Home Rubriche Il punto di vista del direttore Fanfano ” La settimana di Cucinelli e del Sindaco di Monteleone”

Fanfano ” La settimana di Cucinelli e del Sindaco di Monteleone”

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Due personaggi su tutti, due temi sopra gli altri in questa settimana. I personaggi sono Brunello Cucinelli imprenditore di punta del “made in Italy” con base produttiva e societaria a Solomeo di Corciano e Angelo Larocca, sindaco di Monteleoene, dal 2014, con una lista civica. Per fortuna quindi non è stata una settimana di ordinaria amministrazione e nonostante tutto continuiamo a dare segni di vitalità talvolta insperati. Ma per meriti che escono dalle procedure della normalità ultradecennale, senza risultati, di questi nostri paesi.

L’invito dell’industriale dell’ abbigliamento, è stato un masso gettato nello “stagno stagnante” della politica e dell’amministrazione locale e regionale ed ha avuto un effetto al primo impatto dirompente soprattutto nell’opinione pubblica, fra la gente comune. E’ un’ occasione da non perdere. Per quali motivi?

Primo, perché mette questa zona ed il Lago Trasimeno al centro dell’attenzione. Non lo era da tempo immemorabile.

Secondo, perché lo fa un imprenditore, anzi forse il rappresentante più qualificato oggi dell’imprenditoria umbra, per di più manifatturiera che in qualche modo toglie il microfono e diventa un’ alternativa a quell’imprenditoria delle costruzioni, legata a filo doppio con il sistema bancario, con la neoburocrazia che insieme a qualche sempiterna loggia l’hanno fatta da padroni in questi anni, dopo la scomparsa delle grandi famiglie dell’industria perugina,  dai Servadio, ai Buitoni , ai Colussi.

Terzo perché sceglie dei contenuti, e cominciando da una sorta di austerity e di decrescita felice della proposta. Non lo chiama centesima volta “Progetto integrato Trasimeno”,di cui abbiamo perso le tracce di non so quanti esemplari. Lo chiama progetto piccole cose, bellezza, periferie. Cucinelli pensa alle periferie di Corciano e di Perugia, ma noi lo interpretiamo come ci sentiamo “periferia della più piccola periferia d’Italia, l’Umbria” Sempre sul punto di diventare la prima regione del Sud.

Quarto perché è una sfida, come è stato riconosciuto, a quel che c’è della politica locale e regionale. Ma una sfida “buona”, riconoscendo i ruoli e gli interlocutori, comuni, regione, università, ma chiamandoli per nome e cognome sul tavolo delle responsabilità.

Quinto, e forse più importante, perché chiama alla responsabilità anche la gente, i cittadini, cioè quei soggetti che per la metà non credono più che i problemi possano risolversi con la politica o con l’azione comune.

E qui viene il punto e la sfida vera. Nemmeno i cittadini come noi, scoraggiati, disillusi inaciditi, incattiviti, potranno far finta di niente, che tutti i giochi sono chiusi. Toccherà in queste prossime settimane trovare luoghi, occasioni, temi su cui metterci insieme, parlarci, trovare un minimo comune denominatore e vedere quanti intendono ancora provarci.

L’altro protagonista della settimana è stato senz’ altro Angelo Larocca, sindaco alla prima legislatura di Monteleone d’Orvieto, a sorpresa, capeggiando una lista civica dopo il fallimento dell’unificazione dei comuni dell’Alto Orvietano. Ex militare, con il baffo dal sapore ottocentesco, ha preso in prestito uno degli strumenti più cari all’iniziativa radicale e pannelliana, lo sciopero della fame, come forma di lotta, per attirare l’attenzione anche lui su problemi apparentemente minori , ma diciamo fondanti la politica delle gente comune, le strade, le buche, la viabilità la sicurezza.

In molti anche in questo caso hanno sollevato una serie di distinguo in chiave “politically correct”. E’ strano quanto chi fa politica oggi non si accorga della straordinarietà del momento. Siamo in una fase in cui “la casa della cosa pubblica brucia”, brucia di disinteresse, di sfiducia, di rancore, di disillusione, spingendo verso l’autoritarismo e l’unico modo per riprendere non la fiducia ma l’attenzione della stragrande maggioranza dei cittadini sono iniziative e azioni non solo fuori dalla norma e dalla ordinaria amministrazione, ma che fungano da esempio. Ed il primo di questa corrente di pensiero è stato proprio il nuovo Papa Bergoglio, che ha messo in crisi e in croce l’intera Curia vaticana. Semmai per concludere c’è da riflettere ancora una volta su come siano ridotti i nostri comuni, soprattutto i nostri piccoli comuni. Sono l’unico pezzo di stato riconosciuto dagli italiani, per il semplice fatto che ne hanno la storia impressa nel sangue e assicurano i servizi principali, immediati utili alla convivenza. Non sono sicuramente alla base del gigantesco debito pubblico che con gli interessi ci pesa sul groppone, ma sembra che ora debbano pagare prima di tutti gli errori fatti nel tempo da tutti, a cominciare dalla finta riforma delle Province.

Ma come detto la settimana è stata non ordinaria e noi non disperiamo. Ne abbiamo passate tante…..

Gianni Fanfano

corrierepievese@gmail.com