Alessandro Truffarelli nato nel 1948 da famiglia di contadini, laureato in Chimica, è stato, dal 1978 al 1986, Sindaco di Corciano. Dal 1986 al 1995 prima Presidente del Comitato di Gestione della ULSS n.3 e poi Amministratore Straordinario dello stesso Ente. E’ stato Direttore Generale della USLn.1, poi dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, quindi della USL n.2. Ha diretto anche strutture sanitarie private. Sul versante strettamente politico, è stato segretario, per il PCI, del comprensorio Perugia- Corciano – Deruta – Torgiano
Te lo devo questo saluto Sandro. Siamo appartenuti ad una generazione che ha provato a cambiare le cose. I risultati non sono stati strabilianti, diciamo, ma possiamo dire che almeno ci abbiamo provato. Tu sei stato sicuramente fra questi. Ti ho conosciuto nei primissimi anni, quando eri un dirigente in Regione, e i Comuni del Trasimeno trattavano la riconversione della centrale di Pietrafitta. Poi ci siamo persi un po’ di vista fino alla svolta del PCI e alla Bolognina, tu eri uno degli interlocutori, per me coordinatore degli “occhettiani”, più attenti e disponibili della terza mozione quella di Bassolino. Ci avvicinava un po’ anche il carattere con diverse similitudini. Poche parole, un po’ di diffidenza, attenzione al sodo, ruvidezza che contiene anche un po’ di timidezza.
Ma la vera frequentazione, diciamo operativa, è stata successivamente nella veste di dirigente sanitario e di direttore dell’azienda ospedaliera e territoriale. Non ho più incontrato nessuno che si occupasse con la stessa determinazione del problema principale della sanità umbra, l’efficienza e la produttività del Policlinico di Perugia, dei veri costi tagliabili, quelli sui doppioni fra università e ospedale, quelli dei servizi esternalizzabili, quelli della spesa farmaceutica e diagnostica, quelli degli investimenti congrui.
Ci siamo frequentati anche sul progetto di ospedale comprensoriale. Dicevi agli inizi del duemila, che ormai era molto tardi, che comunque bisognava provarci. Dicevi che era l’unica carta che questa zona, poteva giocare nelle tempeste che già si annunciavano. E ci provasti. Il progetto fu tuo, l’interlocuzione con alcune aziende per realizzarlo tramite project financing fu tua. Io facevo parte del gruppo. Dicevi che dalla regione non sarebbe mai venuto il finanziamento. Poi arrivò l’assessore Riommi che invece fermò tutto. I soldi li avrebbe messi la regione, non c’era bisogno dei privati. Quasi contemporaneamente tu fosti sostituito. Come sono, poi, andate le cose è quasi cronaca e, purtroppo, sotto gli occhi di tutti.
Ho voluto ricordarti in questi dettagli perché queste nostre terre, credo, devono abituarsi a scrivere la loro storia, riconoscendo almeno i meriti. Per i demeriti, misericordia vuole, sul piano personale, non politico, che si stenda un velo pietoso. Per quanto mi riguarda tu sei tra i protagonisti dei primi. E questo, non nelle righe ufficiali, scontate, postume, che in genere seguono, ma tra amici e compagni di strada te lo dovevo. Addio Sandro.
Gianni Fanfano