A distanza di poco più di un mese lunare, periodo di tempo che corrisponde a una rivoluzione completa della Luna attorno alla Terra, in un altro “teatro”, l’Estra Forum di Chiusi, seppur con modalità e finalità diverse, il celebre ritornello, è divenuto un piccolo coro per Francesco Gravaghi, guardia dell’Umana San Giobbe Chiusi.
Un ragazzo, il classe 2003, per 195 cm di altezza, arrivato nella città di Porsenna in punta di piedi, ma che, match dopo match, sta dimostrando delle qualità cestistiche assai rare per un giocatore di Serie B1.
Lo scorso luglio, giunse al Palapania da giocatore che non aveva mai militato nella categoria nazionale, ad esclusione di una parentesi con l’Urania. Un più che discreto pedigree giovanile, con gli albori alla mitica Olimpia Milano e i 22 punti di media per gara nell’under 18 di Eccellenza, ma con tutto da dimostrare tra i ‘grandi.’
Un grave infortunio lo aveva messo fuori causa praticamente per una stagione intera, ma l’intuizione di Matteo Martini e Giuseppe Trettel, è risultata vincente nel lanciarlo in maglia bianco rossa.
Un sesto uomo di lusso, per ora, un giocatore che garantisce 11.5 punti di media e quasi 4 rimbalzi a partita, con una crescita esponenziale nelle statistiche.
55% da due punti, 84% dalla “linea della carità”, ma sopratutto quasi il 40% nelle triple. Molto spesso veri e propri missili aria-aria, da distanza siderale, o meglio ancora, da “casa sua!” Come grida regolarmente lo speaker chiusino Mattia Pucello.
A Ravenna, lo scorso ottobre, fece un sei sette dalla grande distanza decisivo, contro Piombino un raffica di bombe che hanno bruciato la retina – e la difesa avversaria – per tutti e quattro i periodi. Un cecchino, simil Lee Harvey Oswald come è stato gogliardicsnente ribattezzato il tiratore milanese.
Sono sempre briose le scoperte su un giovane che nessuno forse pensava esser così duttile e bravo nello spaccare le difese avversarie,; in sospensione, mano in faccia, e perfino da quasi metà campo.
La strada è lunga per Francesco, ma questo primo anno nei senior ha dato la consapevolezza che il progetto Reyer, oltre al record man di super Lorenzo Raffaelli, le prestazioni eroiche del grande Andrea Renzi, la garra argentina di Lisandro Rasio e l’esperienza determinante di Ale Ceparano e Tino Criconia, sta valorizzando un player che forse, chi lo sa, magari tra qualche stagione vedremo nei principali palasport dello stivale.
Glielo auguriamo, sportivamente, ma altrettanto legittimamente, speriamo che Gravaghi resti ancora un po’ nel paese delle contrade e del brustico, godendosi, con la sua dolce metà, gli scorci di una terra geografica di confine tra Toscana ed Umbria, non particolarmente popolosa, ma sicuramente appassionata, e ormai abituata nell’ascoltare in telecronaca, quelle tre parole diventate abitudinarie: “Grrrravaghi, da tre!!!” E in sottofondo, consequenzialmente i cuoricini, con le mani, e in coro, tra i Bulls.
Giacomo Testini