Home Argomenti Arte e Cultura “Santo Anello” Bettollini scrive a Perugia. Duranti, critico d’arte, risponde si.

“Santo Anello” Bettollini scrive a Perugia. Duranti, critico d’arte, risponde si.

Condividi

Vi riportiamo due interventi sulla vicenda relativa al “Santo Anello” la reliquia trafugata da Chiusi a Perugia, che in occasione del Giubileo il Sindaco di Chiusi Bettolini propone di esporre nella città etrusca. di Porsenna. Il primo pezzo è tratto dalla “newsletter” del Comune di Chiusi, il secondo, è un intervento di Massimo Duranti, ex dirigente regionale alla cultura, critico d’arte e storico, molto noto nel panorama culturale perugino, che spiega le ragioni del suo si alla proposta chiusina. (N.d.R)

“Il primo cittadino di Chiusi, Juri Bettollini, al fine di avviare e continuare buoni rapporti con la Città e la Diocesi di Perugia e così proseguire le trattative sulla preziosa reliquia del Santo Anello, di proprio pugno ha scritto una lettera indirizzata al sindaco della Città di Perugia (Andrea Romizi) all’Arcivescovo della Diocesi Perugia Città della Pieve (Monsignor Gualtiero Bassetti) e al vescovo della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza (Monsignor Stefano Bassetti). Nella lettera sono spiegate le motivazioni che spingono l’amministrazione di Chiusi a chiedere in prestito, per una settimana all’anno durante i festeggiamenti riservati a Santa Mustiola, la reliquia della Vergine Maria. Come del resto dichiarato anche a Perugia, dallo stesso Bettollini, durante un convegno proprio sul Santo Anello, organizzato dall’associazione Porta Santa Susanna, i principi con il quale il Comune di Chiusi si sta muovendo sono quelli del dialogo e del rispetto reciproco. Il prestito della reliquia rappresenterebbe, infatti, un’occasione importante per chiudere definitivamente un capitolo scuro della storia di entrambe le città (Chiusi-Perugia) attraverso l’organizzazione di eventi, come ad esempio un gemellaggio e una serie di incontri-convegni, che abbiano il solo scopo di venerare una preziosa testimonianza della fede cristiana quale la reliquia del Santo Anello rappresenta. “Sono certo che prevarrà il dialogo, la comprensione e il rispetto – dichiara il primo cittadino di Chiusi Juri Bettollini – non si può continuare a parlare del Santo Anello ribadendo solo la storia del furto e della proprietà di una città o di un’altra; l’attenzione deve essere posta su altri elementi. Quella che ci si presenta di fronte è una finestra storica unica visto che, proprio nell’anno del Giubileo della Misericordia, abbiamo l’opportunità di convertire una ferita tra le città di Chiusi e Perugia in una grande occasione di rilancio delle nostre comunità attraverso grandi eventi come mi immagino possa essere un gemellaggio tra le nostre città. Ovviamente abbiamo un profondo rispetto per la devozione della comunità di Perugia e per questo posso assicurare, sul mio onore, che gli errori fatti nel passato non si ripeteranno e che tutta la questione sarà sempre affrontata con la massima delicatezza. La lettera che ho scritto alle autorità istituzionali e religiose del capoluogo umbro spiega tutto questo e auspico che a breve possa essere organizzato un incontro nel quale definire il miglior percorso possibile per far avvicinare la reliquia alla nostra città. Quando ho partecipato all’incontro organizzato dall’Associazione Porta Santa Susanna ho trovato grande apertura e disponibilità sia tra i perugini che nell’amministrazione comunale, rappresentata in quell’occasione dall’assessore alla cultura Severini. Sono convinto che la devozione per il Santo Anello che unisce le due città saprà far superare ogni ostacolo e insieme potremo organizzare dei grandi eventi dove potremmo auspicare anche un invito al nostro Santo Padre Papa Francesco.”

Dal Corriere dell’Umbria di Massimo Duranti “Perugia. Santo Anello a Chiusi, perchè no?”

Chiusi e Perugia sono state spesso in guerra e a rinfocolare una di queste fu una reliquia venerata fin dal 989 nella cittadina toscana, ma che un frate tedesco rubò a Santa Mustiola seppure celata con sette chiavi, e la portò rocambolescamente, quanto misteriosamente, a Perugia nel 1473. Periodicamente i chiusini, Sindaco in testa, lo rivendicano, ma in realtà si accontenterebbero di un prestito. Il gesto sacrilego di Wintherius di Magonza gli costò un processo (?), ma poco dopo un buon vitalizio e una chiesa di Perugia dove officiare. Parliamo del Santo Anello della Vergine la fede nuziale – custodito nella Cattedrale di Perugia, ornato di numerose preziosità, perfino di un’ Assunzione che fecero dipingere al Perugino, cosi bella che i napoleonici se lo portarono in Francia. E’ riposto in una nuvola d’argento, realizzata dal perugino “Roscetto”, uno dei più famosi orafi italiani, che viene calata meccanicamente due volte all’anno, per la venerazione, occorrono ben 14 chiavi per aprire la cassa che, a scanso di nuovi trafugamenti, sono detenute da quattro diversi soggetti: il Vescovo, il Comune, il Collegio del Cambio e il Collegio della Mercanzia.

Queste pillole di storia-leggenda sono ad uso dei giovani perugini che la storia di questo anello in calcedonio – in realtà un sigillo maschile, ma comunque risalente almeno al I secolo dopo Cristo -, non conoscono, ma sono importanti perché intrecciate alla storia civile. Basti dire che per merito di quell’anello vi furono a Perugia famose quanto effimere riappacificazioni e (presunti) miracoli, aiuti alla maternità, soprattutto al maschile, ad uso di regnanti, rinnovate unità familiari e guarigioni agli occhi.

Insomma l’anello è stato motivo identitario per Perugia (basti pensare alle affollatissime Matricole). Ovviamente portò flussi di turismo religioso, popolare e di altissimo livello. Alla esposizione di luglio, fino a qualche lustro fa, gruppi consistenti di ciociare vestite di nero dalla testa ai piedi arrivavano a Perugia all’alba per essere le prime ad adorare l’anello santo. Ai giorni nostri, m verità, questa reliquia , simbolo religioso certamente maieutico di fede e oggetto identitario di storia secolare, è poco tenuta in considerazione. Pochi giorni fa per iniziativa della lodevolissima associazione Porta S.Susanna, ha organizzato una conferenza con qualificati storici e, contestualmente sono usate anche sul nostro giornale nuove “rivendicazioni” chiusine.

Alla conferenza, straripante di pubblico, sono arrivati anche il giovane Sindaco di Chiusi, Bettollini e lo storico Marco Fé, i quali, senza nessuna arroganza, sottolineando la circostanza del Giubileo della Misericordia e l’utilità di una definitiva, pacificazione , hanno anticipato informalmente la richiesta, che verrà avanzata secondo i canoni, di poter esporre per Santa Mustiola il Santo anello per alcuni giorni (fu lei a portarlo a Chiusi, come alluderebbero un affresco del sec. XIV e una tavola del XV che la ritraggono con in mano un anello ?). Nel dibattito che è seguito nessuno si è pronunciato, ma l’Assessore Teresa Severini ha dimostrato simpatia per la delegazione chiusina. Il tempo passa, ma la storia non si cancella, dunque la restituzione è fuori discussione. Quanto invece al prestito ad uso devozionale (sarebbe invece stato, giustamente, negato per una mostra a Milano) , ho ragione di credere che il nostro Cardinale sia aperto a una richiesta del genere, fatte salve tutte le garanzie e accortezze: Why-not!. Sembra che l’anello necessiti di manutenzione, da realizzarsi nei laboratori vaticani e allora, al ritomo, potrebbe fermarsi a Chiusi. Infine, senza scomodare i gemellaggi, le due città potrebbero celebrare l’occasione come evento di definitiva fratellanza.