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Sanità, l`Umbria promossa ma perde posizioni e deve fare i compiti a casa

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dal Giornale dell’Umbria.  Dall’ottavo al decimo posto. I dati del Ministero

Sanità Umbria promossa Ma scivola dall’ottavo al decimo posto

Su sedici regioni monitorate a proposito dei Lea (ovvero i livelli essenziali di assistenza che vanno garantiti a tutti i cittadini), l’Umbria (parlando del 2013) è tra quelle che ha superato l’esame: è “adempiente”, come dice il ministero della Salute, ovvero, “promossa”. Anche se poi, per il 2014, pur rimanendo adempiente, perde un paio di posizioni scendendo dall’ottavo al decimo posto. I rapporti pubblicati dal Ministero sono due: il primo sul monitoraggio dei Lea e il secondo sull’efficienza del sistema sanitario italiano per l’anno 2013.

Al monitoraggio dei Lea, in tutto 38 parametri analizzati, le regioni promosse sono otto: Umbria, Basilicata, Emilia, Liguria, Lombardia, Marche Toscana e Veneto.

Anche se di «situazione particolare» il ministero parla a proposito di Basilicata e Umbria: «A entrambe – dice in una nota – è stato chiesto di rispondere, entro il primo semestre 2015, ad una prescrizione per l’attuazione di quanto previsto per la riorganizzazione e la messa in sicurezza dei punti nascita». Leggendo le pagine del rapporto. dedicate alla situazione dell’Umbria, sulla questione dei punti nascita le critiche, infatti, riguardano non tanto i piani della Regione ma i tempi: «Pur prendendo atto – è scritto a pagina 689 e 690 nel rapporto – dello sforzo concreto della Regione Umbria per dare compiuta realizzazione alla riorganizzazione dei punti nascita, così come previsto dall’accordo del 16 dicembre 2010, comprovata dalla chiusura del punto nascita di Assisi, suscita perplessità il differimento del completamento della riorganizzazione agli anni 2014-2015. Alla fine di gennaio era stato fissato il 30 giugno il tempo massimo per completare il piano, portato a termine alla fine del febbraio 2015 con la chiusura del punto nascita di Nami». Ma non solo. Per altri punti nascita come Orvieto e Branca (che non rispettano lo standard minino dei 500 parti), Spoleto, Pantalla e Castiglione del Lago, «si raccomanda la rotazione e l’integrazione del personale con quello degli ospedali più grandi di riferimento (cioè Perugia e Temi) e l’adeguamento a tutti gli standard di sicurezza, tecnologici e organizzativi». In più si chiede di mettere «a regime i sistemi di emergenza per madri e neonati (Stam e Sten)». Oltre al problema dei punti nascita ci sono altri parametri per i quali il Ministero ha puntato i piedi assegnando la dicitura: «Adempiente con impegno», una sorta di promozione con debito. E sono in tutto sette. Ad esempio, troviamo i parametri che riguardano l’assistenza territoriale agli anziani e la sanità penitenziaria. In quest’ultimo caso, infatti, si legge nel rapporto che per l’anno 2012, «la Regione è stata considerata adempiente con impegno ad attivare la sezione intramuraria per la tutela della salute mentale e a fare ogni sforzo per superare le problematiche relative ai carceri di Terni e Orvieto». Sul parametro “emergenza-urgenza” la Regione «viene considerata adempiente con impegno a chiarire, relativamente ai diparti menti di emergenza-urgenza di I livello, quali criteri sono stati utilizzati nell’identificare i due presidi di Città di Castello e Branca che si trovano ad una distanza 60 km».

Promozione con “debito” pure per l’ emergenza-urgenza, l’assistenza domiciliare e la sanità penitenziaria

Una delle criticità ha riguardato la problematica dei punti nascita risolta solo quest’anno.