Home Argomenti Cronaca Il Maestro Pedini torna alle origini e commuove l’Avvaloranti

Il Maestro Pedini torna alle origini e commuove l’Avvaloranti

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ARCHIVIO DEL CORRIERE PIEVESE
8 GENNAIO 2017

Città della Pieve. Dopo che il  Maestro Pedini, ci aveva fatto gustar, negli ultimi anni, tutta una serie di sconfinamenti nella musica moderna,  nel Concerto d’Epifania del 7 Gennaio 2017, Carlo ha voluto fare una sorta di ritorno alle origini della musica corale pievese. E lo ha fatto con la sua solita sapienza di gran regista degli avvenimenti musicali ed artistici che organizza. Regista semplice, ma sempre incisivo. E ieri sera alla fine ha commosso non solo Mario Vecchi, uno dei protagonisti principali della serata, ma gran parte dell’Avvaloranti, stracolmo di pievesi, sempre affezionati a questa creatura collettiva, che dal 1936 accompagna l’evolversi della liturgia locale e non solo.

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Nel concerto del 2017 oltre ad un coro molto nutrito, si è esibita una Orchestra da Camera composta da 18 elementi ed in via del tutto eccezionale il tenore Frate Alessandro Brustenghi dell’ Ordine dei Frati Minori. Il primo frate ad avere firmato un contratto discografico con una delle principali etichette mondiali i cui proventi andranno all’Ordine per sostenere le opere di carità realizzate dai francescani in varie parti del mondo.

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La prima parte del concerto è stato un omaggio al maestro Italo Ventosi, di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario della scomparsa, che ha preceduto Pedini nella guida della Polifonica, e che era succeduto a colui che la fece rinascere nel secondo dopoguerra, don Oscar Carbonari. Del Ventosi, con una orchestrazione sempre di Pedini e con Carlo Ventosi come tenore e David Petri come baritono è stata ripresa la “Messa a tre voci dispari Maria di Fatima” scritta nel 1969 , per la “prima esecuzione di una messa a tre voci in italiano” e trasmessa dalla RAI dal Santuario della Madonna di Fatima, con una corale allora di retta da don Oscar.

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La seconda parte del concerto invece è stata dedicata a Mario Vecchi, per i “pievesi doc” “Luccica”, che quest’anno festeggia i suoi 60 anni di impegno nel canto corale pievese. Ed è stato proprio rendendo omaggio a lui che ha fatto ingresso la commozione, sia la sua che quella dei presenti. Perché Mario, come ha ricordato il maestro Pedini, non solo ha accompagnato in questi decenni tutto il percorso della Polifonica, ma si può dire che rappresenta un prototipo del “membro di una comunità “ del “cittadino modello” che ogni paese vorrebbe avere. Attivo nella corale, attivo nell’attività sportiva, nel calcio in particolare, storico mediano di spinta, degli “albicelesti” pievesi. Ma anche attivo in politica, per decenni sui banchi dell’opposizione in consiglio comunale, presente in diverse associazioni di volontariato e sinora immancabile anche davanti al girarrosto nel piazzale della Taverna del Barbacane del Terziere Casalino. A lui ha consegnato una targa ricordo il presidente dell’Arcum (Associazione Regionale dei Cori dell’Umbria) maestro Mauro Chiocci.

Mentre partecipavo a questo toccante evento, pensavo a Carlo Pedini, già Direttore della Sagra Musicale Umbra, un artista  poliedrico, perché oltre che ad essere una figura di rilievo del mondo musicale contemporaneo, ha anche pubblicato un romanzo storico ed è anche un apprezzato pittore. Fu fulminato da Città della Pieve agli inizi degli anni ottanta e ne è diventato uno degli amici più preziosi. Colonna da sempre dei corsi della Libera Università ne è divento socio onorario insieme a Rea e Pedullà quasi subito. Bene credo che non sarebbe fuori luogo pensare ad una sua “cittadinanza onoraria”. Anzi se la strameriterebbe.

(g.f)