Le manifestazioni del Palio dei Terzieri, lo storico appuntamento cittadino per eccellenza, chiudono, di fatto, l’estate pievese e riconsegnano la cronaca cittadina alla realtà della vita economica, sociale e politica. A giugno ci sono state le elezioni comunali, il 17 e 18 novembre ci saranno le elezioni regionali. Due appuntamenti che hanno riguardato e riguarderanno la nostra realtà cittadina futura per diversi aspetti.
Due appuntamenti collegati, perché a rappresentare gli interessi di Città della Pieve saranno, durante la campagna elettorale, in primo luogo, i soggetti, le forze politiche protagoniste della competizione comunale e presenti in Consiglio. E allora cominciamo a vedere cosa è successo nelle elezioni di giugno. Partiamo dai dati nudi e crudi. Facendo anche un confronto con le precedenti elezioni comunali, con quelle politiche e con quelle europee.
Comunali 2024
Risini (Liberamente) 1.880 voti
Cannoni (Insieme) 1.571 voti
Fatichenti (Cambiamo) 611. voti
Comunali 2019
Risini 2.477
Fabbrizzi 1.640
Comunali 2024/2019
Risini – 597
Cannoni – 69
Fatichenti + 611
4.200 votanti circa -2% alle comunali rispetto alle europee.
Elezioni europee 2024
PD 1.397
FDI 1.107
M5S 331
LEGA 228
FI 224
VER/SIN 222
EUROPA 122
AZIONE 88
Elezioni Politiche 2021
PD 1.121
FDI 899
M5S 355
LEGA 248
V/S 155
FI 148
+EU 71
Cosa si può dire per il risultato delle elezioni comunali? La cosa più semplice è “Come previsto”. Potrebbe essere questa la sintesi delle elezioni comunali di giugno a Città della Pieve. Come previsto conoscendo qualcosa di legge elettorale, di politica e di Città della Pieve.
Come previsto, ma con sostanziali differenze. Fausto Risini si è confermato sindaco con circa 600 voti meno di cinque anni fa. Con un vantaggio di circa 300 voti su Cannoni. Cinque anni fa aveva ottenuto il 60% dei voti espressi, la maggioranza assoluta. Questa volta, ha ottenuto il 46%. Maggioranza relativa. Cannoni, anche se di poco, ha preso meno voti della candidata del centro sinistra di cinque anni fa, Simona Fabbrizzi. La differenza l’ha fatta la candidatura di Lucia Fatichenti, con la lista “Cambiamo”, la terza lista, che si è presa la quasi totalità dello scontento di chi cinque anni fa aveva votato la lista “Liberamente”.
Con sole due liste, o con la legge elettorale proporzionale, oggi avremmo, probabilmente un sindaco diverso. Il Pd non ha avuto l’intelligenza politica che hanno avuto le destre pievesi e perugine cinque anni fa.
In cinque anni Risini è riuscito a mantenere il nucleo forte del suo consenso, fatto di ciò che resta della vecchia politica divisa fra destra e sinistra, ma anche di un suo apporto personale. La vicenda Covid ha attenuato le possibilità di lavoro, ma ha anche permesso a tanti sindaci di stabilire un contatto diretto, via rete con i cittadini. E questo contatto con i cittadini lo ha confermato e rafforzato anche dopo. La porta del Comune è stata sempre aperta e l’attenzione per le piccole cose è stata accompagnata dalla realizzazione di alcune opere pubbliche di un certo significato, anche grazie ai finanziamenti messi a disposizione dal PNRR.
Sui grandi problemi, sanità in primo luogo, collegamenti, parcheggi, situazione economica, turismo compreso, Risini, Città della Pieve, ma anche l’intera zona umbro toscana cui apparteniamo, sono rimasti al palo. Perché sono problemi che non può affrontare un Comune da solo. Qui dovrebbe intervenire almeno la Regione. E qui approdiamo all’appuntamento del prossimo novembre.
C’era poco da rimpiangere delle precedenti amministrazioni di sinistra, soprattutto sulla sanità e sull’attenzione complessiva a questa nostra zona. Ma questi cinque anni di amministrazione di destra non hanno certamente invertito la rotta, anzi. Le recentissime attenzioni, di entrambe le parti, per le condizioni penose del Trasimeno, per portare un esempio, sanno tanto di campagna elettorale. Si è lavorato, basta vedere dove sono andati i soldi del PNRR, (vedere studi Aur) prevalentemente su Perugia, Terni e la Valle Umbra. Politiche di riequilibrio addio. Politiche di raccordo con le regioni confinanti poche e solo con Marche e Abruzzo. L’Ovest in Umbria è un punto cardinale sconosciuto. La Toscana è tabù.
E allora che fare? Proviamo ad utilizzare questa campagna elettorale che ci attende per mettere sul tappeto i nostri problemi e far assumere degli impegni precisi a chi parteciperà al confronto.
Prendere impegni non costa. Senza tornare alla Lorenzetti ed alla Marini. Non ci dimentichiamo quelli che aveva assunto il Coletto, con Risini e con l’allora sindaco di Montegabbione, Roncella, già quando era sottosegretario. Non ci dimentichiamo nemmeno il voto unanime del Consiglio Regionale per la realizzazione dell’Ospedale del Trasimeno. Voto rimasto ibernato a Palazzo Cesaroni. C’è questo rischio. Ma tentar non nuoce. La sfida principale sarà tra Tesei e Proietti. Avremo ancora una presidente donna. La Proietti ha una origine ed una frequentazione del mondo civico importante, a cominciare cinque anni fa con Umbria dei Territori.
Cercando con il lanternino, data la situazione, qualche elemento do credibilità, si potrebbe cominciare da lei per poi proseguire il “confronto/assunzione di impegni” con tutti gli altri. Sarebbe importante far partecipare e unire in questa operazione il più possibile, politica, liberi cittadini, mondo economico. Al di là delle vecchie e logore bandiere. “Lucia Fatichenti, pronto?”
Gianni Fanfano