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La grande neve del 2012

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ARCHIVIO DEL CORRIERE PIEVESE
4 FEBBRAIO 2017

Città della Pieve. Visto che il tempo, dopo un gennaio molto più freddo della media ma avaro di neve, sta procedendo in maniera mite e poco interessante per un amante dell’inverno come me (ad esempio domani pioverà quasi sempre ma in un contesto mite), voglio andare indietro nel tempo fino all’evento nevoso che probabilmente racconteremo ai nostri figli e nipoti, (quasi) come fecero i nostri nonni (o genitori) con il “mitico 1956”. Noi avremo il mitico “2012”. Dopo un inizio inverno scialbo infatti, proprio come nel famoso “fratello maggiore” 1956, una massa di aria polare continentale, direttamente dalle steppe della Russia centrale e dagli urali si approssimò all’Italia da est e, unendo le forze con un mediterraneo ancora mite e dunque reattivo, nonchè a infiltrazioni atlantiche che crearono la “benzina” necessaria all’evento, sfornò una serie di basse pressioni alimentate da aria freddissima soprattutto al suolo, vista la provenienza dalla Russia (quello era il famoso burian, spesso tirato in ballo invece a sproposito), che dettero vita a 2 settimane di gelo e neve sulle nostre zone ma iin generale su gran parte d’Italia. Nevicò in varie occasioni, a volte anche solo una spolverata sopra la neve già consolidata, ma gli episodi importanti furono in sostanza 3:

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31 gennaio-1 febbraio 2012: ci trovammo esattamente sulla convergenza tra aria fredda e aria mite, con precipitazioni intensissime e temperature vicine allo zero (a Castiglione del Lago la mattina addirittura piovve e sciolse gran parte della neve), 50 km a sud pioveva fino in collina, 50 km a nord non c’erano precipitazioni. Caddero circa 35-40 cm di neve, ben imbiancate anche le pianure con 20 cm di neve a Moiano e Chiusi, senza neve soltanto le rive del Lago Trasimeno.

4 febbraio 2012: questa volta le precipitazioni furono meno intense, caddero circa 10 cm scarsi sopra i 30 compattati precedentemente, ma con temperature di -4/-5 gradi, un vero e proprio blizzard con neve finissima e ventata, uno scenario siberiano! In quei giorni nevicò persino a Roma, con gravi disagi e il famoso “incidente” di Alemanno che lesse “30 mm di precipitazioni” non sapendo (e non venendo avvertito da nessuno colpevolmente) che 30 mm di precipitazioni sono all’incirca 30 cm se sotto forma di neve.

10-11 febbraio 2012: la bufera finale, nevicò per circa 24 ore di fila con temperature di -3/-4, l’accumulo totale raggiunse mediamente gli 80 cm, con cumuli ben superiori al metro, in questa occasione nevicò davvero dappertutto nella zona, lo spessore totale alla fine andà dai 5-10 cm delle rive del Trasimeno (Castiglione del lago, penalizzata dalla neve ma con lo spettacolo del lago completamente gelato!) e il metro circa di molte zone del Monte Cetona, in particolare San Casciano.

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Nei giorni successivi tutto rimase nella morsa del gelo per vario tempo, con fossi, laghetti, il Trasimeno e il lago di Chiusi completamente gelati, le temperature scesero fin ben sotto i -10 nei fondovalle più freddi, fino al disgelo della terza decade che pose fine a tale episodio. La neve rimase fino marzo inoltrato in certi punti riparati. La differenza con il 1956 la fece essenzialmente solo la terza decade più mite, se fosse avvenuta un’altra nevicata e un’altra ondata di freddo di qualche giorno i due episodi sarebbero stati quasi uguali. Certo è che il febbraio 2012 è stato complessivamente il mese più freddo e nevoso dopo il 1985 almeno nell’Italia centrale.

Giaime Marchesini