Rassegna Stampa dal Nuovo Corriere Nazionale di Bruno Coletta
II dato, riportato nel rapporto di Bankitalia sull’economia delle regioni, per l’Umbria è pessimo. La redditività media delle imprese umbre è la seconda peggiore del Centro-Nord e presenta l’indicatore poco sopra quello medio del Sud.
L’indicatore di redditività che il rapporto Bankitalia prende in considerazione è il Roa (Return on asset), dato dal rapporto tra l’utile corrente prima degli oneri finanziari e il totale dell’attivo. dato, espresso in percentuale, che viene fuori esprime quanto hanno reso tutte le attività dell’azienda in questione. Ebbene, il Roa dell’Umbria è 2,8% (ossia, in media tutte le attività delle imprese della regione hanno reso il 2,8%), contro il 3,8% della media italiana, il 3,7% del Centro e il 3,9% del Centro Nord. Da notare che l’Umbria, per redditività delle imprese, sembra appartenere al Sud, dove il Roa è del 2,5%, contro il 2,8% umbro. Nel Centro, il Roa medio in Toscana è del 4%, nelle Mar- I/indicatore II Roa medio m Umbria è del 2,8%, contro il 3,8% del dato italiano, il 3,7% del Centro eil3,9%delCentro-Nord Vicino il Sud (2,5%) che e nel Lazio del 3,6%. A livello nazionale in testa ci sono la Valle d’Aosta (Roa al 5%) e la Lombardia (4,5%).
Ma, come detto il Roa prende in considerazione l’utile corrente prima del pagamento degli oneri finanziari. Se si prendono in considerazione questi ultimi, la situazione dell’Umbria peggiora ancora di più, perché la regione è la quarta in Italia (dopo Sardegna, Calabria e Puglia) per indicatori di indebitamento delle imprese, tanto che sempre nel 2014 – gli oneri finanziari pesano sul margine operativo lordo per il 28% in Umbria, per il 21,4% nella media nazionale, per il 25% nel Centro e per il 24,8% nel Centro-Nord. Pertanto, a un Roa basso l’Umbria abbina oneri finanziari più elevati della media e quindi il risultato finale è decisamente non adeguato (questo dato, tuttavia, non viene offerto dal rapporto della Banca d’Italia).
GLI ANNI DELLA RECESSIONE . Dal 2007 al 2014, gli anni della lunga e dura recessione, l’indicatore di redditività L’utile netto Se si conteggiano anche gli oneri finanziari, non considerati nel calcolo del Roa, la situazione umbra peggiora ancora di più delle imprese misurato come detto con il Roa è sceso in Umbria da 4,7 a 2,8, accusando un calo del 40,4%, contro una media nazionale di 29,6% (Roa da 5,4 a 3,8). Nel Centro la flessione è stata del 27,5% (Roa da 5,1 a 3,7), nel Centro Nord -30,4% (da 5,6 a 3,9).
I cali minori della redditività media delle aziende li registrano il Trentino Alto Adige (provincia di Trento 1,8%, provincia di Bolzano 5,6%), Campania (-2,9%), Abruzzo (-9,3%), Toscana (13%), Emilia Romagna (16,7%), Valle d’Aosta (- 19,4%). Le flessioni maggiori le accusano invece Sardegna (103,7%), Molise (-62%), Sicilia ( – 5 5,3% ), Sicilia (55,3%), Piemonte (53,6%), Puglia (-51,5%), Basilicata (42,3%) e, appunto, Umbria (40,4%). Nel Centro, le Marche segnano -32,1% e il Lazio 30,8%.