Home Rubriche Il punto di vista del direttore Caro 2017, portaci un po’ di lavoro…

Caro 2017, portaci un po’ di lavoro…

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Scendendo verso Chiusi in un giorno in cui la tramontana ha spazzato via la nebbia e la foschia e il panorama è di una nitidezza assoluta. Si vede il lago Trasimeno e la sua piana come una tavola azzurra, con sulla punta Castiglione e dietro un po’ più sopra a mezza costa, l’agglomerato di pietra bianca di Cortona. A ponente a scalare verso sud c’e in fondo Montepulciano affacciato sulla Valdichiana e poi ancora indietro Chianciano, Chiusi, Sarteano, Cetona, come in una panoramica cornice. A controllare tutto dall’alto degradante c’è il profilo consueto del Cetona e andando avanti può fare capolino quello dell’Amiata. E’ facile immaginare la vista in cima a Pietraporciana e da uno dei palazzi di Pienza o dall’affaccio di Monticchielllo e di Castiglioncello sul Trinoro, a tutto campo, con il pieno della Valdorcia e delle sue crete.

Tutto questo per dire che abbiamo la fortuna di vivere in uno dei posti più belli del mondo, e che   in poco più di un’ora si può arrivare a Roma e Firenze e anche in meno a Orvieto, Perugia, Assisi. Come tanti riconoscono. Ma …Ma c’è un “ma” grosso come una montagna, più grande del Cetona. Ma in questa zona splendida c’è qualcosa che manca o che è, da tanto, insufficiente. Ci riferiamo al lavoro. Troppi giovani devono andarsene. Devono andarsi a cercare e a costruire un futuro lontani da qui.

E allora l’unica cosa che ci sentiamo di chiedere all’anno appena iniziato è questa. Un po’ di lavoro in più per i nostri giovani. Sappiamo che non è semplice. Sappiamo che ormai molto si decide altrove e che qui solo si ripercuote. Ma qualcosa si può fare. Nell’ attesa, mai passiva,  che nell’economia prevalga l’investimento sulla speculazione, che nella politica i capaci vincano sugli incapaci, e nelle aziende la qualità e la specializzazione sulla routine e l’immobilismo, al 2017 chiediamo di metterci qualcosa del suo. Mentre si spera che gli uomini ci mettano, con il buon operare, del loro chiediamo  che anche la sorte ci dia una mano.

Per esempio su questo dramma del terremoto, che oltre ai danni sugli Appennini, ha colpito al cuore il turismo di tutta la Regione,  ci auguriamo che la prevenzione si imponga a tutte le latitudini e nel frattempo noi non pubblichiamo più da tempo, notizie sulle piccole scossettine che registrano soltanto i sismografi o qualche persona affetta da insonnia. Ma anche tu dacci una mano, caro anno nuovo. Con tutti i problemi che ci portiamo dietro, faremmo volentieri a meno di qualche “tretticata”.

Gianni Fanfano