Comunicato stampa. Le Amministrazioni Comunali di Panicale e Piegaro in una affollata riunione, giovedì scorso presso il Museo Paleontologico di Pietrafitta, hanno iniziato ancora una volta a spendere tante parole sul futuro della Valnestore, quelle stesse parole che i loro predecessori hanno speso in prossimità di ogni campagna elettorale, e, che, hanno ridotto questo territorio in una Valle di lacrime, lasciando Ecomostri di ogni tipo, con la preoccupazione che il futuro possa essere l’inceneritore.
Francesca Caproni
Questo è il momento giusto per iniziare di nuovo a spendere parole, infatti dopo tre anni e mezzo di silenzi e di immobilismo totale ci si avvicina ormai alla fine della legislatura, e, quindi ad una nuova campagna elettorale dove si potrebbe di nuovo chiedere la fiducia ai cittadini solo sulla parola, perché i fatti non esistono. Molto critici gli interventi, tutti, anche quelli della parte politica che oggi governa questo territorio, ma veramente pochi hanno rilevato che si deve partire dall’analisi del passato e dalle responsabilità di chi ha prodotto tanti danni a carico della collettività, sperperando soldi pubblici e producendo solo povertà.
Al contrario noi rappresentanti delle liste civiche vogliamo ripartire proprio dall’analisi del passato, dall’individuazione delle responsabilità, perché la politica ha l’obbligo di essere trasparente e il cittadino deve essere reso libero per saper valutare chi meglio lo rappresenterà nel futuro. Tutti abbiamo notato le grandi assenze alla riunione di giovedì scorso, la politica regionale, l’ex presidente di Valnestore Sviluppo e soprattutto il silenzio dell’attuale liquidatore della società, che non ha fornito alla platea alcun dato, né alcuna informazione sulla grave situazione della società ad intero capitale pubblico.
Augusto Peltristo
Ma dove sono andati a finire i 23 miliardi di vecchie lire erogati da Enel a titolo risarcitorio, che dovevano garantire un fondo di rotazione a favore delle imprese del territorio? Sono andati a pochissime imprese, e ad una in particolare che è sull’orlo della chiusura ed ha già mandato a casa centinaia di persone, questa è la risposta.
Ma soprattutto soldi che non sono mai stati restituiti e che di conseguenza non hanno costituito quel fondo di rotazione che oggi avrebbe dovuto ancora supportare le imprese. Sono andati anche a realizzare un Museo Paleontologico, costato dai 5 ai 6 milioni di euro, che è chiuso da due anni, non ha mai avuto una gestione minimamente credibile e, che accoglie solo una piccola parte dei reperti archeologici, mentre l’altra parte marcisce ancora nei magazzini. Stiamo parlando della più grande collezione in Europa e quindi al mondo, un valore inestimabile, che avrebbe potuto portare ricchezza e lavoro.
Dove sono andati gli otto milioni di euro stanziati dal piano regionale nel 2009 per la bonifica dell’area che non è stata mai fatta? Perché Valnestore Sviluppo ha speso altri 5 milioni di euro per acquistare il vecchio sito della centrale? Un Ecomostro che produce solo costi e che ora di fronte ad un fallimento potrebbe andare in mano a privati ed essere sede del termovalorizzatore. Niente di tutto ciò si vuole affrontare e si parla oggi solo dei 2 milioni e mezzo di euro di debito con le banche che sono quelli che potrebbero far saltare Valnestore Sviluppo Srl. Quest’ultima è da aggiungere a tutto il resto e non si può far finta di niente.
Non si può pensare al futuro se non si parte dall’analisi del passato. Nel piano regionale dei rifiuti approvato nel marzo 2015 ci sono ancora indicate le centrali di Bastardo e di Pietrafitta come possibili sedi di inceneritori, e, il decreto del Governo del 10 agosto 2016 conferma la presenza di otto inceneritori in Italia, di cui uno in Umbria.
Poiché Governo, Regione e Comuni sono guidati dalla stessa parte politica, sarebbe il caso che i Sindaci chiedessero con forza impegni per la modifica di tali decisioni, ed anche noi saremmo disponibili a collaborare per raggiungere questo obiettivo. Chiediamo, tutti insieme, alla gente, una mobilitazione affinchè questa vallata, già oggetto di una significativa indagine per danno ambientale che speriamo faccia luce su una serie di fatti e di responsabilità, non sia destinataria di una ulteriore ferita. Crediamo infatti che su tali argomenti non ci debbano essere interessi di parte ma solo quello primario di una intera collettività, e, dobbiamo partire da ciò che non vogliamo per la Valnestore, per poi pensare al suo futuro.
Per il Gruppo Civicamente Adesso Piegaro
Augusto Peltristo
Per il Gruppo Uniti per Panicale
Francesca Caproni