Città della Pieve. Il 7 febbraio al termine della seduta Consiliare, alla presenza di tutte le componenti del Consiglio Comunale, abbiamo avuto un incontro con una rappresentanza dell’Azienda USL Umbria 1 per la presentazione del progetto di riqualificazione dell’Ospedale di Città della Pieve. L’ingegner Pagliaccia ha spiegato che l’intervento è stato finanziato per un importo pari a € 2.600.000,00 e che sono previsti interventi di implementazione degli spogliatoi del personale, di riqualificazione delle aree CUP, Centro DAI, diagnostica, un’area riabilitazione, un’area RSA e la trasformazione dell’attuale laboratorio di analisi in Centro Raccolta Sangue; ancora da definire la possibilità di inserire nel seminterrato la risonanza magnetica. La funzionaria dell’Usl invece è entrata nel merito dei servizi che resteranno nella struttura di Città della Pieve, partendo dalla spiegazione del Decreto Ministeriale n.70, che è un regolamento che definisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera.
Quindi ha spiegato che le scelte da fare sono obbligate e senza nessuna ulteriore possibilità di intervento, per le caratteristiche territoriali e di popolazione di questa area. Quindi ci è stato confermata la chiusura del reparto medicina, del reparto stroke per l’ictus, della chiusura del laboratorio di analisi, della chiusura dell’attuale primo soccorso che diventerà una “postazione medicalizzata h24” e la conferma della postazione di 118. Ci è stato detto che siamo fortunati ad avere nell’area del Trasimeno, a disposizione per i 60.000 abitanti, 3 postazioni di 118 con ambulanze medicalizzate a Città della Pieve e Castiglione del Lago H24, mentre a Passignano H12. Ci è stato spiegato che siamo fortunati ad avere la postazione medicalizzata H24, vale a dire un medico e un infermiere sempre disponibili in struttura; ci hanno anche spiegato però che il medico e l’infermiere non avranno più a disposizione né il laboratorio di analisi, né il supporto della radiologia, né la possibilità di tenere i pazienti in osservazione, però avranno la possibilità di usufruire di un macchinario per verificare tutti i parametri di base.
Dunque la conclusione è stata che la nostra area ha perso una grande occasione nel non portare avanti il progetto dell’Ospedale unico e che oggi le cose stanno così e il DM 70 rende impossibile ogni ulteriore intervento. Riteniamo però che le domande da fare siano ancora parecchie e che il 21 febbraio quando la presidente della Regione e l’Assessore alla sanità ci verranno a trovare qui a Città della Pieve siano ancora tante le risposte che ci devono dare , insieme al sindaco Fausto Scricciolo.
Un Sindaco e una giunta che a settembre 2016 hanno approvato una delibera che chiedeva ben altri servizi per i cittadini di quest’area, adducendo motivazioni condivisibili sia in termini di assistenza sanitaria che di adesione alla strategia delle aree interne che ha come presupposto il mantenimento dei servizi in loco per evitare il decremento demografico. Che tipo di risposta ha dato la Regione? Il DM 70 non può essere lo scudo per le decisioni esclusivamente politiche che sono state prese e fortemente penalizzanti per i cittadini.
Il DM 70 prevede disposizioni specifiche per “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate” -… per presidi situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare. Nella definizione di tali aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate. In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna. Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata.-
Inoltre tutte queste informazioni che ci sono state date restano ancora parole non supportate da carte. A parte la deliberazione del Direttore Generale Azienda USL Umbria1 n.506 del 10 giugno 2014 (mai approvata dal Comune di Città della Pieve) dove esiste un piano di riconversione scritto e dettagliato in ogni sua parte? A Castiglione del Lago da oltre un anno è stato siglato un Protocollo d’intesa tra Regione, USL Umbria 1 e Comune, qui se ne parla con dei funzionari a margine di un Consiglio Comunale. Riguardo poi la conclusione e il riferimento all’occasione perduta, non sarebbe da dimenticare che non solo l’Area del Trasimeno era rimasta senza un ospedale unico, ma anche Narni e Amelia, ma mentre gli investimenti della Regione nella nostra area servono sempre e solo a diminuire servizi, l’ospedale Unico di Narni Amelia si farà.
Ilaria Gabrielli Portavoce M5s in Consiglio Comunale