazia partecipata? Credo che in questo senso ci sia poco di democratico e poco di partecipato, se per democrazia intendiamo scelta di popolo e se per partecipazione intendiamo confronto continuo, e più ampio possibile,  attraverso assemblee o forme innovative e tecnologiche di raccolta di istanze e proposte.

C’è poi il rapporto con gli organi che sono consultivi e istruttori secondo quanto previsto dallo Statuto Consigliare, e cioè le commissioni. La creazione di tavoli di lavoro costituisce una differenziazione che può diventare separazione. Nella democrazia delegata le commissioni sono organismi di maggioranza e minoranza, e quindi di rappresentanza generale, che hanno il dovere/diritto di lavorare ai problemi con apporti precisi. Ora le commissioni vengono riunite poco o per niente e generalmente per rivedere regolamenti o bilanci. Pochi sono gli spazi di studio, di analisi, di progettualità. Non sarebbe più giusto muovere dalle Commissioni e allargare la visione, invece che sottrarre al Consiglio Comunale il ruolo che gli è proprio? In questo senso c’è uno svilimento delle Istituzioni, ancora una volta sopraffatte da consultazioni adatte  più a creare un clima di falsa partecipazione che altro.

Questa contraddizione è emersa in molte occasioni e fa sorgere il dubbio che tali tavoli siano forme di ricerca e costruzione di consenso, più che di lavoro utile alla comunità, e che siano strumenti che aiutano l’Amministrazione a gestire le proprie attività laddove non riesce con i propri mezzi. Forse un modo per spartire responsabilità di scelta laddove le scelte possono risultare difficili? Ma il lavoro politico amministrativo è fatto di scelte che non possono essere delegate. Insomma, c’è confusione. Soprattutto c’è povertà progettuale amministrativa e mancato coinvolgimento generale nel rispetto delle regole della struttura democratica.”

da pieveditutti.it

*la foto di copertina è di Ilario Balestro