Mentre Panicale firma accordi di costituzione del Borgo Commerciale Naturale, Città della Pieve è ferma. Dopo slanci di progettualità negli anni precedenti sul Centro Commerciale Naturale, adesso tutto è spento. Si spengono le idee e anche la città perde vitalità.
Pensiamo che è sempre più necessario riflettere sul tema del commercio nel centro storico perché è indubbio che commercio significa socialità, movimento e vitalità.
È banale ripetere che negli ultimi decenni, con lo sviluppo della città espansa e dei centri commerciali extraurbani, c’è stato un cambiamento inarrestabile che ha svantaggiato il commercio dei centri storici.
È altrettanto scontato ripetere che occorrono una rivitalizzazione e strategie innovative. Pensiamo piuttosto che è il momento di avanzare proposte, basandoci su studi e buone pratiche già messe alla prova.
Crediamo che ci siano alcuni elementi da potenziare.
Innanzi tutto è necessaria un’integrazione stretta tra operatori commerciali e amministrazione pubblica. I compiti distinti naturalmente tendono poi a convergere e a diventare azione unica e condivisa. La composizione ordinata degli interessi e dei valori in gioco è indispensabile in ogni ambito.
Spetta agli operatori pensare ad un accordo che può assumere diverse forme ma che deve essere improntato ad un’azione comune di gestione della promozione e dell’animazione. Nell’autonomia delle singole imprese è fondamentale la pubblicità comune, aggiornata e aperta all’innovazione, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, per rafforzare la definizione del luogo, dove la città stessa possa essere valore aggiunto e contribuire a creare fidelizzazione.
Spetta agli operatori pensare ad una posizione commerciale nuova e competitiva perché diversa rispetto ai centri commerciali. Questo significa rafforzamento dell’offerta, diversificazione equilibrata, peculiarità di prodotto e di relazioni. Questo vuol dire offrire merci comuni ma anche prodotti non rintracciabili nelle immediate vicinanze con un accurato servizio di assistenza e personalizzazione, assente nelle grandi polarità commerciali extra-urbane.
Spetta agli operatori pensare ad una identità di mercato che esprima un’immagine di qualità legata anche al luogo.
Spetta alla pubblica amministrazione creare le condizioni e incentivare le azioni volte a presentare i centri come “prodotti” da vivere pienamente nella varietà delle risorse che li caratterizzano. Occorrono allora politiche attive che riguardano il contesto urbano e i servizi.
Spetta alla pubblica amministrazione intervenire sull’arredo urbano, qualificare l’aspetto e la vivibilità della città, rendere il contesto accogliente e amabile.
Spetta alla pubblica amministrazione pensare ad una buona accessibilità ai centri storici con la gestione del traffico e della sosta, con la pedonalizzazione delle vie commerciali che diventa elemento essenziale per favorire il passeggio e rendere il luogo vivibile, percorribile, godibile.
Insieme operatori pubblici e privati dovrebbero inoltre pensare a servizi continuativi per i consumatori quali intrattenimento per i bambini, offerte culturali e consegne a domicilio.
Poche cose che già potrebbero essere una rivoluzione.
da www.pieveditutti.com