Il comunicato del Sindaco Scricciolo sulla questione Ospedale pone due problemi, uno di carattere prettamente politico e uno di tipo storico-politico-istituzionale. Il primo nodo è sulle responsabilità di governo e sulle scelte operate in ambito sanitario. Il Sindaco ci dice che lui è stato sempre in difesa dell’Ospedale, ha raccolto firme, ha agito direttamente. Quando però è arrivato al governo della città, quando era il momento di far valere le vere, storiche, autentiche vocazioni di Città della Pieve, cosa ha fatto la giunta Scricciolo? Ha accettato lo stato delle cose. I giochi sarebbero già stati fatti e a lui non sarebbe rimasto che accettare la “riqualificazione” proposta dalla Regione, ma i fatti sono fatti ed è sua precisa responsabilità avere accettato la deospedalizzazione di Città della Pieve. Oggi, lo stesso Sindaco si erge a paladino del “Salviamo il salvabile”.
È sconcertante la contraddittorietà di questa posizione del primo cittadino che sembra arrivare da un altro pianeta, scivolato in municipio dalle nuvole. Anzi ribadisce che la sua amministrazione non ha responsabilità alcuna rispetto alle scelte fatte quasi a segnare uno smarcamento da quel partito che ha governato dal dopoguerra e sotto il cui simbolo è stato eletto. Uno spirito di indipendenza in una Giunta monocolore PD!
Il secondo nodo è che la sua ricostruzione storica non è completa. Nel tracciare il percorso che ha portato al presente, il Sindaco liquida affrettatamente la questione dell’Ospedale Unico di “Villastrada” come lui lo chiama. Forse è opportuno e giusto ricordare che quel progetto era il risultato di un accordo costruito dopo anni di discussione tra Città della Pieve e Castiglione del Lago. Quel progetto era il compimento di molti sforzi e avrebbe assicurato un ospedale di zona in un’area radiale, al centro di tutti i paesi del Trasimeno nord-est. Improvvisamente quel progetto è decaduto per mancanza di finanziamenti ma anche per cambio di dirigenze politiche territoriali e revisione degli accordi finanziari. La Regione ha fatto dietro front e ha impostato un nuovo piano con Ospedale Unico a Castiglione del Lago e riqualificazione a Città della Pieve. A quel punto – con il mancato rispetto dell’accordo da parte delle Autorità regionali – la maggioranza di governo pievese (di centro-sinistra) si è dichiarata contraria al nuovo piano. L’impostazione regionale non è stata ritenuta idonea a garantire il diritto alla salute dei cittadini e non c’è stato nessun accordo. Anzi, è iniziata una forma di resistenza inascoltata. La Regione ha perseguito il suo piano senza possibilità per le comunità e le amministrazioni locali di incidere. Peccato che il Sindaco e gli attuali amministratori non abbiano partecipato ai Consigli Comunali, disattesi da esponenti degli enti superiori, o alle discussioni politiche!
Questa è la verità storica ed è una posizione coerente. Non c’è stato un prima o un dopo fiducia; c’è stata semplicemente un’azione chiara di non accettazione di piani imposti e poco rispondenti ai bisogni reali e al diritto alla salute. Quando poi si è insediata questa amministrazione quello che abbiamo visto è stato un ingresso trionfale a Sant’Agostino del Sindaco e della Presidente Marini che in perfetta sintonia ci hanno ribadito che per Città della Pieve era prevista una riqualificazione moderna. Hanno insistito sulla solita storia del cambio dei tempi e dei nuovi bisogni, delle tecnologie e dell’innovazione. Da allora – era il 2014 – abbiamo assistito alla smobilitazione ospedaliera, ma a nessun segno di riqualificazione.
Questa è verità storica – lo ribadisco. Il resto è solo un tentativo di vana giustificazione. La questione vera e rimasta senza risposta da mesi non è quella degli ipotetici investimenti su una struttura deospedalizzata, ma di quali saranno i servizi sanitari per i cittadini pievesi.
Maria Luisa Meo