Home Argomenti Politica Antimafia all`attacco su Gesenu “Amministrazione giudiziaria per Gesenu”

Antimafia all`attacco su Gesenu “Amministrazione giudiziaria per Gesenu”

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dal Corriere dell’Umbria di Alessandro Antonini. La commissione antimafia incontra forze dell’ordine e procuratore, ipotesi di “approfondimento” dell’inchiesta. Stoccata al Comune

Le inchieste sul caso Gesenu “sono da approfondire”. E possibilmente ampliare. Sia il troncone della gestione illecita dei rifiuti sia la parte sui reati ambientali. Le interdittive e i commissariamenti alle aziende “matrioska”? Provvedimenti importanti, che garantiscono il servizio, ma che dovrebbero conoscere una ulteriore evoluzione. Tipo l’amministrazione giudiziaria. Il socio pubblico “doveva vigilare” sui partner privati.

Tre stoccate durissime che arrivano dalla commissione parlamentare antimafia dopo i summit – in prefettura, alla presenza del nuovo vertice Raffaele Cannizzaro – con le forze dell’ordine del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico e con il procuratore capo della Repubblica Luigi De Ficchy.

La presidente Rosy Bindi ha affermato che “non può si permettere a partner che hanno una configurazione cosi poco trasparente di trovare spazio. Le mafie mandano spesso avanti quelli con la faccia pulita”. Un’accusa diretta a tutte le istituzioni, e in primis al socio pubblico (“è già singolare che per un servizio come la raccolta rifiuti il socio pubblico sia in minoranza, ma io sono una donna del ‘900”), il Comune di Perugia.

Non bastano il cambio nel cda e nei rappresentanti dei soci. “I rami malati – insiste Bindi – vanno recisi e qualche volta non basta perché si è condizionata anche la parte sana”. La paura è che “non si riesca a far pulizia”, con riferimento anche ai danni ambientali riscontrati. Qui appunto forse non basta cambiare i consiglieri. “Quando le mani si comportano male è la testa che n on funziona”. A monte una colpevole sottovalutazione. “Se io mi metto con qualcuno devo sapere chi è. Secondo noi c’è materiale per approfondimenti di natura giudiziaria, ma anche in materia di ulteriori provvedimenti di natura amministrativa-economico-finanziaria”. Tra le possibilità c’è quella “dell’amministrazione giudiziaria, domani se venisse approvato nel ddl sui beni confiscati, anche il controllo giudiziario, che è un provvedimento più blando”. L’ ideale, passato il maremoto giudiziario, sarebbe “la gestione diretta” del pubblico. Il contrario di quello che intenderebbe fare il Comune di Perugia, con la vendita delle quote pubbliche. Bindi e gli altri parlamentari non nascondono di essere approdati a Perugia proprio “dopo i fatti recenti con le interdittive antimafia e i commissariamenti negli appalti della Gesenu”.

La tempistica non è casuale. E’ imminente la sentenza del Tar sul doppio ricorso di Gest e Gesenu contro le interdittive prefettizie. A Viterbo, per ‘Viterbo Ambiente, è stato accolto. “Pur aspettando decisione del Tar – hanno detto Bindi e commissari – riteniamo che le interdittive siano fondate e riteniamo come commissione che si debba fare un’inchiesta e un’indagine seria sulla parte privata di questa società che ha ramificazioni in molte province, anche in Sicilia in zone dove c’è presenza mafiosa”. Non siamo in Lombardia Certo l’Umbria non è la Lombardia “non si può parlare di insediamento mafioso”, ma anche in Lombardia si è iniziato così, con i tentativi di infiltrazioni della ‘ndrangheta e il silenzio delle istituzioni. Va tenuta alta la vigilanza, “perché anche qui sono presenti organizzazioni italiane e internazionali”. Come in Sicilia “il primo pericolo è sottovalutare ma abbiamo trovato consapevolezza e attenzione nelle forze dell’ordine e nella procura. Invito anche alla politica a respingere i tentativi di insediamento che le mafie fanno in tutti i territori”. Proprio caso Gesenu (con le scatole cinesi e le aziende “matrioska”) ha spinto la commissione a valutare una verifica su suolo nazionale della gestione delle società partecipate. Nel pomeriggio c’è stato anche l’incontro della senatrice antimafia Rosana Capacchione, anche lei membro della commissione.