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Giunta regionale. Direttori sanitari. Fumata nera

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Dal Corriere dell’Umbria di Alessandro Antonini. L’innovazione è nulla senza competenza. Parafrasando un vecchio spot di noti pneumatici, la maggioranza di centrosinistra Pd e socialisti – si è cosi espressa, in estrema sintesi. Dalle gomme alla salute il passo è breve. Dibattito e definizione della “linea” venerdì a Villa Umbra, dove si è tenuto il summit sulle nomine dei direttori sanitari. In particolare la presidente della giunta regionale Catiuscia Marini nel suo incipit ha ribadito che per salvaguardare un sistema regionale sin qui vincente occorre affidarsi ancora a profili di acclarate, testate professionalità, respingendo la tesi della rottamazione a tutti i costi. Dall’altra parte l’assessore al ramo Luca Barberini e il consigliere Eros Brega, l’ala bocciana del gruppo, hanno ribadito che innovazione e competenza possono convivere, ma vanno “assolutamente” affrontate situazioni in cui lo stesso direttore è m carica da oltre 20 anni.

Il riferimento al dg dell’ospedale di Perugia Walter Orlandi è palese. E questo il nodo del contendere: Barberini punta a cambiare almeno tre su quattro apicali di Asl e aziende ospedaliere, spostando Orlandi alla centrale degli acquisti, promuovendo Valorosi e lasciando al suo posto solo Casciari. Marini vuole invece Orlandi li dov’è, sostituendo Legato con un intemo\a (girano ancora i nomi di Pioppo o Giaimo) senza stravolgere ulteriormente l’assetto. Il faccia a faccia di domani in giunta potrebbe essere risolutivo. Il ricorso pendente al Tar per un’esclusione dall’albo degli idonei (udienza il 24 febbraio) non sarebbe ostativo alle nomine, tra le risoluzioni in campo l’inserimento in autotutela del ricorrente nell’albo per poi procedere seduta stante alle nomine.

Ma prima serve l’accordo politico e il summit di venerdì non ha accorciato le distanze tra le parti, nonostante i tentativi di mediazione del capogruppo democratico Chiacchieroni. Senonché martedì in consiglio all’ordine del giorno c’è la discussione. L’unità della coalizione è a rischio anche perché il testo fa esplicito riferimento alla legge regionale sdoganata lo scorso anno dalla medesima maggioranza e all’emendamento sul limite di mandato di dieci anni per i direttori teorizzato dall’allora consigliere Barberini. Difficile da contestare. Nella mozione si impegna la giunta a un’attenta, “puntuale ed oggettiva valutazione delle capacità e delle competenze dei candidati che assumeranno per la prima volta l’incarico di direttore generale” nonché a “un’attenta, puntuale ed oggettiva valutazione dell’attività fin qui svolta, nelle ipotesi di riconferma di direttori che abbiano espletato un primo mandato”. Ma soprattutto viene esplicitato il “divieto di nominare chi ricopre l’incarico di direttore generale da più di 10 anni secondo lo spirito dell’articolo 26 comma 6 della legge regionale 11 del 2015 al fine di consentire un fisiologico e positivo ricambio delle figure di vertice della sanità regionale”.