Home Rubriche Storia pievese E’ morto Giuliano Possieri . Bella e importante storia di un pievese

E’ morto Giuliano Possieri . Bella e importante storia di un pievese

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Quando abbiamo ricostruito la storia della Fornace Frazzi, Giuliano  è stato uno dei maggiori protagonisti di quella ricostruzione, avendoci lavorato, come impiegato per molti anni. Quando abbiamo ricostruito la storia del lavoro e dell’impresa a Città della Pieve nel ‘900, Giuliano c’era avendo fatto prima il direttore poi l’imprenditore di una attività insieme a Targetti. Quando abbiamo scritto la storia del calcio Pievese,  Giuliano c’era come protagonista sia della breve ma significativa esperienza con la Frazzi, sia dopo con la rinata Pievese di Don Augusto Panzanelli. Quando si è trattato di scrivere la storia del Terziere Castello, Giuliano è fotografato, nelle prime sfilate e nei primi Pali disputati. Quando si parlerà della storia politica pievese, lui sarà tra i protagonisti della storia della Dc a Città della Pieve, per terminare quel lungo cammino poi nelle fila del Partito Democratico, insieme al figlio Andrea.

Quando qualcuno ci lascia, si dice sempre che se ne va qualche pezzo di qualcosa. Non solo di una vita, di sentimenti e affetti, ma anche di quello che le persone fanno e costruiscono nella società, nella comunità in cui vivono. Ecco la morte di Giuliano Possieri è un esempio classico della perdita di un pezzo di storia del nostro paese , di Città della Pieve, della storia pievese nel secondo Novecento , ma anche di questi primi pezzi del ventunesimo secolo.

Oggi lo vogliamo ricordare riportando  brani di alcune sue interviste che gli abbiamo fatto nelle diverse vesti che prima abbiamo ricordato. E rivedendolo e riascoltandolo anche  nelle interviste che possono essere trovate nel sito fornacedellamemoria.it,  confesso che l’emozione ha avuto il sopravvento.

Gianni Fanfano

foto giuliano

Giuliano Possieri

“Sono nato nel 1933. Nel 1947 sono entrato a lavorare nella Fornace Frazzi.

Nel 1966 ho iniziato a lavorare per Targetti Nel 1973 ho cominciato a lavorare come artigiano autonomamente fornendo decorazioni natalizie. Abbiamo avuto occupate alla fine degli anni sessanta fino a 30 persone e dopo quando ci siamo trasferiti a Canale fino a diciotto persone. Nel 1980 ho venduto parte del capannone e cessato l’attività

Alla politica invece mi sono avvicinato molto presto. Avevo 15/16 anni.

Mio padre faceva il boscaiolo ed era di famiglia socialista. Alla Dc mi ci portò Bruno Fiordi. Nel 1948, portavo il secchiello con la colla per i manifesti.

E prima servivo la messa come chierichetto a Don Giuseppe Bigi alla Chiesarella.

Poi sono stato fra i protagonisti dell’attività delle Acli. Le Acli alla Pieve furono fondate da Quintini, da Scargiali Antonio (‘Ntognino di Codica), che era stato anche fra i fondatori del Partito Popolare, prima del fascismo. Insieme a Remo Cupella e Don Giuseppe Bigi che fu anche purgato con l’olio di ricino….

…Sono stato assunto nella Fornace Frazzi nella primavera del 1947, come “ragazzo”, poi successivamente passai in ufficio.

Abitavo in Via Santa Maria Maddalena vicino al Merli, cui mia madre faceva dei piccoli servizi.Uno da una parte, l’altro dall’altra del Vicolo Baciadonne.

Il Dottor Frazzi fu presidente nazionale per diversi anni dell’Andil ( Associazione nazionale dei laterizi)

Venivano applicati i contratti nazionali , con integrativo provinciale di categoria con diverse tariffe.I ragazzi dai 14 ai 16 anni avevano le paghe più basse ( una specie di apprendistato)

I sindacalisti più presenti di cui mi ricordo erano Gino Trenta per la CGIL ed uno che veniva da Castiglione del Lago per la CISL.

I delegati che componevano la commissione interna erano Nello Senzanonna e Tulipano Maccabruno per la Cgil e Otello Stefanucci per la Cisl. Gli impiegati erano rappresentati da Lanzi.

La proprietà Frazzi inizia nel 1936. Quando a Ponticelli ci fu la grande alluvione c’era già Frazzi, ma a noi non fece danni.Furono fatti però in quell’occasione dei bastioni, dei terrazzamenti per contenere eventuali altre piene. Io ho abitato a Ponticelli dal 1957 al 1966…

…..Dopo l’esperienza con la Frazzi, mi ero nel frattempo sposato ed abitavo Ponticelli quindi non ebbi per qualche tempo contatto con le vicende del calcio a Città della Pieve. Organizzai in ogni modo una squadra a Ponticelli, che faceva solo amichevoli, non campionati. Con me collaboravo il povero Torroni, il padre di Aimo, il marito dell’attuale direttrice delle poste. Ho ricominciato con il calcio a Città della Pieve nel 1966. Ero tornato da poco a lavorare in paese.Allora dirigevo il laboratorio di Targetti. Abitavo nel palazzo di Binaglia in Via Garibaldi, vicino al Camune.

L’iniziativa di riorganizzare il calcio fu presa come CSI, Centro Sportivo Italiano, con don Augusto Panzanelli e don Alvaro Rossi….

…. Quando lasciai non era più la mia Pievese.Non c’era più volontariato ed erano dati troppi compensi. Allora mi dedicai al Terziere Castello.

corrierepievese@gmail.com