(Rassegna stampa dal Corriere dell’Umbria). E’ arrivato ieri mattina, al termine di un colloquio tanto vivace quanto decisivo per le sorti dell’agricoltura del Trasimeno, il via libera della Regione per l’irrigazione dei campi mediante attingimento dal bacino di Montedoglio. Giovedì o al massimo venerdì della prossima settimana, l’acqua dovrebbe essere a disposizione degli agricoltori per l’irrigazione delle colture stagionali, salvando in extremis la produzione estiva ed evitando quei danni che gli agricoltori della fascia occidentale del Trasimeno avevano già stimato per centinaia di migliaia di euro.
A sbloccare la vicenda ci ha pensato la Comunità Montana Alto Tevere, debitrice dell’Agenzia Forestale per lavori di manutenzione svolti da quest’ultima e non retribuiti a causa del mancato finanziamento regionale, che si sarebbe impegnata, nell’incontro di ieri all’assessorato regionale all’agricoltura, a versare quanto dovuto, pur di ottenere la firma sulla convenzione. Firma che consente agli agricoltori di poter usufruire per l’irrigazione dei terreni ubicati nei comuni di Tuoro, Castiglione del Lago, Passignano, Panicale, Paciano e Città della Pieve, di quel milione circa di metri cubi d’acqua necessaria al fabbisogno delle colture estive, proveniente dall’invaso di Montedoglio.
Lunedì l’Agenzia Forestale dovrebbe riaprire i “rubinetti” di Montedoglio. L’acqua verrà convogliata in un invaso e successivamente immessa nella rete di distribuzione. Giovedì o venerdì arriverà a destinazione, nelle campagne del Trasimeno. Tutto questo salvo ulteriori imprevisti.
“Non è così che ci si comporta. Perché non si è provveduto prima a sbloccare questa situazione? – lamenta una imprenditrice agricola di Castiglione del Lago – se le risorse non c’erano ieri e non ci sono oggi, questa scelta poteva essere presa prima. Siamo al 25 maggio, molte aziende come la mia hanno già fatto corposi investimenti nell’acquisto delle sementi, delle piantine, dei concimi e assumendo personale. Poche ore di ritardo possono mettere a repentaglio la produzione e la stessa sopravvivenza di qualche azienda. Poi non lamentiamoci se sulle tavole degli umbri, i prodotti agroalimentari vengono importati dall’estero”.