Home Argomenti Calcio “La difesa respingeva, Nettle crossava, Lorenzini insaccava…”

“La difesa respingeva, Nettle crossava, Lorenzini insaccava…”

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Se ne è andato a sessantanove anni, quello che per tutti alla Pieve era “Nettle”, cioè Giuliano Manganello, uno dei calciatori più rappresentativi della Pievese degli anni sessanta e settanta. Quella Pievese, passata alla storia come “la squadra che vinse tutto”. Piccolo di statura, brevilineo, come tutti quei giocatori che fanno del dribbling e della velocità le armi migliori. Una ala destra vecchia maniera,  quella che con il centravanti e qualche mezza punta, costituiva la dannazione delle difese. Una ala destra  che al di là  della battuta che abbiamo messo nel titolo ” Nettle crossava e il Roscio, insaccava”, invece non disdegnava il goal, tanto che lui stesso nella intervista ci ricorda i suoi piazzamenti nella classifica marcatori, insieme ad Enzo Mencuccini. Ed ora che lui ci ha lasciato, lo salutiamo ridandogli  la parola e ripubblicando l’intervista che ci concesse nel 2007, in occasione della pubblicazione del libro sul calcio pievese “Fanno scuola agli argentini”. 

“Io sono nato il 29/02/1948. Ho iniziato a tirare i primi calci al campo della fiera, cosi’ era anche chiamato il vecchio campo sportivo, giocando dalla mattina alla sera con palloni che variavano da una semplice palla di pezza a palle costituite da vesciche di bue gonfiate ad aria e rare volte da palloni di cuoio.

I compagni di gioco erano Vecchi Mario (Luccica), Gori Mario(Gorilla), Maurizio Polverini mio Fratello Piero (Napoleone), mio fratello Bruno (Canestro), Macchioni Leonardo, Scargiali Mario.

Le prime partite erano solitamente sfide trai rioni che all’ inizio erano Maremma contro San Pietro.

Le maglie erano costituite dalla sola canottiera, chi la possedeva, altrimenti a torso nudo. Qualcuno usava scarpe da tennis ma la maggioranza giocava scalza.

La Pievese non aveva settore giovanile, poi quando la squadra smise di esistere, per giocare fui costretto ad “emigrare” a Villastrada dove Conghe era il factotum assieme a Gippi ( Stefanucci Nazareno), Stefanucci Romano, Carlo Piccino, Catana (Sergio Gonnellini), Gianni Timitilli, Pietrino Casodi.

Il Villastrada partecipava al campionato di seconda categoria, due gironi uno provincia perugina uno terni.

Giocavo con un cartellino falsificato a nome mio ma con la data di nascita di mio fratello Bruno piu’ grande di due anni.

Nel 1967 sono venuto a giocare nella Pievese assiema a mio fratello Bruno e Piero e ci sono rimasto fino al 1980. Con la Pievese di quegli anni abbiamo vinto tutto quello che c’ era da vincere, Tornei notturni, Campionati, Coppe Cecchini, e per ultima la Coppa Italia dilettanti a Santa Maria degli Angeli.

La partita “storica” per me è stato lo spareggio con il Tuoro a Castel del Piano, dove a 15 minuti dalla fine ho segnato il gol della vittoria che ci ha portato in promozione.

Pensare che non dovevo giocare perche’ D’ Ubaldo Ivano (allora allenatore) la sera prima mi aveva beccato a ballare fino a tardi alla Casa del Popolo a Moiano.

Nei primi anni formavo la coppia di attacco con Lorenzini (il Roscio). Lo schema di gioco era molto semplice la difesa respingeva piu’ lungo possibile, Nettle crossava dal fondo e Lorenzini insaccava.

La storia si è ripetuta nell’ annata 73/74 facendo coppia con Mencuccini. Mencuccini fu capocannoniere, addirittura di tutta l’ Umbria con 45 gol fatti, io secondo con 22 gol, la famosa annata in cui abbiamo incassato 12 gol in tutto il campionato, quella dello spareggio a Castel del Piano.

Ho un simpatico ricordo dell’ annata in Promozione in occasione della partita ad Umbertine con la Tiberis. Fu una delle poche volte che partimmo di mattina per andare a pranzo al ristorante Hotel Tifernum a Citta’ di Castello. Naturalmente dirigenti a parte, il menu’dei giocatori era costituito da riso in bianco e bistecca ai ferri, cosa che mi fece sentire male, perche’ la domenica il mio mangiare da atleta era costituito principalmente da “Umbrichelli” fatti a mano da mio fratello Gigi. Comunque riuscii a sopravvivere, anzi giocammo anche una bellissima partita, perdemmo 2 ad 1 ed io segnai il gol della bandiera.”