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Ceneri di Pietrafitta. Cosa è stato detto in commissione regionale

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(Acs) Perugia. Audizione nei giorni scorsi della Terza commissione consiliare, presieduta da Attilio Solinas, sulle “presunte anomalie nell’incidenza delle patologie oncologiche correlate a fattori di inquinamento ambientale nell’area della ex centrale Enel di Pietrafitta”, richiesta dal consigliere Marco Squarta (FDI).

Sono stati ascoltati i dirigenti dell’Arpa, degli assessorati regionali alla Salute e all’Ambiente e i sindaci di Piegaro e Panicale. Sono in corso analisi sul territorio che riguarderanno anche le colture e i pesci del laghetto presente nella zona, per escludere la possibilità che “composti con attività radioattiva possano essere migrati nelle falde”.

“Stiamo cercando di costruire una base di conoscenza per permettere alle istituzioni di governare il problema. Sono analisi complesse, ci vuole tempo. Analizzeremo il grano e controlleremo anche i pesci del laghetto. La lignite della vecchia centrale non costituisce di per sé un problema, quello che preoccupa è la possibilità di eventuali interfaccia nello scarico di questi materiali, ad esempio Enel ha chiesto alla Croazia di individuare siti idonei. Quindi non si può escludere la possibilità che composti con attività radioattiva possano essere migrati nelle falde, ma questo deve essere verificato”: lo ha detto il direttore generale dell’Arpa Umbria, Walter Ganapini, nell’audizione di ieri pomeriggio in Commissione Sanità e Sociale, alla quale hanno partecipato anche dirigenti degli assessorati regionali alla Salute e all’Ambiente e i sindaci di Piegaro e Panicale.

L’audizione, richiesta dal consigliere di Fratelli d’Italia Marco Squarta, ha portato sul tavolo della Commissione presieduta da Attilio Solinas la vicenda della presunta incidenza delle ceneri della ex centrale Enel sull’incremento delle morti da tumori nella zona della Valnestore, venuta alla ribalta dopo le interpellanze dei consiglieri comunali del Movimento 5 stelle e l’esposto di un privato cittadino che denunciava la presenza di ceneri provenienti da La Spezia. Squarta ha chiesto di “fare presto e, nel caso fosse rivelata la presenza di agenti pericolosi, di individuare le responsabilità. Per quanto riguarda i costi dell’operazione – ha aggiunto – non potranno esserci problemi di alcun genere: se di mezzo c’è la salute dei cittadini la Regione può e deve permettersi di sostenere tali costi”.

“Ma non facciamo paragoni con la ‘Terra dei fuochi’ – ha detto Giacomo Leonelli (Pd), che sull’argomento ha predisposto una mozione – perché il territorio che comprende i comuni di Piegaro e Panicale non ha più certo la vocazione industriale della centrale dismessa quanto piuttosto una dimensione turistica e ambientale di pregio che dobbiamo salvaguardare”.

Il presidente della Commissione, Attilio Solinas, ha detto che “le istituzioni stanno facendo la loro parte, sono state attivate le procedure di controllo, i sindaci hanno preso in mano la situazione e si rapporteranno, il prossimo 14 aprile, con il tavolo appositamente predisposto con il Centro tumori. Possiamo però dire che, a fronte dell’accumulo di tonnellate di lignite durato per decenni, in epoche dove la sensibilità ambientale era certamente carente rispetto a oggi, il numero di decessi avrebbe dovuto essere elevatissimo se fossimo stati in presenza di agenti oncogenici, come l’eternit, per fare un esempio. Quindi per il momento attendiamo i risultati dei controlli predisposti ed evitiamo gli allarmismi”.

I sindaci di Piegaro e Panicale, Roberto Ferricelli e Giulio Cherubini, vogliono poter rispondere quanto prima alle domande dei cittadini sull’eventualità del rischio per la salute: “Essere accostati alla terra dei fuochi è devastante per il turismo e l’economia del territorio – ha detto Ferricelli – e denunciamo anche la solitudine in cui siamo stati lasciati in questi mesi di fronte al clamore mediatico sulla vicenda; avrei condiviso volentieri almeno una telefonata. Sollecitiamo chiarezza su fatti e responsabilità eventuali, l’accertamento dei quali spetta agli organi competenti”.

La direttrice del Dipartimento sanitario di prevenzione della Regione, Maria Donata Giaimo, ha detto che “la patologia tumorale impiega molti anni, decenni, per instaurarsi. L’eccesso di incidenza della mortalità nella zona è correlato alle cinque patologie tumorali per cui tutti gli umbri si ammalano, come nel resto del Paese. La prima cosa da fare è capire se effettivamente c’è un eccesso di incidenza. Sono un medico del lavoro e so che tale risposta non si può dare in breve tempo. Bisogna capire chi sono le persone, se sono anziane potrebbero avere lavorato lì. Di rifiuti solidi urbani non si muore, ma si muore di radioattività. Uno studio adeguato richiede un po di tempo e finanziamenti. In ogni caso non siamo in presenza di una patologia neoplastica con una causa unica, come avviene per l’amianto: qui abbiamo patologie tumorali comuni. Occorre mettere in moto un piano di campionamento e, nel caso venisse rilevata una contaminazione di qualche tipo sulle colture, procedere con ordinanza del sindaco”.

Tracciando un quadro della situazione, la dirigente dell’Arpa Sara Passeri ha evidenziato, con l’ausilio di fotografie dall’alto scattate dal 1954 ad oggi, che il territorio di Pietrafitta è stato “profondamente alterato dall’attività della centrale, a causa delle escavazioni e dello stoccaggio delle ceneri. Si tratta di 4 milioni di metri cubi di ceneri, al 90 per cento leggere e il resto pesanti, cioè carbone in pezzi. Una piccola parte è stata usata nei cementifici ma molti sono rimasti sul territorio di Piegaro. Le estrazioni hanno lasciato scali profondi anche 20 metri, ricoperti dalle ceneri. Altra parte di ceneri è stata impiegata in sottofondi stradali. In alcuni laghetti gli argini sono costituiti da ceneri. Inquadrata la situazione, ci stiamo preoccupando di vedere questi stoccaggi che impatto hanno avuto, soprattutto su Piegaro. Sicuramente sono state utilizzate. Per quanto riguarda le ceneri provenienti da La Spezia si tratta di quantitativi irrisori e parliamo comunque di gestione lecita. La cenere di lignite era considerata dai contadini un fertilizzante a costo zero. Negli anni Ottanta non c’era ancora l’odierna sensibilità in materia ambientale”.

Il consigliere regionale del Movimento 5 stella, Andrea Liberati, ha detto che “siamo di fronte a situazioni bloccate per decenni, penso anche al caso di Terni e delle uova, e si percepisce un sistema chiuso, criminale, sopra le nostre teste. Sono contento che, anche grazie ai rappresentanti del nostro movimento che ora sono dentro i consigli comunali, stiano emergendo le preoccupazioni che tanti cittadini denunciano da anni. Ma con i sindaci di allora e la magistratura non è mai successo niente. Si faccia chiarezza”.