Turismo pievese: dati che fanno pensare.

Sono stati resi noti, dal STT locale, i dati dei primi otto mesi relativi al turismo in Umbria e nel cosiddetto comprensorio del Trasimeno.

E’ uno dei pochi settori dove è possibile fare una valutazione partendo dai numeri e potendo fare confronti e simulazioni.

Chiaramente i dati si riferiscono all’attività che viene registrata e sono al netto di un dato comunque significativo come quello delle presenze nelle seconde case o in quelle di amici e parenti, che completerebbero una esatta valutazione dei flussi turistici reali. Sono dati, inoltre, cui sfugge il consistente turismo mordi e fuggi, quello per intenderci giornaliero, che costituisce però un forte elemento di ricavo per bar e ristoranti e commercio al dettaglio.

Il primo segnale che fa riflettere è che Città della Pieve, che definiamo una  piccola città d’arte, con spiccate vocazioni turistiche, si colloca al quinti posto fra le otto località comprese nel comprensorio, dopo, nell’ordine Castiglione, Magione, Passignano e Tuoro. Un volume di presenze che rappresenta il 6,5% del totale e l’8% del settore alberghiero.

Se prendiamo come riferimento il mese di agosto, generalmente il più interessante per il turismo in genere e per il nostro in particolare, considerando anche le manifestazioni dei Terzieri, quest’anno c’è stato un calo complessivo di 762 presenze rispetto allo scorso anno, con un lievissimo incremento di quelle alberghiere ((+25) mentre nell’extra alberghiero si sono avute 1.208 presenze in meno.

Se guardiamo ai primi otto mesi dell’anno che vanno da gennaio ad agosto il calo delle presenze è stato di 3.470 ( pari all’ 8%) di cui 4.201 nell’extra alberghiero a fronte di un aumento di 731 nell’alberghiero.

Ancora più significativo è il riscontro circa la nazionalità del turista pievese. Abbiamo avuto un calo di 3.764 stranieri, che però crescono numericamente negli alberghi. Gli stranieri, sia detto per inciso, rappresentano, ad oggi, il 63% delle presenze turistiche.

Si tratta di cifre che dovrebbero far riflettere tutti. Imprenditori, fornitori, lavoratori,  istituzioni locali, opinione pubblica. Cifre che meritano attenzione anche da parte di quel fenomeno particolare, dal punto di vista sociale ed economico, che sono i nostri Terzieri, che realizzano l’ossatura principale dell’offerta turistica in tema di eventi e che, per ora,  con il Castello, hanno cominciato ad essere presenti anche nell’offerta museale.

Sono cifre che sono dentro una crisi economica più generale inedita, ma che però lanciano segnali che fanno riflettere. Pensiamo soltanto al dato alberghiero e alla diversa situazione degli alberghi locali, che portano a pensare che in effetti qualcuno che sta lavorando bene c’è ed ottiene anche qualche risultato.

Sono cifre che andrebbero studiate ed ulteriormente scomposte, per capire meglio i fattori critici negativi e positivi e soprattutto per ragionare su come muoversi ognuno per il suo mestiere e la sua competenza. E sono molti i protagonisti interessati a quest’opera.

Sinora non ho avuto modo di imbattermi in qualcosa di simile. Né a livello privato né a livello pubblico. Può essere stata una mia disattenzione o svista. Mi piacerebbe allora sanare la mia ignoranza. Se così non fosse, e purtroppo temo che così sia, mi piacerebbe che se ne cominciasse a parlare almeno in qualche sede, pubblica o privata che sia.