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Magione. Bocci: «Meno silenzi e più coraggio per la legalità»

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Dal Messaggero Umbria del 07-11-2015 – Autore: Michele Milletti

«L’isola felice non c’è più. Lo dicono le azioni, anche molto recenti, della magistratura perugina e della prefettura di Perugia. Lo dice l’arresto di un capo della camorra latitante a Terni. Lo dicono ancora le indagini dei carabinieri del Ros sulla ‘ndrangheta a Perugia e quella della finanza, un po’ più datata ma ancora attuale, sull’infiltrazione sempre di stampo camorristico a Ponte San Giovanni. Lo dicono anche altri episodi, meno rumorosi. Per tutto questo, trovo che i silenzi istituzionali non facciano bene al futuro di una società. Troppi silenzi fanno male. Non dimostrare consapevolezza della gravita di certe cose preoccupa molto, abbiamo bisogno di una classe dirigente consapevole».

Meno silenzi e più coraggio favoriscono la legalità. Lo dice il sottosegretario all’Interno, Gianpiero Bocci. Un concetto forte, sicuramente adeguato al momento e al luogo. Perché nella sala del consiglio comunale di Magione, l’amministrazione guidata da Giacomo Chiodini ha appena firmato con il prefetto Antonella De Miro un documento importante quanto impegnativo: il protocollo d’intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale.

Una forma di criminalità «silente», l’ha definita il prefetto, rispetto a quella dei furti, delle rapine e dello spaccio per quanto riguarda l’allarme immediato sulla popolazione, ma forse molto più deleteria per la salute di un territorio. Per questo c’è bisogno di un patto, un protocollo d’intesa per aumentare gli “anticorpi” di un territorio.

Il protocollo, sul modello di quello firmato per Perugia, riguarda soprattutto appalti e subappalti pubblici, edilizia privata e attività commerciali. In particolare, per quanto riguarda gli appalti pubblici la soglia di controllo viene abbassata ad appalti per 250mila euro, mentre i necessari controlli antimafia verranno svolti per i subappalti a partire da 50mila euro.

«Si avrà la possibilità di fare una fotografia molto ravvicinata dell’imprenditore e di chi si muove dentro l’impresa. Con verifiche e scambi informativi riguardanti non solo tutte le figure professionali coinvolte ma, anche, eventuali legami familiari», dice il prefetto De Miro. Che sottolinea come il protocollo rappresenti «un importante strumento di prevenzione che eleva barriere sui possibili tentativi di infiltrazione mafiosa in un territorio bellissimo che va difeso».

Per quanto riguarda gli altri punti, oltre all’edilizia privata toccherà alla polizia municipale magionese controllare attentamente l’evolversi della situazione per quanto riguarda attività commerciali e in particolare nell’area del ristoro, turistica e del pubblico esercizio attraverso controlli e comunicazioni periodiche.

E mentre il sindaco Chiodini ringrazia il prefetto per la «partita complicata che sta conducendo e che riguarda anche noi da vicino, visto che Magione è dentro l’inchiesta dei rifiuti per la presenza della discarica», oltre a sostenere come «questo protocollo è un de terrente importante per il nostro Comune e lo diventerà anche per le altre zone del Trasimeno, dal momento che qui passano attività economiche di primo livello sul fronte turismo, edilizia e commercio e come ci si trovi di fronte a investimenti importanti non sempre chiari nella loro natura», Bocci conclude sostenendo come questo documento rappresenti «il più grande investimento per lo sviluppo e la sicurezza di un territorio. Non c’è via di mezzo: o si sta con lo Stato e la legalità, o contro. Per questo apprezzo i sindaci di Perugia e Magione che si sono schierati apertamente per la legalità, apprezzando il lavoro del prefetto e dimostrando che quando ci sono persone che rappresentano bene le istituzioni non ci sono colori politici. Sto con le forze dell’ordine, il prefetto e la magistratura perugina».