Home Rubriche Il punto di vista del direttore Giunta Scricciolo: un anno di luna di miele. Ora contano i progetti.

Giunta Scricciolo: un anno di luna di miele. Ora contano i progetti.

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A giugno dello scorso anno iniziava il proprio lavoro la giunta Scricciolo, formata dopo le elezioni comunali vinte a maggio. Una giunta composta tutta all’interno della lista presentata dal PD locale.

A distanza di un anno è legittimo per quanti si interessano della “cosa pubblica” fare una prima valutazione ed esprimere qualche ragionamento sul futuro.

Nei confronti di questa nuova amministrazione si erano create grandi attese, forse troppe. Erano attese che venivano da quello che restava di vivo del partito di maggioranza relativa, il Pd, ma soprattutto dalle fasce più dinamiche della società.

Aveva pesato in questa aspettativa che si era espressa nel corso delle primarie del centro sinistra, e dopo nelle elezioni vere e proprie, la sensazione di emarginazione e di scarsa considerazione di Città della Pieve. Una sensazione esplosa dopo la decisione di non realizzare l’ospedale unico e poi la chiusura delle ultime attività ”ospedaliere” del Beato Giacomo Villa.

Nei primi mesi di attività bisogna riconoscere a Fausto Scricciolo di avere fatto un buon lavoro di ricucitura dei rapporti a livello regionale, con la presidente e i diversi assessorati, che restano sempre presupposti fondamentali per ogni progetto.

Positivo anche quello fatto nei rapporti con i comuni confinanti e interessati ai progetti di area. Un lavoro indirizzato non solo verso l’area dello storico comprensorio del Trasimeno,   superato dalla mancanza di fatti e di risultati raggiunti, ma anche verso l’Orvietano da una parte e la Toscana confinante dall’altra. E questo lavoro non potrà che giovare sia nell’affrontare questioni contingenti nell’immediato, sia nella prospettiva, auspicabile, dell’accorpamento dell’Umbria con Toscana e Marche.

C’è anche da dire che la nuova giunta pare pesantemente condizionata dalla situazione ereditata delle casse comunali che per la sua crisi può tarpare le ali di ogni progetto serio.

Va detto anche che in questi mesi è stato messo un po’ di ordine nel far west cui eravamo abituati da anni per quanto riguarda la viabilità, il traffico e i parcheggi. Anche se il non essersi dotati per tempo di parcheggi capienti e comodi tramite un percorso meccanizzato come in tutte le realtà simili alla nostra, non permette oggi di trovare una soluzione adeguata.

Si può dire, quindi, che la luna di miele che si concede sempre al nuovo sembra giunta al capolinea.

Ora serve poter giudicare sui progetti, su quello che potrebbe essere definito un realistico programma per i prossimi quattro anni.

C’è in particolare da aggredire il treno dei finanziamenti comunitari dei prossimi anni che forse è l’unico che passa. Non servirebbe niente salirci soltanto. Bisogna scegliere il vagone giusto.

Bisogna sapere quali progetti si intendono mettere in campo, su tutti i settori ma in particolare su quelli che costituiscono il “core business” dell’ ”Azienda Pieve” e della Media Etruria di cui facciamo parte.

Cultura, storia, arte e turismo. Disegno e progetti, che si candidino ad accedere alle future linee di finanziamento, per qualità e per innovazione, che dicano quali possono essere le risorse pubbliche e quelle private.

Progetti che quando si parla di turismo, come di qualsiasi altro settore economico, non partano dalla comunicazione o dal marketing, cioè dalla fine. Oggi vanno tanto di moda e sono anche importanti, ma prima di loro viene il cosa si può vendere, l’offerta complessiva, quali servizi, quali eventi, quali pacchetti. Con l’occhio sempre rivolto alla concorrenza vicina e lontana. Sempre cercando l’originalità e la specializzazione, il motivo cioè per cui si dovrebbe venire qua invece che nei tanti posti simili a noi.

Su questi temi ci sono progetti? C’è un confronto in atto con i protagonisti privati? C’è con la Regione? C’è con le altre zone confinanti? Faccio una provocazione. Se ci dovessero arrivare dei milioni da uno Zio d’America, forse sapremmo come spenderli, siamo sicuri che sapremmo come investirli?

Ho partecipato ad un paio di incontri sul “Marchio d’Area” e sulle “Vie del Benessere”. So di un lavoro per il Centro Commerciale Naturale, che si è avviato.  Sono sforzi che vanno nella giusta direzione, ma non tali da fare la differenza o recuperare i nostri ritardi.

Parliamoci chiaro. La Regione Umbria deve a questa area e a Città della Pieve in particolare, il mancato finanziamento di circa 50 milioni di euro che erano destinati alla sanità e che avrebbero fatto lavorare molte aziende locali. Ne sono stati dati, quasi come contropartita, circa 10 insieme a Castiglione, non si sa quanto appropriatamente. La Regione Umbria insieme a quella Toscana, sta decidendo dove collocare un servizio strategico come la Stazione per l’Alta Velocità della Media Etruria, che è anche un investimento storico dal punto di vista delle dimensioni. Sembra che la decisione abbia già preso la strada che porta dalle parti di Arezzo

E allora pensando ai prossimi finanziamenti comunitari, su quali vagoni vogliamo e dobbiamo chiedere di salire? In testa o in coda? Non mi riferisco a Città della Pieve, ma a questa città a rete di cui facciamo parte, tra Umbria e Toscana, che mette insieme quasi centomila abitanti. Più del doppio di Foligno. Il che è tutto dire.

Gianni Fanfano