Se ne va un anno duro, contrastato, difficile, di transizione. Molto per motivi generali. Una crisi mai vista del mondo occidentale, causata da un sistema economico senza regole. Un po’ per motivi locali, con i piccoli centri in difficoltà a trovare un loro spazio nel mezzo di grandi cambiamenti. Ci sono stati fatti e avvenimenti negativi e segnali però anche di reazione e di vitalità. Ci piace in questa situazione che ci sfida tutti, sondare il polso dei nostri lettori e dei cittadini pievesi. Per fissare qualche giudizio e per capire gli orientamenti, sempre ricordando il valore relativo come dato scientifico del sondaggio che proponiamo.
La scelta dei fatti è stata difficile, perché comunque implica una selezione ed una graduatoria che è soggettiva e non può essere altrimenti. Abbiamo tenuto conto del rilievo dei fatti e di un certo dosaggio per temi ed argomenti. Non siamo voluti andare oltre le sei opzioni, ed abbiamo comunque lasciato una scelta libera al lettore nel caso in cui non si ritrovasse nelle nostre scelte. Si potrà così votare “altro” e nei commenti dell’articolo aggiungere ed indicare il fatto scelto al di fuori della sestina proposta da noi.
Prima opzione: la chiusura dell’Ospedale.
Abbiamo cominciato con quella che potrà “storicamente definirsi “la chiusura ufficiale dell’ospedale di zona prima e di comunità poi di Città della Pieve. Dopo secoli di vita, legati prima alle organizzazioni religiose e di assistenza e beneficienza, poi allo stato laico nelle sue articolazioni, fino al potere ed alla competenza regionale di oggi, si può dire che la riunione della conferenza dei sindaci svoltasi a marzo, e che ha sancito, con il voto contrario del sindaco di Città della Pieve, allora in carica, Riccardo Manganello, la eliminazione degli ultimi servizi definibili ospedalieri, con la riconversione del plesso in lungodegenze e con la concentrazione a Castiglione del Lago dei servizi di medicina e chirurgia, sia da considerare l’atto finale di questa secolare storia. Frutto dei tempi che cambiano, ma anche di una cecità politica locale imperdonabile. Ne abbiamo più volte parlato in questo giornale.
Seconda opzione: l’elezione a sindaco di Fausto Scricciolo.
Non era una segnalazione scontata. In fondo, con l’intervallo del fascismo, da quando a Città della Pieve si è votato con un suffragio appena allargato, hanno sempre vinto le forze politiche di sinistra. Prima socialisti, poi dopo il fascismo e la seconda guerra mondiale i comunisti, poi dopo lo scioglimento del PCI, con quelli che possono essere considerati gli eredi, Pds, Ds e PD adesso. Ma una novità c’è stata e di rilievo per la cultura e la prassi della sinistra locale. Ci sono state le primarie per l’individuazione del candidato, vinte dalla figura che fra i tre contendenti poteva essere individuata come l’outsider. Ed essendo una novità sul terreno democratico in una realtà non allenata ha anche causato traumi non ancora del tutto riassorbiti. Le elezioni generali poi non hanno riservato sorprese, ma comunque la novità del percorso secondo noi merita una segnalazione.
Terza opzione: la Pievese vince il campionato di prima categoria e sale in Promozione.
Il vertice nel campionato di calcio la Pievese lo ha raggiunto nei primi anni del dopoguerra, insieme alla Frazzi, ma allora le squadre erano molte di meno. Nel calcio moderno e dopo la sua rifondazione avvenuta a metà degli anni sessanta attraverso il CSI, quel vertice è stato raggiunto negli anni della presidenza di Gianvito Matarrese, da poco scomparso, che raggiunse l’Eccellenza e che cedette. agli inizi degli anni novanta il timone della società biancoceleste a Serenella Baglioni, la presidentissima che ancora lo tiene saldamente in mano e che ha saggiamente diretto le sorti della massima società calcistica, sotto la torre e il campanile, in questi ultimi venti anni.
Anche senza le risorse “dell’epoca Matarrese” la Pievese si è sempre mantenuta fra Prima categoria e Promozione, puntando ad un bilancio di austerity ed investendo intelligentemente nel vivaio e nel calcio giovanile che è sempre presente in tutte le categorie. Nel corso del campionato di Prima categoria 1913 – 1914 poi è arrivata anche il salto di categoria e la Promozione, ( qui mettiamo una foto di repertorio)che tra l’altra viene giocata in questa prima metà di campionato sempre a ridosso della zona play off. Quindi l’opzione vittoria del campionato della Pievese, non poteva mancare.
Quarta opzione: apertura del Museo don Oscar Carbonari.
Il percorso, dicono i dirigenti del Terziere Castello, era tracciato, dopo il libro “Il Castello si racconta”, l’archivio e l’appuntamento con le iniziative del Cinquantennale della fondazione del terziere moderno, l’asticella doveva ancora essere alzata. Si doveva arrivare al “Museo “ del Terziere. Identità e competizione le due vie maestre del Palio dei Terzieri hanno avuto con questa iniziativa un ulteriore e forse decisivo impulso, per competere ad un livello diverso, più ambizioso, più impegnativo, ma anche più adeguato alle sfide che attendo le rievocazioni storiche e la specializzazione in questo settore. Più di duemila visitatori dalla inaugurazione di fine giugno. tradizione e innovazione, tecnologia e reperti, tutto è racchiuso nelle due sale e nei corridoi del Piano nobile di Palazzo della Corgna. E infine il Museo come promotore della prima edizione di “ Epoche in Passerella”.
Quinta opzione: riapertura del Duomo.
In realtà la riapertura del Duomo dopo anni di lavori di restauro è avvenuta nel dicembre del 2013. Ma la sua riappropriazione da parte dei fedeli e dei cittadini è stata tutta nel corso di quest’anno a partire dalla fine del restauro della tavola del Perugino dedicata ai Santi Patroni fino all’inizio delle visite guidate da parte dell’associazione parrocchiale “Il Moggio”.Quindi lo abbiamo inserito negli avvenimenti più importanti di quest’anno. Si è trattato di un intervento di messa in sicurezza del complesso monumentale e di una complessa operazione di restauro che ha portato alla luce sotto le pavimentazioni tardo ottocentesche le celle sepolcrali in cotto ed i resti basa -mentali dell’antica Pieve. In seguito ai ritrovamenti della antica pavimentazione e stato realizzato un pavimento in cotto locale che riproduce il disegno del pavimento ottocentesco.
Sesta Opzione: presentazione del progetto per l’Alta Velocità.
Le regioni Umbria e Toscana hanno deciso alcuni mesi fa di proporre, nell’ambito del nuovo piano dei trasporti, di realizzare una nuova fermata della linea per l’Alta Velocità funzionale ai due territori fra le due città di Roma e Firenze. E’ partita quindi la discussione, gli immancabili comitati tecnici ed ovviamente le proposte dei vari territori. I primi a segnalarsi in questo senso sono stati gli aretini, poi i castellani e gli alto tiberini. Ma questa volta l’area di confine umbro toscana che va da Castiglione ad Orvieto, non può tacere, e parte anche una candidatura per la nostra zona.
A Chiusi il sindaco Scaramelli presenta un progetto architettonico, e lo accompagna con le argomentazioni che fanno di questa zona quella più idonea per una eventuale nuova stazione. Nell’occasione c’è anche tanta Umbria oltre a tanta Toscana, c’è anche il sindaco di Città della Pieve e quelli del Trasimeno e dell’Orvietano. Anche solo come segnale di risveglio unitario e sovraregionale, successo a parte, lo abbiamo voluto segnalare.
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