Pubblichiamo l’intervista fatta dal Corriere dell’Umbria, e pubblicata domenica, a Fabio Pontefice, sulla vicenda relativa all’uso delle ceneri dell’Enel nella zona di Pietrafitta, che è all’origine di una serie di denunce e di una campagna giornalistica da parte del giornale perugino, intitolata “la Valle dei Fuochi”, che ha portato anche all’apertura di una indagine da parte della magistratura inquirente. Fabio Pontefice è stato e tutt’ora è un dirigente politico di rilievo della zona e ci ha inviato il testo originale dell’intervista che invece è stata pubblicata “commentata”dagli autori, Alessandro Antonini e Sara Minciaroni. All’inizio, quando il problema fu posto dal M5Stelle e poi da un comitato locale, per essere poi fatto proprio dal giornale, furono tutte le istituzioni locali a cominciare dai Comuni più interessati di Panicale e Piegaro a chiedere con la massima celerità le valutazioni di ordine sanitario, ambientale e giuridico alle istituzioni delegate a farlo. Perché è del tutto evidente, che in questa fase di analisi e di provvedimenti cautelari, , culminati con la confisca di centinaia di ettari disposta recentemente dall’autorità giudiziaria, il danno che interi comparti economici stanno subendo, vanno ad aggiungersi agli eventuali danni per la salute dei cittadini, passati, presenti e futuri. Ma il termine “Valle dei Fuochi” vuole mettere insieme due realtà, quella camorristica campana e la Valnestore, che qualunque sia l’esito finale di questa vicenda sono profondamente diverse. E allora perché continuare a chiamarla così? (g.f)
Per quale motivo ha definito sciacallaggio l’inchiesta giornalistica del Corriere?
Il Corriere dell’ Umbria, come gli altri giornali ha il diritto/ dovere di informare i cittadini. Chiarito questo, io sono dell’ avviso che uscire tutti i giorni, da diverse settimane, sulle questioni riguardanti la Valnestore, con una sorta di rubrica intitolata “la valle dei Fuochi” è lesiva dei cittadini di questa parte dell’ Umbria, sia dal punto di vista sociale che quello economico. Incontro decine di cittadini di Panicale e Piegaro che mi dicono che ormai non c’è attività economica che non sia stata messa a dura prova dal modo “scandalistico” con il quale il Corriere del Umbria “racconta” la vicenda. Io credo che l’appellativo “Valle dei Fuochi” può avere un fondamento nel momento nel quale, si sia stabilita ogni verità giuridica, scientifica e sanitaria sull’esistenza di una valle dei fuochi. Su dati epidemiologi approfonditi che attestino che nella zona c’è un’incidenza di malattie significativamente superiore alla norma e che tra le due cose ci sia un nesso di causalità. Per finire, mi pare di poter inoltre dire. che il Corriere dell’ Umbria, in questa vicenda, sia partita dalla presunzione di colpevolezza di chi ha amministrato la Valnestore, negli anni e non da quella, giuridicamente corretta, di innocenza.
Cosa ritiene ci sia di non corretto in quanto scritto?
Non è questione di correttezza. E’ il metodo che non può essere condiviso. Mi scusi la franchezza, ma a volte pare che il Corriere dell’ Umbria, con quel titolo ripetuto “Valle dei Fuochi” più che “sete” di verità e giustizia, dimostri “fame” per le 50/100 copie vendute in più, ogni giorno. Poco male, se questo non provocasse un grave danno alle comunità di Panicale, Piegaro, e zone limitrofe di Marsciano e Perugia.
Era a conoscenza dell’interramento di ceneri e rifiuti in Valnestore?
Lei ha scritto che sono un politico di lungo corso. Purtroppo (età) e per fortuna (esperienza) è vero. Da questa esperienza le dico che se lei intervista 100 persone tra i 60 e i 70 anni, scommetto che 50 di queste hanno chiesto ai vari trasportatori di ceneri dell’ Enel, di scaricare un paio di camion a casa loro per, coprire una buca, livellare un terreno, stabilizzare un area sulla quale fare una “capanna” per rimessa ..varia. La cenere, gratis, dietro certificazioni sanitarie, era ritenuto un materiale innocuo. Io faccio una domanda a lei ” lei lo sa cosa c’è sotto l’erba dello stadio “Renato Curi” ? Il mondo sotto, non è nero solo in Valnestore, il Curi è solo un esempio.
Ritiene che la gestione economica (vedi Valnestore sviluppo e Trafomec) e ambientale del territorio sia stata oculata da parte di amministrazioni e forze politiche che hanno governato negli ultimi 30 anni?
Mi permetta una battuta. Ha sbagliato tanto Renzi in due anni, e lei vuole che non siano stati commessi errori in Valnestore, negli ultimi trenta anni ? Qui ognuno può avere le proprie idee, è questione opinabile. Io vedo molte più luci che ombre nell’ azione politica e amministrativa del Pci Pds Ds Pd della Valnestore. Il fatto che gli elettori sempre lì, abbiano votato ne è una dimostrazione. Su Valnestore Sviluppo, mi preme dire che l’acquisto dei terreni dell’ Enel, stava dentro un progetto regionale che individuava i terreni ex Enel, come un polo di sviluppo industriale regionale. Ne erano previste meno di venti in tutta l’ Umbria. E’ stato un grande bluff. Su questo il giornale ha ragione. Una cosa però mi preme sottolineare, le decisioni giuste o sbagliate su Enel, ceneri e gestione dei rifiuti, nella realtà della Valnestore, sono state prese sempre collegialmente, non solo da chi governava, ma dall’ intera cittadinanza. Ricordo battaglie, io allora giovane iscritto al Pci, insieme a tanti di quei compagni che hanno dato vita meritoriamente, al Comitato per la difesa della salute in Valnestore. Forse i fatti dimostreranno che abbiamo sbagliato, io avevo 18 anni, ma non credo che nessuno lo abbia fatto per interesse personale. Per quanto mi riguarda, io ho sempre abitato in via Lenin e non ho idea di trasferirmi.