Home Argomenti Politica In Umbria il mix ideale tasse-servizi. E la Marini sorride

In Umbria il mix ideale tasse-servizi. E la Marini sorride

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Sembrerebbe smentire una delle motivazioni più ricorrenti a favore dell’accorpamento delle Regioni, soprattutto di quelle più piccole. Ma questo sono i risultati di una ricerca e di un  test condotto da un società specializzate per conto del giornale economico. La presidente della Regione Catiuscia Marini considera “un dato molto importante anche sotto l’aspetto politico” il risultato della ricerca pubblicata dal Sole 24 ore secondo la quale in Umbria è al top nel rapporto tra servizi e tasse. “Si può essere molto riformisti mantenendo comunque un livello basso di imposizione fiscale” ha detto.
“In questi anni – ha sottolineato Marini – abbiamo difeso il welfare senza mai abbassare le risorse a esso destinate”. Per la presidente essere al top nello studio “è un riconoscimento importante per la politica che portiamo avanti”. “Come Regione – ha aggiunto – in 12 anni non abbiamo mai fatto ricorso alla leva fiscale. Anzi, in diversi casi, abbiamo alleggerito la pressione (che è su livelli medio-bassi) mantenendo inalterato il livello dei servizi. Un’ impostazione che considero molto riformista”.  “Un plauso – ha concluso Marini – va alle nostre strutture tecniche che ci hanno permesso di ottenere simili risultati”. (N.d.R)

Rassegna stampa dal Sole  24 Ore di Francesca Barbieri

Nelle piccole Regioni la formula ideale tra tasse e servizi

Umbria, Marche, Friuli-Venezia Giulia: tre regioni di taglia “small” che tutte insieme contano poco più di un terzo degli abitanti della Lombardia, svettano nell’edizione 2016 del «Taxpayer Italia», grazie al mix vincente tra livello di tassazione e servizi offerti ai cittadini. L’elaborazione realizzata dal Centro studi Sintesi per II Sole 24 Ore su 25 indicatori punta infatti a individuare, a livello territoriale, le aree dove le tasse pagate producono i migliori “frutti” in termini di infrastrutture, istruzione, salute, sicurezza, ambiente e benessere economico.

La Regione ideale esiste solo sulla carta: è la combinazione tra il livello più basso di imposte della Calabria e l’alto tasso di servizi del Veneto. La classifica, concreta, delle Regioni misura la distanza dalla situazione ideale. Lo scarto minore e quindi il primato vanno all’Umbria, che rispetto allo scorso anno guadagna tre posizioni e toglie lo scettro alle vicine Marche, ora al secondo posto. «Non stupisce che a vincere -osserva Gabriele Bottino, docente di diritto degli enti locali all’università Statale di Milano – siano due piccole Regioni del Centro Italia, dove la qualità dei servizi è alta sia nelle città sia nei piccoli paesi in relazione al livello della tassazione».

L’elevata pressione fiscale, invece, spinge verso il basso le grandi Regioni: l’Emilia-Romagna, il Lazio,la Lombardia. In tutto il Sud si conferma il legame a doppio filo tra tasse basse e livello “minimo” di servizi.

«Il fatto che le imposte siano al di sotto della media – spiega Bottino – non significa che le Regioni meridionali sono più clementi rispetto alle altre con l’applicazione di aliquote inferiori, ma è l’effetto di una minore base imponibile, conseguenza di redditi più bassi». Il risultato è che Campania, Sardegna, Calabria e Sicilia occupano tutte le ultime posizioni, insieme alla Valle d’Aosta. Dove è alto il livello di tassazione, per contro, non sempre c’è un link diretto con la qualità dei servizi. Prendiamo, ad esempio, il Lazio: la Regione registra imposte pro capite tra le più alte , ma per qualità dei servizi è nella seconda metà della classifica. In generale, poi, i segnali non sono positivi, visto che rispetto al 2015 si registra un allontanamento dal mix ottimale di tasse e servizi di quasi tutti i territori, eccezion fatta per Liguria e Trentino Alto Adige, sostanzialmente stabili, e per l’Umbria, in netto miglioramento.

Se restringiamo l’obiettivo solo sui servizi pubblici, la graduatoria – frutto della combinazione dei 25 indicatori appartenenti a sei aree – incorona il Veneto che completa la scalata del podio iniziata nel 2014 (medaglia di bronzo), proseguita nel 2015 (argento) e culminata con l’oro di quest’anno. Il Veneto si distingue in particolare per l’ottimo livello di servizi nelle infrastrutture (terzo posto), nell’istruzione (primo) e nell’economia (quarta posizione). Esce invece dal club dei migliori la Toscana, prima nel 2015 e ora quarta. Agli antipodi troviamo la Sicilia, che mantiene la maglia nera, seguita a ruota da Calabria, Sardegna e Campania.