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Riduzione delle Regioni. Parte la campagna della conservazione

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C’era da aspettarselo. Anzi come lo stesso autore dell’articolo sul Messaggero che apre questa campagna e che in parte riportiamo,  ammette, si è perso tempo. La notizia che il Parlamento abbia avviato  l’iter per la riforma, riduzione e riordino delle Regioni, ha messo in allarme tutti i difensori dello status quo, e soprattutto quanti antepongono ad un disegno di utilità pubblica e generale quello della tutela di interessi particolari. Non è la prima volta che succede e succederà anche in questo caso. E insieme alla opposizione al cambiamento c’ è anche la preoccupazione di difendere interessi settoriali e spesso improduttivi. Quella improduttività che ci ha portato ad avere uno dei più alti debiti pubblici del mondo. Oppure pensare, in questa situazione di pre-fallimento dell’Italia tutta, dove verrà messo il capoluogo di Regione.

Ma è una posizione che sarà presente nei mesi futuri e dobbiamo con essa misurarci nella speranza di promuovere un confronto e delle scelte che come dicevamo tengano presenti soprattutto gli interessi generali e di tutta quella che oggi è l’Umbria e non di una sola parte o di una città.

A rappresentare questa posizione abbiamo preso dal Messaggero un articolo del professor Giuseppe Caforio, avvocato e docente presso l’Università di Perugia.

Dice il professor Caforio riferito alla proposta di una regione che unifichi Toscana, Umbria e parte del Lazio,

“…In questa prospettiva per l’Umbria il futuro è preoccupante se non terrificante. Parallelamente e in modo convergente alla scomparsa dell’Ente regionale andrebbero a sparire la Corte d’Appello, le Commissioni Regionali tributarie e, con un effetto domino a catena, tutte le Direzioni regionali degli apparati statali decentrati, degli Enti pubblici economici fino a coinvolgere anche le grandi società private di servizi. Orientativamente si può ipotizzare una perdita di posti di lavoro non inferiore ai 25.000…”

A riguardo c’è da dire che nelle aziende private questi processi sono in atto da decenni, perché la concorrenza si gioca in gran parte sui costi indiretti, che sono proprio quelli cui ci si riferisce. Poi però viene avanzata una proposta di aggregazione diversa

“…Fra le alternative che sono state nel tempo proposte in relazione agli accorpamenti, vi è quella di realizzare la cosiddetta Macroregione dei Due Mari che dovrebbe comprendere Marche, Umbria oltre alle province di Rieti, Viterbo e Grosseto. Quest’ultima ipotesi avrebbe il vantaggio che l’Umbria non sarebbe fagocitata dalla grande Toscana e, soprattutto, avrebbe l’occasione di giocare un ruolo decisivo nell’individuazione del Capoluogo…”

In questo passaggio scompaiono i posti di lavoro che verrebbero ipoteticamente persi, e compare il problema del capoluogo.

“…Perché, oltre al tema della determinazione del territorio della costituenda macroregione, aspetto rilevante sarà anche quello dell’individuazione del suo capoluogo. L’accorpamento con la Toscana non lascia spazio ad alcuna discussione dovendo necessariamente essere Firenze la scelta obbligata. Se, invece, entriamo nell’ottica della Macroregione dei Due Mari, Perugia può giocare il suo ruolo baricentrico, il suo prestigio internazionale, unitamente ad Assisi, la sua storia, per cercare di superare l’unica vera contendente che sarà certamente Ancona…”

L’articolo continua poi elencando tutti i benefici dell’essere e non essere città capoluogo di Regione.

Va detto che, al di là dei diversi punti di vista che sull’argomento si possono avere,  è un articolo che getta un sasso nello stagno silente della politica regionale. Vediamo che effetto produrrà. Noi come Corriere Pievese seguiremo questo tema con grande attenzione come abbiamo fatto sin dall’inizio ed anzi per certi versi anticipando i tempi.E vi terremo costantemente aggiornati. Sapendo che può essere un appuntamento importante per riformare davvero lo Stato, snellirlo e farlo costare di meno al cittadino che paga le tasse. E sostenendo l’ipotesi di un accorpamento con la Toscana , e magari anche con le Marche. E senza curarci molto di dove sarà il capoluogo ma di come saranno i servizi di cui usufruiscono i cittadini e di quanto gli costeranno.

(g.f)

corrierepievese@gmail.com