Home Rubriche Il punto di vista del direttore I Terzieri pievesi. No, caro Lorenzoni, non sono fiction.

I Terzieri pievesi. No, caro Lorenzoni, non sono fiction.

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Stavo per cominciare il secondo articolo, “sulla piccola Siena che è cresciuta”, quando un’amica mi ha segnalato un articolo di Marco Lorenzoni che sul suo giornale on line ha fatto questa distinzione, che citiamo nel titolo, fra Palio di Siena da una parte e Bravìo di Montepulciano e Terzieri e Palio pievesi dall’altra ( cioè che le due manifestazioni non senesi non sarebbero frutto di rivalità e tradizioni vere, ma solo fiction)

Ovviamente il paragone con Siena non può essere fatto e per mille motivi, due su tutti. La grande storia e partecipazione secolare delle contrade congiunta all’altrettanto secolare sostanzioso sostegno dato ad esse della prima banca fondata in Italia, il Monte dei Paschi.

Detto questo, su due punti mi sento di non condividere il parere di di Lorenzoni. Quello che fanno i terzieri a Città della Pieve non è fiction e non si esaurisce nello spazio di quei pochi giorni del palio.

Anzi va detto che c’è voluto il lavoro delle persone più illuminate all’interno dei terzieri per fare entrare nella testa di tanti contradaioli l’idea che il Palio potesse essere “anche” e sottolineo “anche” una occasione di richiamo turistico. I Terzieri pievesi dalla fine degli anni Cinquanta con i prodromi del nascente Castello fino ad oggi, hanno vissuto tutto l’anno, anche se inizialmente soltanto per preparare la festa Titolare ( cioè il patrono e poi il corteo e la caccia al toro). Poi però nel corso dei decenni ci sono state due ulteriori novità che hanno giocato a favore del Terziere sempre vivo. In primo luogo l’arricchirsi delle iniziative come l’Infiorata e il Presepe Monumentale, cui si sono aggiunti i Quadri Viventi, che solo per l’ideazione e la preparazione hanno bisogno di mesi. Poi soprattutto la crisi delle altre forme di aggregazione sia politiche che religiose cha ha lasciato spazio alle aggregazioni di altro tipo.

Il terziere da tempo a Città della Pieve è un soggetto civile, sociale direi “politico” in senso lato tanto che ad essi si ricorre spesso per esigenze sociali e di aggregazione.

Su un aspetto, ma rovesciando il giudizio, Lorenzoni potrebbe avere ragione. La grande attenzione alla spettacolarità che caratterizza da sempre e negli ultimi anni ancora di più ciò che i Terzieri, producono. Si è questa una caratteristica dell’identità dei terzieri pievesi. Ma questa è una peculiarità che viene da lontano in quanto sempre c’è stato il collegamento con la bellezza della pittura rinascimentale che è l’origine ed il riferimento storico delle manifestatzioni pievesi che ovviamente si rifanno all’opera peruginesca. Poi in questi ultimi anni, Città della Pieve è diventata luogo di incontro di tutte le manifestazioni storiche umbre. Che si ritrovano, si parlano, discutono dei loro problemi e espongono le loro bellezze. Fanno cioè “Epoche in Passerella”. Una iniziativa di svolta in questo senso, originariamente dal Terziere Castello, ma che si avvia a diventare patrimonio di tutta la città. Cioè la “Città delle Rievocazioni Storiche”. Ma questa è una delle specializzazioni, delle originalità, la “nicchia” su cui stanno puntando consapevolmente i Terzieri singoli, l’Ente Palio ed il Comune.

Insomma avremo modo di tornare nel nostro ragionare su questi temi. Ma a Lorenzoni vorremmo dare un consiglio. Occhio,prima di parlare e giudicare  la Pieve, i pievesi, i Terzieri se lo si vuole, per diletto o per mestiere, va fatto con grande attenzione,  con grande prudenza e con grande cognizione di causa. Aggiungerei con grande umiltà. Ma questo vale per ogni angolo di mondo. E per ogni diletto o mestiere.

Gianni Fanfano