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Palio di Perugia. Cecchini sulla graticola,il Pd fibrilla

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dal Nuovo Corriere Nazionale  di Andrea Luccioli. Non sarà un altro caso nomine della sanità, capace di far tremare la Giunta. Ma certo gli imbarazzi e le irritazioni non sono poche intorno a Perugia 1416, la rievocazione che, dopo aver diviso il capoluogo, tra fautori e detrattori, crea una nuova frattura all’interno del Pd. Sulla graticola l’assessore regionale Fernanda Cecchini, per la sua apertura alla manifestazione. Un’uscita, sembra, non concordata con altri esponenti del partito, che in più occasioni non aveva mancato di criticare, anche pubblicamente, Perugia 1416. Così aveva fatto il segretario regionale Giacomo Leonelli, dal proprio profilo facebook. E così avevano fatto i democratici che si trovano all’opposizione a Palazzo dei Priori. Nessun dietrofront da parte della Regione, ma tanta irritazione.

I maligni dicono che l’uscita pubblica dell’assessore regionale Fernanda Cecchini su Perugia 1416 sia in parte dovuta ai buoni uffici che intercorrono tra la diretta interessata e l’assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Teresa Severini. Nei fatti, però, la mossa dell’assessore regionale assomiglia più che altro ad un autogol per Palazzo Donini. E non a caso, da 36 ore ormai, Regione e Pd sono in fermento per quel comunicato inaspettato che sta rischiando di aprire un nuovo fronte “caldo” in Giunta. E guarda caso ieri le voci a Palazzo Cesaroni, anche quelle non ufficiali, hanno avuto la consegna del più stretto riserbo: nessun commento, niente di niente. Eppure si narra che la presidente Catiuscia Marini l’abbia presa proprio male, così come larga parte del Partito democratico. Un assessore avrebbe addirittura detto: “Parliamo tanto di innovazione e poi andiamo a sostenere una manifestazione del genere?”. Il rischio boomerang è dietro l’ angolo e la Giunta Marini, già provata dall’irrisolta vicenda Barberini, rischia di spaccarsi ulteriormente per via dell’uscita pubblica di Cecchini.

“L’evento Perugia 1416 nasce con l’obiettivo di rappresentare un’occasione importante per la rivitalizzazione culturale, sociale ed economica del capoluogo di regione. Ritengo doveroso aggiungere l’adesione della Regione Umbria, che è pronta a entrare nell’associazione che si è costituita per il sostegno della manifestazione”, ha detto Cecchini. Aggiungendo che l’Ente è pronto pure ad un sostegno economico, seppur limitato causa vincoli di bilancio. Cecchini prosegue: “II progetto ‘Perugia 1416′ ha suscitato interesse e non solo contrarietà fra i perugini, chiamati ad esserne protagonisti”. E dire che in Comune i suoi stessi colleghi di partito stanno portando avanti una battaglia opposta e si sono pure messi a fare scudo agli studiosi che, durante un convegno “contro” Perugia 1416, sono stati silurati dalle dichiarazioni aspre proprio di Severini che li ha definiti “vigliacchi”. Insomma, qualcosa non torna. E si capisce anche da quello che ha scritto sul suo profilo facebook segretario regionale Giacomo Leonelli. “Perugia dovrebbe giocare una partita diversa, aperta all’Europa e al futuro, anziché guardarsi allo specchio in una rievocazioni storica un po’ posticcia – scrive – La cultura storica che c ‘ è dietro non mi appartiene: il 1416 segna la fine dell’età comunale, l’inizio di fatto della Signoria e il preludio al dominio dello Stato Pontificio. C’è da festeggiare ? Mah…a me non pare”. Leonelli punta il dito poi contro il comitato centrale dell’evento che è composto “da candidati non eletti a sostegno della coalizione di centrodestra”. Il segretario parla poi di poca chiarezza sui costi reali e si augura che chi critica l’ evento non venga tacciato di essere un “gufo” visto che “stiamo parlando di soldi pubblici”. Cosa dire, infine, dell’intervento di Francesco Maria Giacopetti (segretario comunale) e Francesco Zuccherini (responsabile Forum cultura Pd) che parlando della gestione della cultura da parte di Palazzo dei Priori scrivono: “L’unica discussione è su Perugia 1416 e poi si chiedono – Anche il milione di euro (quello di Perugia capitale italiana della cultura, ndr) è finito lì?”. Giorni caldi Da un paio di settimane si è infiammato il dibattito sulla manifestazione di giugno.