Home Argomenti Politica Pieve di Tutti “Opacità progettuale il declino peggiore”

Pieve di Tutti “Opacità progettuale il declino peggiore”

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A due anni dall’insediamento del “nuovo” governo Comunale, accompagnato da promesse di grandi cambiamenti, è piuttosto difficile scorgere il nuovo. Comunque, poiché è nostro atteggiamento mentale attenerci ai fatti, ci teniamo a spiegare questa affermazione.

Le politiche tributarie sono rimaste ferme con continui e in qualche caso legittimi rimandi ai limiti delle scelte nazionali. Tuttavia non abbiamo visto fare scelte di campo che sappiamo possono essere difficili. Per esempio non abbiamo costatato un tentativo serio di riduzione di spesa. Lo scorso anno è invece aumentata la imposizione fiscale.

Le politiche di investimento in opere pubbliche vedono realizzazioni già programmate precedentemente con finanziamenti appositamente stanziati. In alcuni casi alcune opere come la futura nuova scuola media sono avvertite come un peso di bilancio piuttosto che come potenziamento di servizi.

In campo urbanistico c’è stata un’involuzione con ritocchi ai regolamenti ambientali, dismissione di politiche energetiche, abdicazione a piani di arredo urbano e diversa viabilità o sosta. La conseguenza è che la città è spesso disordinata. Le ordinanze si susseguono e talvolta cambiano a seconda degli interessi del momento.

Nell’ambito dei rapporti territoriali viene sviluppata una politica ibrida che per certi versi guarda al Trasimeno e per altri all’area dell’Alto Orvietano. Anche qui a seconda delle esigenze del momento e delle opportunità senza mai avere una coerenza chiara di azione e prospettiva. Così da un lato si esalta il progetto Aree Interne e dall’altro si fanno tentativi di unione di servizi con il Trasimeno.

Le azioni annunciate sulla gestione dei rifiuti non hanno prodotto cambiamenti. E non sarà lo spostamento delle isole ecologiche a rappresentare una inversione di rotta. La raccolta puntuale, monitorata, porta a porta sia pur in forma sperimentale sembra essere una utopia. I rapporti con TSA riproducono schemi consolidati come la recente nomina di consiglieri di Amministrazione ha dimostrato. Il cambio del Regolamento ha apportato modifiche alla nomina del Presidente che ora spetta alla “politica”. Sarà questa una svolta? Temiamo di no.

In campo turistico-culturale i recenti rinvenimenti di reperti Etruschi hanno aperto possibilità di sviluppo. Attendiamo comunque di capire quali progetti e strategie reali siano in corso, quali rapporti sinergici siano stabiliti con la Sovrintendenza, quali azioni siano possibili. Per ora, l’unico risultato è che il Museo Civico Diocesano, dove tra le altre opere vi è anche un affresco del Perugino, è ancora meno accessibile. Per il resto assistiamo o a ripetizioni di manifestazioni ormai consolidate o a qualche approssimativo disegno dai contorni sfumati.

Le politiche di sostegno alla imprenditorialità e alle attività produttive non decollano. Il tanto annunciato Centro Commerciale Naturale è ancora incerto. Pensiamo che tale progetto non può essere affidato soltanto agli operatori consorziati. Occorre anche e soprattutto un piano pubblico che lavori in sinergia e si volga verso un obiettivo condiviso. Ognuno deve fare la sua parte. Non si può parlare di reti commerciali senza pensare a progetti di animazione urbana, di arredo, di servizio, di sostenibilità che significa accoglienza e sosta. Buone pratiche già sperimentate lo dimostrano.

Le politiche sociali seguono schemi noti. In realtà un elemento nuovo su cui è stata posta molta enfasi è il progetto Beni Comuni che riafferma il valore della partecipazione civica per la tutela di ciò che ha valore nella vita comunitaria. Ebbene questo principio è sacrosanto e condiviso. Tuttavia c’è un rischio che ci pare si stia profilando: quello che la Pubblica Amministrazione si affidi al volontariato dei singoli e cerchi semplicemente di governarlo. Non sarebbe meglio che la Pubblica Amministrazione fosse la portatrice di progetti da svolgere insieme ai cittadini con compiti diversi ma concorrenti all’esito finale? Intanto si succedono cerimonie, più piccole, più grandi, in cui si danno pergamene o si affiggono targhe. Riconoscimento di meriti dei cittadini o auto-celebrazione?

L’unico settore in cui la progettualità si muove è quello della Istruzione, sorretto dalla apertura del nuovo Liceo Musicale. Una opportunità che arricchisce il polo formativo pievese e che dà una speranza di futuro.

Futuro molto nebuloso perché la città sta perdendo slancio. È palpabile nei luoghi vuoti di persone sia pur pieni di macchine; è palpabile nei servizi svuotati di funzioni reali che ci chiamano a sacrifici e disagi; è palpabile in una marginalità politica che la presenza di qualche autorità non basta a superare. È palpabile soprattutto nell’opacità progettuale che in periodi di crisi ci sembra il declino peggiore.

da Pieveditutti.com