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Il 12 luglio abbiamo chiesto al Comune di Città della Pieve di esporre la bandiera palestinese sul balcone del Municipio, come gesto simbolico di solidarietà verso un popolo martoriato da mesi di guerra.
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La risposta è arrivata: il Comune ci comunica che non può accogliere la richiesta, citando una circolare della Prefettura di Perugia secondo cui le bandiere straniere sugli edifici pubblici possono essere esposte solo in occasione di convegni, visite ufficiali o per motivi cerimoniali, come previsto dal DPR 121/2000.
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Fin qui, tutto chiaro. Ma c’è un problema: questa interpretazione non è condivisa da moltissimi altri enti locali. In Umbria, numerosi Comuni e persino il Palazzo della Regione a Perugia hanno esposto la bandiera palestinese nelle scorse settimane, in segno di solidarietà al popolo palestinese così pesantemente martoriato. Evidentemente, le norme consentono margini di discrezionalità che altri amministratori hanno scelto di esercitare, con coraggio e sensibilità.
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Qui, invece, si è scelto diversamente. Si è scelto di nascondersi dietro un paravento normativo, che somiglia più a un atto di sudditanza politica che a un reale rispetto delle regole.
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I documenti rimangono relegati nei cassetti, una bandiera esposta è simbolo di solidarietà e coraggio istituzionale. E noi questo simbolo, visibile e concreto, lo riteniamo necessario per dire al mondo, seppur simbolicamente, che anche un piccolo Comune può avere umanità e indipendenza intellettuale.
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Non sarà certo una bandiera a portare la pace, ma sicuramente avrebbe dimostrato che questo comune ha in sé non solo voglia di schermarsi dietro la burocrazia ma coscienza civica, umanità e soprattutto indipendenza intellettuale;
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Per questo lanciamo una proposta: organizziamo insieme una manifestazione, coinvolgiamo i cittadini, dimostriamo che la solidarietà non si imbavaglia.
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Perché la Palestina non è una questione politica: è una questione umana.
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Comitato Cambiamo – Opposizione Comune di Città della Pieve