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Piegaro – Cibottola si mobilita per salvare il castello

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Piegaro – II castello, con la chiesa e il convento annessi, sono in rovina. Il complesso è pericolante. Secoli addietro sono stati proscenio privilegiato dei personaggi storia più illustri, santi e capitani di ventura. Da San Francesco di Assisi a Braccio Fortebraccio da Montone. Perle uniche per storia, arte e architettura: oggi a rischio estinzione. Siamo a Cibottola, frazione di Piegaro che si staglia dai suoi 471 metri dominando la Valnestore. Un manipolo di abitanti sta lavorando per fare rinascere castello, convento e chiesa: il borgo che per tanti troppi turisti ma anche autoctoni non rientra nelle mappature dell’Umbria da visitare. Continua l’inchiesta del Corriere dell’Umbria sui beni culturali da riqualificare. “Questo gruppo – spiega Gabriele Marsili, amministratore del gruppo facebook ‘Cibottola, una storia da ricostruire’ e vicepresidente del circolo nasce dalla volontà di riscoprire e recuperare monumenti e reperti storici del piccolo paese di Cibottola.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ed istituzionale al recupero di un borgo storico unico nel suo genere, ricco di storia e suggestivi panorami. Dal castello medioevale, alla chiesa parrocchiale e al famoso convento francescano, Cibottola deve essere riscoperto non solo per la sua storia ma anche per quell’atmosfera di meditazione e religiosità che lo stesso San Francesco d’Assisi ebbe modo di vivere ed ammirare”.

Il castello (villa del 1.200 fortificata nel XIV secolo) è di proprietà di un privato e le aree intorno della “confraternita della morte” e del Comune. Mancano i fondi per un intervento di rilancio del tesoro ormai diruto. Cibottola venne frequentata assiduamente dal Medioevo per la sua vicinanza al convento dedicato a San Bartolomeo (parte dell’itinerario francescano), che si presenta come un rude re inghiottito dalla vegetazione: vi soggiornarono San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova e San Bonaventura.

Nel 1416 il castello fu abitato da Braccio Fortebraccio: tra le altre cose a Cibottola incontrò gli ambasciatori fiorentini che tentarono invano di dissuaderlo dal conquistare Perugia. Ma c’è anche l’architettura. Il campanile ettagonale, già restaurato, è un elemento raro sul panorama europeo. Solo un altro caso in Italia. “Qualcosa non ha funzionato nella nostra zona per anni – spiega amareggiato Marsili evidentemente sono state valorizzate cose o attività che nel tempo non si sono dimostrate fruttuose. Se digitiamo campanile ettagonale su google ci appare un paesino in Lombardia di nome Soncino. Si legge che Soncino è unico paese in Europa ad avere un campanile ettagonale, intorno ad esso, molto intelligentemente è sorto un circuito turistico di rilievo per Soncino e zone limitrofe”. Non così a Cibottola. Il campanile di Soncino è alto 25 metri, fatto in mattoncini e con una campana di 150 kg. Il campanile di Cibottola è alto poco meno, 20 metri, ma è quasi interamente fatto in pietra e vanta una campana di 450 chili. Eppure le idee per far tornare attrattivo il castello, anche con un’ipotesi di ritomo economico, ci sono. Leonardo Gobbini ha scritto la sua tesi di laurea in architettura sul caso.

Il documento ricomprende lo studio, l’analisi e la rappresentazione della fortificazione che nei secoli ha subito molte trasformazioni. Poi il progetto di restauro corredato dalla pro na/O ¡I campanile a sette angoli, in Lombardia un esempio simile è stato valorizzato mentre in questo caso dimenticato E’ stato oggetto di una tesi di laurea che prevede una possibile trasformazione in agriturismo artistico progettazione di riqualificazione. Il rilievo “ha fornito una base grafica fondamentale – è scritto nella presentazione della tesi – per il progetto di consolidamento e di restauro delle mura difensive ed ha permesso la redazione di carte tematiche per lo studio statico e diagnostico della struttura.

Sono stati realizzati i fotopiani dettagliati della cortina muraria e un modello 3d dell’intero complesso”. Buona parte dell’eventuale lavoro da fare è tracciata. Ultimo obiettivo affrontato, ancorché centrale, è quello della nuova utilizzazione della struttura: la proposta riguarda “la conversione degli spazi intemi del circuito murario in un agriturismo artistico al fine di creare una stuttura ricettiva alberghiera integrata da laboratori artistici di disegno, scultura, pittura, mosaico, ceramica, fotografia e teatro”.

Ma prima è necessaria la messa in sicurezza: la vicina chiesa di San Fortunato, di cui è stato recuperato il campanile, è agibile ma gravata da un’ordinanza emanata dieci anni fa proprio per problemi di stabilità di tutto il castello. Che essendo interamente pericolante non permette la fruizione dei tesori che contiene. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ed istituzionale al recupero di un borgo storico