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Sbandieratori di Città della Pieve. Un’unica emozione, un’emozione unica

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Il Gruppo Sbandieratori e Musici Città della Pieve vince la XXXV edizione della Parata Nazionale della Lega Italiana Sbandieratori e diventa miglior compagnia d’Italia, aggiudicandosi il gonfalone e la coppa simbolo della vittoria e del primo posto nella classifica combinata. Se questo fosse solo un semplice articolo di giornale inizierei con questa frase, che riassume un po’ tutto quello che è successo a Chianciano Terme lo scorso fine settimana. Ma non sarebbe giusto, questo non è un semplice articolo di giornale.

Come ogni anno arriva il famoso venerdì dei campionati, il giorno in cui si parte, ormai tutto è fatto. La notte ripassi i movimenti, gli squilli, le rullate, prima di addormentarti e sperare che arrivi presto domani. Poca strada da percorrere quest’anno, si può dire che giocavamo in casa, non è detto sia un vantaggio; ci si aspettano sempre grandi cose dal gruppo della Pieve, noi stessi per primi puntiamo ogni anno al massimo. Eppure quest’anno c’era qualcosa di diverso nell’aria, consapevolezza e gran voglia di fare bene: poteva essere il campionato giusto. Tamburi e bandiere in spalla, il rosso e il blu dei nostri vestiti che si confondono con i colori degli altri gruppi, ma sembrano brillare un po’ di più.

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La prima gara è il singolo, espressione massima della tecnica e dell’eleganza; noi a differenza di tutte le altre compagnie – ci siamo sempre voluti distinguere in un modo o nell’altro – schieriamo una donna. Ma che dico, Giorgia De Somma è appena una ragazza ma è probabilmente la più forte d’Italia, di tutti i tempi. È il simbolo della forza di volontà, del fatto che nella vita se hai una passione vera puoi farcela, anche se dovrai sudare l’anima. E ogni goccia di sudore di questi anni è stata ripagata dalla sua prestazione: tre bandiere e come se ne avesse una in mano, poi quattro, cinque e nulla da invidiare ai più forti. L’ottavo posto può sembrare un piazzamento come un altro, ma non è così: è un grande risultato se considerato che si sono sfidati più di trenta singolisti tra preliminari e campionati.

Il venerdì sera è della piccola squadra, quattro sbandieratori, quattro minuti per dimostrare tutto quello che vali. La piccola è una gara difficile, piena di imprevisti: al minimo errore personale possono sbagliare tutti. La responsabilità è grande insomma, e lo è ancor di più se a sbandierare sono i quattro maestri di bandiera, quelli che insieme fanno crescere tutto il gruppo. Mesi di prove, messaggi, chiamate, discussioni per quattro minuti dove la passione diventa lancio, movimento, sguardo, sorriso o cocente delusione. C’è tanto tifo per la piccola squadra ma purtroppo il quadrato di gara a volte è stregato, si può entrare lì dentro e non ritrovarsi più. Non scatta la giusta sintonia: nono posto, fin troppo severo. Ma più che altro la delusione di non aver fatto quello che sapevi di poter fare.

Non è facile in poche ore cercare di metabolizzare tutto e ricominciare, il sabato mattina si apre con un gusto un po’ amaro in bocca ma c’è il sole a Chianciano, perché non essere ottimisti? È la gara di coppia che la fa da da padrona e il nostro gruppo ne schiera – sempre per voler distinguersi – addirittura due, in virtù della vittoria di questa specialità ai campionati under 18 di giugno. Basta guardare le facce dei nostri atleti per vedere quanto la tensione possa trasformare un volto. È la prima volta per Luca Fanfano che insieme a Filippo Galli proveranno a onorare i colori di Città della Pieve: scambio dopo scambio le cose funzionano bene, la sbandierata è fluida, i lanci riescono. Buona la prima e un ottavo posto che non delude, è un gran punto di partenza. Ma adesso è il momento di scalare posizioni e non scendere, adesso o mai più: i due ragazzi lasciano posto alla coppia di sorelle campionesse under 18 Giorgia e Lorenza De Somma e il grado di parentela non mente, grandissimo quinto posto. Il podio si avvicina.

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Il pomeriggio arriva veloce e con lui qualche nuvola, ma soprattutto la gara musici. Ecco, a questo punto bisognerebbe aprire un capitolo a parte, perché la gara musici è sempre un’emozione particolare di quelle che ti fanno venire i brividi dall’inizio alla fine. Si parla di musica dopotutto. Ho sempre pensato che i nostri siano i più forti d’Italia, non so bene cosa abbiano più degli altri ma è questo il bello. Per qualcuno è la prima volta, per altri sono passati anni dal primo squillo di chiarina: tutti hanno la stessa cattiveria negli occhi, la voglia di vincere che ti fa essere il migliore. È una gara combattuta, non esistono pronostici scontati. I gruppi migliori sono quasi sullo stesso livello, e se nella prima manche la tensione frena un po’ lo spettacolo della canzone, nella seconda esce fuori tutta la sua bellezza. Chiarine, tamburi, una coreografia innovativa e senza sbavature per una canzone degna di un grande film. Il pomeriggio profuma d’oro ma nell’attesa dei risultati c’è chi perde le speranze. Un urlo e la gioia esplode, campioni d’Italia, i più forti come al solito. Se lo meritano per tutto quello che hanno fatto. Non poteva non essere così.

Già è domenica, in un battito di ciglia sono finiti anche questi campionati, un’ultimo sforzo per completare l’opera. La grande squadra, la gara regina, abbiamo una responsabilità che pesa sulle nostre spalle. Non solo perché se non dovessimo arrivare primi i musici ce lo rinfaccerebbero per tutto l’anno, ma anche perché forse vincendo potremmo diventare il miglior gruppo di’Italia. Ma è solo un sogno, bisogna pensare prima a fare bene, a riconfermarci campioni d’Italia nella gara simbolo della forza del gruppo. Entriamo in campo in dieci ma sembriamo una cosa sola: 24 figure, 36 scambi che sembrano fatti da una sola persona. Non potevamo fare meglio, è la gara più bella di tutti i tempi in questa categoria. Al fischio finale si alza tutto il palazzetto ad applaudirci. Forse ce l’abbiamo fatta, ma non si sa mai. L’oro arriva e con lui gli abbracci e le lacrime: campioni d’Italia per due anni consecutivi. Non poteva non essere così.

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Nel 2007, l’ultima volta che il gruppo di Città della Pieve divenne miglior compagnia d’Italia, ero ancora un bambino ma mi ricordo la grande festa che fecero quelli più grandi, adesso mi rendo conto di quanto una vittoria possa ripagare tutto. Ho guardato le facce di ognuno nel momento esatto in cui è stato annunciato che avevamo vinto, di quelli che hanno gareggiato e di tutti coloro che hanno fatto il tifo e hanno supportato i nostri colori. In quel momento non c’è distinzione, un’unica emozione, un’emozione unica. E, guardando lassù, non poteva non essere così.

Filippo De Fabrizio