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2015. Raccolta differenziata invariata in Umbria. Cala alla Pieve e a Castiglione.

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Il Rapporto annuale sul servizio di gestione dei rifiuti in Umbria, rispecchia la difficoltà del momento che riguarda anche gli assetti societari, le indagini della magistratura, la difficoltà nella individuazione di soci adeguati a livello privato e pubblico e nell’arrivare ad un gestore unico che superi le discariche.

I dati di cui pubblichiamo un estratto comunicato dalla Regione sono preoccupanti da due punti di vista. Il primo perché sono ancora molti distanti dagli obbiettivi che si era data la programmazione regionale. Il secondo perché il dato più importante, quello della raccolta differenziata, indica uno stallo a livello regionale e addirittura un calo  in alcuni nostri comuni.

A Città della Pieve la raccolta differenziata passa in percentuale dal 56, 3 del 2014 al 55,8 del 2015

A Castiglione del Lago passa dal 54,4 del 2014 al 53, 5 del 2015

A Magione passa dal 49,5 del 2014 al 51,3 del 2015

A Panicale del 64,4 del 2014 al 63,4 del 2015

A Piegaro dal 58,00 del 2014 al 60,8 del 2015 

(n.d.r)

Abstract

La produzione regionale dei rifiuti relativa al 2014 ( 2015 n.d.r) è risultata pari a 470.818 tonnellate, in calo rispetto al 2014 di 13.665 tonnellate, pari al 2,82%.

Il dato complessivo regionale riguardante la produzione dei rifiuti urbani e assimilati prosegue nel trend di costante decrescita che caratterizza il decennio in corso. Il decremento è particolarmente significativo (intorno al 4%) negli ATI 2 e 4, ed è dovuto essenzialmente allo scorporo dal computo dei rifiuti urbani di quote di rifiuti di provenienza extradomestica fino all’anno precedente assoggettati al servizio pubblico di raccolta. Dall’analisi della raccolta delle singole frazioni merceologiche emerge che tale tendenza alla riduzione dell’assimilazione ha riguardato, in modo particolare, il vetro e soprattutto il legno.

Produzione totale rifiuti urbani e assimilati

ATI Produzione totale 2015 (t) Produzione totale 2014 (t) ∆Produzione

2015-2014 (t)

∆Produzione 2015-2014 (%)
ATI 1 68.580 67.974 606 +0,89%
ATI 2 197.082 205.480 -8.398 -4,09%
ATI 3 89.755 91.799 -2.044 -2,23%
ATI 4 115.401 119.230 -3.829 -3,21%
Regione Umbria 470.818 484.483 -13.665 -2,82%

La forte contrazione della produzione dei rifiuti si è riflettuta, ovviamente, in una pari contrazione della media pro-capite regionale, scesa per la prima volta al di sotto dei 500 kg/abitante equivalente (media regionale 493 kg/ab equivalente, comprensiva di studenti non residenti e turisti “stabili” e occasionali). Considerando i soli abitanti residenti, la produzione pro-capite si attesta a 526 kg/ab residente, mantenendosi a un livello superiore alla media nazionale (488 kg/abitante; fonte: Rapporto Rifiuti Urbani ISPRA 2015), ma scendendo molto al di sotto della media delle regioni del Centro Italia (547 kg/abitante), storicamente caratterizzate da un più elevato grado di assimilazione. Rispetto alle medie della UE, il dato regionale è superiore alla media considerando l’intera Unione a 28 Stati (481 kg/abitante), ma inferiore alla media della UE15 (521 kg/abitante).

 

Produzione pro-capite

ATI Popolazione equivalente 2015 Produzione

pro-capite 2015 (kg/ab)

Produzione

pro-capite 2014 (kg/ab)

∆2015-2014 (%)
ATI 1 137.737 498 491 +1,43%
ATI 2 411.896 478 498 -4,02%
ATI 3 167.943 534 547 -2,38%
ATI 4 236.569 488 508 -3,94%
Media Regionale 954.145 493 508 -2,95%

 

A livello di singoli ATI, si evidenzia il forte calo riscontrato nell’ATI 2, storicamente caratterizzato da una media pro-capite superiore rispetto alla media regionale, e che ora invece diviene l’ATI col dato più contenuto, di         15 kg/abitante inferiore alla media regionale, proprio a causa della citata ulteriore contrazione della quota di rifiuti assimilati.

L’ATI 3, invece, caratterizzato nelle scorse annualità dal più alto valore della media pro-capite, nel 2015 ha visto contrarre la produzione pro-capite del 2,38%, verosimilmente anche a causa del potenziamento dei servizi di raccolta domiciliare operato nei comuni di Foligno, Spoleto e Trevi.

Anche nell’ATI 4 la produzione pro-capite ha subito un decremento di circa il 4%, per effetto combinato di entrambe le citate tendenze: quello del minor ricorso all’assimilazione e quello derivante dall’avvio della raccolta domiciliare in molti comuni di piccole dimensioni, in alcuni dei quali fino al 2015 non veniva di fatto praticata la raccolta differenziata. Ciò è stato possibile per effetto dell’inizio, in tali comuni, dell’operatività del gestore unico di ambito.

Nell’ATI 1, come detto in precedenza, vi è stata una tendenza opposta (la media pro-capite è cresciuta di quasi un punto e mezzo percentuale) anche a causa del generale mancato potenziamento della raccolta domiciliare rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata, la media annuale regionale, dopo 6 annualità di costante incremento, ha confermato lo stesso dato del 2014, attestandosi al 50,6%.

La citata riduzione dell’assimilazione relativa ad alcune tipologie di rifiuti (principalmente vetro e legno) ha avuto ripercussioni anche sul dato complessivo di raccolta differenziata, rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente, per la prima volta dopo 6 anni consecutivi di aumenti.

Oltre al minor ricorso all’assimilazione ha negativamente inciso sul dato medio regionale il perdurare di ritardi nella riorganizzazione dei servizi di raccolta in alcune aree del territorio nelle quali, già dalle annualità precedenti, non era ancora stata attivata la raccolta differenziata domiciliare, ad eccezione dell’ATI 4 dove, nell’ultimo trimestre del 2015, il gestore unico di ambito ha attivato i servizi domiciliari in numerosi comuni di piccole dimensioni nei quali, in precedenza, si praticava la raccolta in modalità esclusivamente stradale.

La media regionale di raccolta differenziata permane pertanto al disotto dell’obbiettivo definito nell’adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato con DGR 236/2015 che, per l’annualità 2015, prevedeva il raggiungimento del 59,1%, ed ancora più distante dall’obbiettivo del 65% previsto     dall’art. 20, c.1 della L.R. 11/2009 come riformulato dall’art. 16 della L.R. n.5 del 4 aprile 2014 (Disposizioni collegate alla manovra di Bilancio 2014).

Come si può notare dalla tabella sottostante la media regionale, come detto coincidente a quella registrata nel 2014, deriva da tendenze diverse riscontrate a livello di singoli ATI, tra i quali si è in una certa misura ridotto il “gap” che storicamente vede gli ATI 1 e 2 conseguire medie significativamente più elevate di quelle registrate negli ATI 3 e 4.

Raccolta differenziata 2015

ATI %RD 2015 %RD 2014 ∆2015-2014 (%)
ATI 1 50,5% 51,4% -0,9%
ATI 2 59,1% 60,0% -0,9%
ATI 3 44,9% 43,4% +1,5%
ATI 4 40,7% 39,4% +1,3%
Media Regionale 50,6% 50,6% 0,0%

                            

                   Evoluzione della % di Raccolta differenziata 2009-2015

In controtendenza solo il dato dell’ATI 1, nel quale la produzione di rifiuti urbani è cresciuta di poco meno dell’1% rispetto al 2014, pur in corrispondenza di un calo quasi analogo della percentuale di raccolta differenziata: sui risultati dell’ATI 1 sta influendo, e non da ora, la fase di stallo nel quale versa la procedura per l’individuazione del gestore unico di ambito, che di fatto ha bloccato nei singoli comuni la riorganizzazione dei servizi che, in certi casi, sono stati addirittura depotenziati proprio in attesa dell’operatività del nuovo gestore.

L’ATI 1 registra un decremento dello 0,9% essenzialmente a causa della diminuzione della media dei comuni di Gubbio (-4,3%) ed Umbertide (-2,7%). Nel primo caso si accentua pertanto un preoccupante trend di decrescita della media comunale di raccolta differenziata di un comune che, ormai 5 anni fa, era stato tra i primi del territorio regionale a superare il 50%, mentre ora si colloca 6 punti percentuali al di sotto della media regionale.

Nel caso del comune di Umbertide, invece, il calo è tanto più inatteso in quanto si tratta tuttora del quarto comune umbro per raccolta differenziata ed il primo comune con più di 10.000 abitanti che, già 2 anni fa, aveva superato il 70%.

Quanto sopra evidenzia come, anche laddove si raggiungano performances significative in termini di raccolta differenziata, sia necessario che le amministrazioni comunali proseguano gli sforzi sia in termini di impiego di risorse sia in termini di coinvolgimento dei cittadini onde non vanificare nel tempo i risultati raggiunti.

Nell’ATI 2 si è registrato un decremento percentuale identico all’ATI 1 (-0,9%): Anche in questo caso, hanno inciso negativamente sul dato complessivo di ATI i decrementi, per certi versi inattesi, riscontrati in alcuni comuni di dimensioni significative caratterizzati da tempo da percentuali elevate: Marsciano (-3,0%), Bastia (-3,2%), Corciano (-2%), e lo stesso capoluogo regionale (-1,1%). Tra i comuni sopra i 10.000 abitanti si riscontrano aumenti solo ad Assisi (+2,2%) e Magione (+1,8%). Si evidenzia pertanto come, anche in questo caso, proprio i comuni che fino al 2014 avevano trainato l’incremento medio di ATI e regionale, nel 2015 abbiano registrato una battuta di arresto nel trend di incremento della raccolta differenziata, a dimostrazione di come il raggiungimento di percentuali di effettiva eccellenza nella raccolta differenziata, soprattutto nei comuni di dimensioni medie e grandi, non può essere conseguito solo con la domiciliarizzazione della raccolta, ma anche con l’adozione di ulteriori misure quali l’eliminazione completa dei cassonetti stradali e l’impiego di sistemi di contabilizzazione delle utenze onde implementare sistemi di tariffazione puntuale.

Nell’ATI 3, pur permanendo al di sotto del dato complessivo regionale, la media annuale è cresciuta dell’1,5%, portandosi al 44,9%. Hanno contribuito ad incrementare il dato medio di ATI i positivi incrementi dei due comuni principali: Foligno (+2,8%) e Spoleto (+1,1%), ove è proseguita, seppure a rilento, la progressiva estensione dei servizi di raccolta domiciliare. Tra i Comuni più piccoli si evidenzia il risultato di Trevi (61,2%, +7,0% rispetto al 2014). Hanno invece depresso il dato medio di ATI i cali, del tutto inattesi e dovuti anche in questo caso alla diminuzione del ricorso all’assimilazione, riscontrati a Gualdo Cattaneo (-6,3%) e Giano dell’Umbria (-6,8%) fino all’anno scorso tra i pochi comuni umbri ad aver superato (Giano dell’Umbria) o comunque avvicinato (Gualdo Cattaneo) l’obbiettivo del 65% di raccolta differenziata.

Nell’ATI 4 si è verificata una tendenza per certi versi anomala: nel capoluogo di provincia si è registrato un decremento significativo (-2,7%), dovuto all’esclusione dal computo dei rifiuti urbani differenziati di quote significative di rifiuti di provenienza commerciale, artigianale o manifatturiera, in particolare di legno, fino al 2014 assimilate ai rifiuti urbani; pur tuttavia il dato medio annuale di ATI ha registrato un incremento (+1,3%) dovuto alla riorganizzazione dei servizi operata dal gestore unico di ATI, nell’ultima parte del 2015, ad Amelia (+6,1%), Narni (+8,3%) ed in numerosi comuni di piccole dimensioni ove il passaggio dal sistema di raccolta prettamente stradale a quello domiciliare su tutto il territorio ha portato nel giro di pochi mesi la raccolta differenziata a percentuali di eccellenza nell’ultimo trimestre del 2015 (superiori al 65%), solo in parte evidenti nel dato certificato col presente atto che si riferisce appunto alla media dell’intera annualità. Si evidenzia pertanto sia di fondamentale importanza che il gestore unico di ambito si adoperi in breve tempo all’effettiva riorganizzazione della raccolta domiciliare nel comune di Terni, processo progettualizzato da tempo ma mai effettivamente attuato, e che permetterebbe di conseguire nel giro di breve tempo risultati, a livello di ATI, in linea con i citati obbiettivi della pianificazione regionale, stante il completamento della riorganizzazione sostanzialmente già realizzato nei restanti comuni.

La tabella seguente mette in relazione i quantitativi di raccolta indifferenziata prodotti nel 2015 con quelli previsti nell’ipotesi di raggiungimento dell’obbiettivo del 65% di raccolta differenziata previsto per il 2015 per ciascun ATI dall’art. 20, comma 1, della L.R. 11/2009, come modificato dall’art. 16 della L.R. 5/2014. Nessuno dei 4 ATI, come detto, ha raggiunto l’obbiettivo e pertanto tutti e 4 hanno avviato a smaltimento in discarica una “eccedenza” di rifiuti indifferenziati rispetto a quella prevista nel caso di raggiungimento del suddetto obbiettivo.

Tutti i 4 ATI saranno pertanto destinatari delle sanzioni previste dall’art. 21, comma 3, della L.R. 11/2009 per il mancato raggiungimento dell’obbiettivo di raccolta differenziata, calcolate mediante il criterio di cui al Regolamento Regionale n. 1 del 10 Gennaio 2012.

Quantitativi di R.U. e assimilati avviati a smaltimento rispetto agli obbiettivi di RD

Produzione R.U. 2015 (t) RD 2015 (%) RD 2015 (t) Rifiuti indifferenziati 2015 (t) Rifiuti indifferenziati corrispondenti a

RD 65% (t)

Tonnellate eccedenti (t)
ATI 1 68.580 50,5% 34.635 33.945 18.650 15.295
ATI 2 197.082 59,1% 116.443 80.639 62.700 17.939
ATI 3 89.755 44,9% 40.317 49.439 21.709 27.730
ATI 4 115.401 40,7% 46.980 68.421 25.297 43.124
Umbria 470.818 50,6% 238.374 232.443 128.355 104.088

Nel 2015, per la prima volta dopo alcuni anni, i rifiuti da spazzamento stradale raccolti su tutto il territorio regionale sono aumentati, seppur di poco (+497 tonnellate) rispetto all’anno precedente. Il 26% delle 15.328 tonnellate di spazzamento stradale raccolto è stato avviato a recupero. Nell’ultima parte dell’anno anche gli ATI 1 e 2 hanno iniziato ad inviare parte dei propri rifiuti da spazzamento stradale in un impianto di recupero ubicato a Terni entrato in servizio nel 2014.

Si conferma la criticità derivante dalla difficoltà di trattamento e recupero dei rifiuti ingombranti, che per il 78% del totale del quantitativo raccolto sono stati direttamente avviati a smaltimento in discarica.

Il grafico a pagina seguente evidenzia l’evoluzione delle raccolte nelle ultime annualità: come nelle annualità precedenti, si evidenzia come il diretto avvio a smaltimento di buona parte dei rifiuti da spazzamento stradale e dei rifiuti ingombranti porti a un decremento di quasi 4 punti della “potenziale” percentuale di raccolta differenziata.

 

 

 

Evoluzione delle raccolte differenziate e indifferenziate dei rifiuti urbani e assimilati

 

Il grafico a pagina seguente, nel quale si rappresenta l’evoluzione quali-quantitativa dei rifiuti raccolti nelle ultime annualità, mostra come, per la prima volta da quando si sono iniziate ad attuare le disposizioni del Piano Regionale relative alla domiciliarizzazione della raccolta dei rifiuti organici, la quantità raccolta di tali rifiuti abbia subito una contrazione; In particolare si evidenzia un calo significativo (-14,7%) degli sfalci verdi presumibilmente dovuto al fatto che talune amministrazioni comunali, nell’attuale congiuntura caratterizzata dalla scarsità di risorse, hanno operato una riduzione delle operazioni di manutenzione delle aree verdi. Si evidenzia inoltre come permangano criticità relative alla qualità dei rifiuti organici raccolti che, in certi casi, pur essendo avviati a processi di compostaggio, hanno pregiudicato l’effettivo riciclaggio delle matrici organiche di qualità. Si riscontra invece un live incremento dei quantitativi raccolti in forma differenziata delle frazioni secche, in particolare della plastica (+18,6%) e dei metalli (+8,2%).

 

             Evoluzione della composizione dei rifiuti urbani e assimilati

Di seguito viene riportata la tabella relativa ai risultati dei 19 comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti, nei quali risiedono i 3/ 4 della popolazione regionale e nei quali pertanto si producono i 3/ 4 del totale della produzione dei rifiuti.

Comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti

Comune Pop. equivalente Prod. Tot. 2015 (t) %RD 2015 %RD 2014 ∆2015-2014
Città di Castello 41.497 22.443 48,4% 47,8% +0,6%
Gualdo Tadino 15.709 7.471 55,4% 54,4% +1,0%
Gubbio 34.032 15.505 44,4% 48,7% -4,3%
San Giustino 11.557 6.754 48,5% 46,0% +2,5%
Umbertide 17.113 8.753 69,2% 71,9% -2,7%
Assisi 34.208 16.271 51,9% 49,8% +2,1%
Bastia Umbra 22.681 11.038 66,4% 69,6% -3,2%
Cast. del Lago 16.937 8.386 53,5% 54,4% -0,9%
Corciano 22.114 11.597 56,8% 58,7% -1,9%
Magione 16.404 7.603 51,3% 49,5% +1,8%
Marsciano 19.269 8.901 63,9% 66,9% -3,0%
Perugia 189.332 93.375 59,3% 60,3% -1,0%
Todi 17.767 8.120 66,5% 66,6% -0,1%
Foligno 59.354 32.743 55,1% 52,3% +2,8%
Spoleto 40.288 21.702 40,2% 39,1% +1,1%
Amelia 12.192 5.650 38,1% 32,0% +6,1%
Narni 20.472 8.567 50,1% 41,8% +8,3%
Orvieto 22.272 12.158 39,8% 39,6% +0,2%
Terni 116.332 61.389 40,5% 43,2% -2,7%
Totale 19 comuni 729.530 368.426 51,9% 52,4% -0,5%

Si evidenzia come, nei suddetti 19 comuni, destinatari nelle annualità precedenti di un programma straordinario per la diffusione della raccolta differenziata domiciliare, per la prima volta si sia riscontrata una contrazione complessiva del dato medio di raccolta differenziata, mentre fino al 2014 avevano sempre conseguito un incremento medio superiore a quello regionale.

Il 2015 si caratterizza pertanto come un anno di inversione di tendenza, nel quale l’incremento della raccolta differenziata in numerosi comuni di piccole dimensioni (in particolare dell’ATI 4), che fino all’anno precedente penalizzavano la media regionale, hanno compensato la diminuzione, seppur lieve, dei risultati relativi a comuni, anche di dimensioni significative, che da anni conseguivano risultati di eccellenza.

La tendenza alla omogeneizzazione dei risultati sul territorio regionale, ovvero alla contrazione del “gap” tra i comuni “virtuosi” e quelli storicamente caratterizzati da risultati più modesti, emerge anche dal computo dei comuni che hanno superato gli obbiettivi del 65% e del 50% fissati dal Piano Regionale, riportati nella tabella a pagina seguente.

Complessivamente, 9 Comuni, dei quali 3 (Umbertide, Todi e Bastia Umbra) sopra i 10.000 abitanti, hanno superato il 65% di raccolta differenziata (nel 2014 erano 13 dei quali gli stessi 3 sopra i 10.000 abitanti). Altri 33 Comuni, dei quali 8 sopra i 10.000 abitanti, hanno superato l’obbiettivo “intermedio” del 50% (nel 2014 erano 19, dei quali 4 sopra i 10.000 abitanti).

La sostanziale stabilizzazione dei risultati di raccolta differenziata, e in particolare le difficoltà ad imprimere ulteriori passi in avanti incontrate dai comuni nei quali i servizi domiciliari erano già stati parzialmente attivati nel corso delle ultime annualità era già emersa dall’analisi dei dati trimestrali che, nel corso del 2015, erano stati trasmessi dagli ATI ai sensi dell’art.8, comma 3 della L.R. 11/2009.

Stante ciò, nel corso dell’ultimo bimestre del 2015 sono state predisposte una serie di misure, approvate con DGR 34 del 18 Gennaio 2016, finalizzate all’accelerazione dell’incremento della raccolta differenziata.

In particolare, con tale atto è stato dato mandato ai Comuni, di approvare un programma di riorganizzazione, da attuare entro il 30 Giugno 2016, volto a completare la riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare dei rifiuti urbani e assimilati in conformità alle previsioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e alle Linee Guida regionali approvate con D.G.R. 1229/2009 in modo tale da conseguire, in ciascuno di essi, un obiettivo di raccolta differenziata non inferiore al 60% per il secondo semestre dell’anno 2016, non inferiore al 65% per l’anno 2017 e non inferiore al 72,3% per l’anno 2020.

Con l’atto suddetto viene inoltre promosso il passaggio a sistemi di tariffazione puntuale che, attraverso la contabilizzazione dei rifiuti conferiti al gestore della raccolta, consentano di modulare gli oneri a carico di ciascuna utenza mediante un incentivante sistema premiale in relazione alla quantità dei rifiuti prodotti e all’efficienza della differenziazione praticata a livello domiciliare. Ciò ai fini non solo dell’incremento quantitativo della percentuale di raccolta differenziata ma anche dell’incremento dell’efficienza della stessa, al fine di ridurre gli scarti nei processi di trattamento e conseguentemente i rifiuti smaltiti in discarica.

 

   Comuni che hanno superato gli obbiettivi del 65% e del 50% di RD

Comune Pop. equivalente Prod. Tot. 2015 (t) %RD 2015 %RD 2014 ∆2015-2014
Bettona 4.490 1.768 81,7% 82,6% -0,9%
Attigliano 2.115 705 77,5% 58,4% +19,1%
Torgiano 7.000 3.154 71,0% 71,5% -0,5%
Umbertide 17.113 8.753 69,2% 71,9% -2,7%
Lisciano Niccone 676 255 68,9% 69,2% -0,3%
Montecastrilli 5.180 1.964 68,1% 67,4% +0,7%
Fratta Todina 1.895 698 66,6% 67,9% -1,3%
Todi 17.767 8.120 66,5% 66,6% -0,1%
Bastia Umbra 22.681 11.038 66,4% 69,6% -3,2%
M. Castello di Vibio 1.643 591 64,9% 65,5% -0,6%
Montecchio 1.742 481 64,4% 62,6% +1,8%
Collazzone 3.743 1.433 64,2% 64,6% -0,4%
Marsciano 19.269 8.901 63,9% 66,9% -3,0%
Panicale 5.981 2.535 63,4% 64,4% -1,0%
Giano dell’Umbria 3.889 1.425 62,3% 69,1% -6,8%
Fossato di Vico 3.018 1.201 62,1% 65,3% -3,2%
Acquasparta 5.029 2.030 61,9% 60,2% +1,7%
Campello sul Clitunno 2.561 1.705 61,9% 60,4% +1,5%
Trevi 8.993 5.365 61,2% 54,2% +7,0%
Piegaro 3.825 1.824 60,8% 58,0% +2,8%
Deruta 9.822 4.409 59,8% 63,0% -3,2%
Massa Martana 3.858 1.484 59,7% 60,5% -0,7%
San Venanzo 2.355 936 59,7% 61,5% -1,8%
Cannara 4.455 1.869 59,5% 61,0% -1,5%
Perugia 189.332 93.375 59,3% 60,3% -1,1%
Otricoli 1.928 711 58,3% 46,7% +11,6%
Gualdo Cattaneo 6.453 2.405 57,3% 63,6% -6,3%
Corciano 22.114 11.597 56,8% 58,7% -2,0%
Valfabbrica 3.527 1.445 56,4% 54,2% +2,2%
Città della Pieve 8.142 3.734 55,8% 56,3% -0,4%
Alviano 1.480 478 55,5% 66,1% -10,6%
Gualdo Tadino 15.709 7.471 55,4% 54,4% +1,0%
Sigillo 2.487 1.138 55,2% 53,3% +1,9%
Foligno 59.354 32.743 55,1% 52,3% +2,8%
Castiglione del Lago 16.937 8.386 53,5% 54,4% -0,9%
Assisi 34.208 16.271 51,9% 49,8% +2,2%
Passignano sul T. 6.668 3.430 51,4% 48,6% +2,8%
Magione 16.404 7.603 51,3% 49,5% +1,8%
Calvi dell’Umbria 1.894 697 51,1% 22,1% +29,1%
Paciano 1.075 373 50,9% 53,9% -3,1%
Lugnano in Teverina 1.530 754 50,3% 41,2% +9,1%
Narni 20.472 8.567 50,1% 41,8% +8,3%

 

La suddetta DGR 34/2016 ha sensibilizzato le Amministrazioni Comunali a rifocalizzare l’attenzione sulla necessità di pervenire al completamento della diffusione dei servizi di raccolta domiciliare sull’intero territorio e, ove la riorganizzazione è già operativa, a profondere ulteriori sforzi finalizzati al miglioramento dell’efficienza della raccolta.

Nel corso dei mesi di Aprile e Maggio dell’anno corrente il Servizio Regionale competente ha operato, presso i comuni, un monitoraggio dei programmi di riorganizzazione disposti ai sensi della suddetta DGR 34/2016. Complessivamente, hanno aderito al monitoraggio 73 comuni su 92.

Dall’analisi dei dati pervenuti emerge come solo nell’ATI 4 il gestore unico di ATI abbia intrapreso un processo di riorganizzazione dei servizi complessivo e omogeneo su tutto il territorio dell’ATI, che comprende anche l’eliminazione dei cassonetti stradali e l’adozione di un sistema di contabilizzazione delle utenze. Permangono tuttavia incertezze circa la tempistica di effettivo completamento della riorganizzazione dei sistemi di raccolta domiciliare nell’intero territorio comunale di Terni.

Negli altri 3 ATI permane una situazione di generale frammentarietà dei programmi di diffusione della raccolta domiciliare, in particolare nell’ATI 1 ove alcune amministrazioni comunali hanno subordinato il completamento della riorganizzazione alla conclusione della gara per l’affidamento del servizio di raccolta al gestore unico di ambito, ancora in corso.

In altri casi, tra i quali il comune capoluogo regionale, si prevede il completamento della riorganizzazione e l’adozione di un sistema di tariffazione puntuale solo nel lungo periodo (fine 2018), mentre invece è di fondamentale importanza che ciò avvenga nel breve periodo, onde imprimere alla raccolta differenziata, su tutto il territorio regionale, il decisivo incremento quali-quantitativo necessario per ridurre considerevolmente il fabbisogno di smaltimento.