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Lago Trasimeno. Confronto Chiodini – Melasecche

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Pubblichiamo un intervento inviatoci dall’ex sindaco di Magione e la risposta che è stata data dall’assessore Melasecche  sulla su pagina fb.

CHIODINI. Perché col cambiamento climatico il Trasimeno è il lago italiano più a rischio?

In quest’infografica “fai da te” alcuni confronti con gli altri laghi. Realtà che hanno tutte, in proporzione alla superficie e alla profondità, volumi d’acqua notevolmente superiori.

Solo evidenziando queste particolarità, e i rischi connessi, si potrà porre la “questione Trasimeno” all’attenzione delle istituzioni italiane ed europee. Le uniche che possono assicurare investimenti adeguati a nuove adduzioni idriche in grado di ampliare provvidenzialmente il bacino imbrifero, ovvero l’area che raccoglie le acque che alimentano il lago.

Non è un lago come gli altri, ha una grande superficie ma una scarsissima profondità. Anni consecutivi di bassa piovosità e alte temperature possono rompere irrimediabilmente l’equilibrio idrico che fino a oggi ha assicurato – seppur con cicliche crisi – il fisiologico abbassamento e innalzamento del livello.

MELASECCHE. Leggo commenti frutto di sentito dire e di molta fantasia con un buon pizzico di anti politica. Ci sono studi scientifici che spiegano molte cose e smentiscono troppe chiacchiere da bar. Io ho la responsabilità della navigazione ma anche un bambino comprende che se l’acqua cala in questo modo la volontà dell ‘uomo non puó fare miracoli.

Sfatiamo alcune dicerie. Sono stato più volte a fare sopralluoghi per verificare l’officiosita idraulica dei canali Moiano e Anguillara con gli ingegneri idraulici della Regione su cui non credo che i tanti critici da tastiera abbiano una minima competenza in più. Se non entra una goccia d’acqua dalle chiuse a monte di certo il Trasimeno non si alimenta da lì. Tutta l’acqua che in periodo di pioggia scende finisce nel lago anche se con una velocità inferiore. Nel complesso parliamo di quantità ridicole rispetto alla necessità di far risalire il livello di qualche centimetro.

Tuttavia sto facendo il possibile per trovare fondi per eliminare tutta la vegetazione che in vari anni si è prodotta. Sto sollecitando affinché lo studio che deve produrre l’Università sulla compatibilità dell’acqua della diga di Montedoglio venga concluso al più presto in modo che da questo inverno l’acqua in più possa essere immessa. Parliamo di quantità minime e di risultati minimamente percebili ma che negli anni possono assicurare un incremento molto graduale.

Quanto all’acqua della diga di Valfabbrica di cui si favoleggia occorre una montagna di milioni per realizzare l’impianto e mi si dice altrettante risorse per il pompaggio.

Tutto è fattibile ma occorre capire dove si trovano 100 milioni, chi li mette, mentre si dovranno trovare i non pochi milioni per la liquidazione della Comunità Montana del Trasimeno e pagare i creditori.

A criticare è facile a risolvere i problemi lasciati dal passato molto meno, soprattutto ad affrontare con serietà e cognizione di causa problemi biblici.

L’unica cosa che va detta che non si lascerà nulla di intentato.

Sperando intanto che il buon Dio ci aiuti con piogge più frequenti e più intense.