Home Rubriche Il punto di vista del direttore Il tema non è Cucinelli si o Cucinelli no

Il tema non è Cucinelli si o Cucinelli no

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Da quando è comparsa, prima la notizia di un invito di Brunello Cucinelli, il noto imprenditore del cashmere di Solomeo (  comune di Corciano) e poi dei contenuti dell’incontro che si è svolto sabato 9 alla presenza anche della Presidente della Regione Catiuscia Marini, c’è stato un grande interesse tra i nostri lettori e tra i cittadini in generale.

Questo è il primo dato su cui riflettere. Migliaia di lettori nel sito web e di visualizzazioni nella pagina facebook, devono far pensare. Credo che se fosse comparsa la notizia di un invito della Marini ( Presidente della Regione Umbria) o di Franco Moriconi ( Rettore dell’Università di Perugia), per citare esempi di personaggi di primo piano, non ci sarebbe stato lo stesso interesse. Da ricordare sempre e comunque, che poi, parliamo di un paese e di zone,  anche qui da noi, dove ormai la metà dei cittadini non vota più e il credito della politica è ai minimi termini.

Da dove può essere venuto questo interesse? Io penso in primis, che, proprio da questa diffusa perdita di speranza di futuro che, ad ogni “reale” e “appena credibile” stormir di fronda,  si ridesta l’attenzione. Ed è un buon segno, significa che latente continua ad esserci una coscienza civile e politica nel nostro popolo, uso volutamente questo termine, per indicare una identità ed un patrimonio storico e politico che comunque abbiamo, che può ancora essere recuperato e cui si può parlare con gli argomenti e con i fatti giusti.

Il secondo motivo credo che sia proprio l’uomo Cucinelli. Un imprenditore di successo. Ma un imprenditore anche che tratta la qualità, il made in Italy, l’impresa responsabile, il coinvolgimento e la valorizzazione del lavoro e dei lavoratori. Non è così? Bene io lo spero comunque.

Il terzo fattore è sicuramente la crisi di questa area. Drammatica dal punto di vista proprio economico ed occupazionale. Ma anche dal punto di vista politico. Nel senso di una zona che tradizionalmente ha affidato le sue sorti ai partiti della sinistra nelle sue varie evoluzioni, a cominciare dal PCI,  e che vive drammaticamente il fallimento o comunque un profilo molto basso dei risultati di questa esperienza.  Ma che comunque continua a credere che le cose possano, con l’azione comunitaria o collettiva, secondo i gusti, con l’impegno e soprattutto con il progetto, politico e democratico, l’idea giusta , le persone giuste, le cose possano appunto cambiare.

Fin qui la riflessione sull’interesse suscitato.

Poi ci sono i contenuti ed il dibattito, che anche sulle nostra pagine si è avviato su questi.

“Cucinelli è un imprenditore danaroso!” “dobbiamo fare riferimento alla libertà, alla coscienza ed alla Costituzione” “ vuole candidarsi” è stato detto e scritto.

“Dove è l’incompatibilità tra coscienza e libertà e il contributo di un imprenditore se, oltre che ad essere “danaroso”, paga le giuste tasse, crea, mantiene e valorizza il lavoro, se progetto e realizzazione sono corretti?” ho risposto ad un nostro lettore. E qui si aprirebbe lo sterminato campo di discussione con chi a sinistra a confuso l’ideologia, con i valori.

“Se progetto e realizzazione sono corretti”, e qui sta il punto. Questa è una zona senza progetto innanzitutto, progetto economico ed imprenditoriale in senso lato e progetto politico o diciamo “di sistema e di risorse” come modello di realizzazione. Se qualcuno ti da’ una mano, va rifiutata? Se qualcuno che è riuscito a realizzare qualcosa di significativo ti chiede un confronto e indica temi interessanti va rifiutato? E anche se qualcuno ti si offre come rappresentante, cosa sinora non fatta, ma perché cosa ci sarebbe di male? Meglio farsi rappresentare a Perugia o a Roma o meglio ancora a Bruxelles, da un Agostini, da un Bottini, o da un Leonelli come hanno fatto i nostri cosiddetti dirigenti locali sinora?

Se progetti e contenuti sono corretti dicevamo. Bene dall’incontro sono venute fuori alcune indicazioni di lavoro, con un importante appuntamento diciamo di “massa” come si diceva una volta, a primavera. Si tratta di andare in fondo, far mettere a tutti le carte in tavola, ragionare, discutere, confrontare, valutare. Dove è il problema? A quale altro grande impegno programmatico in corso si toglierebbe tempo ed attenzione? Su siamo seri per favore!

Un ultima cosa. I contenuti. E’ stato detto, partiamo dalle piccole cose, partiamo soprattutto da quelle che non costano o costano poco. Facciamo decenti i bagni pubblici, e stato detto come esempio paradossale ma nemmeno tanto, difendiamo le bellezza straordinaria che la nostra zona possiede in misura eccezionale, impediamo gli scempi che si possono evitare, come, ed è stato detto nome e cognome di fronte ai responsabili pubblici di ciò , l’Obi e l’Ikea, con i loro marchi e colori che non tengono conto minimante del contesto in cui vengono ad operare, che può fare della bellezza la sua materia prima. E ad Ellere il contesto è già dire qualcosa che sta nel mondo dei sogni ormai. A me basterebbe, per cominciare,  qualche provvedimento su queste cose.

Per cui, per tornare al titolo, il tema non è Cucinelli si o Cucinelli no. Il tema è “proviamo a darci, nella situazione attuale e non in quella sognata, un futuro, oppure no?”.  Con i contenuti veri o non quelli di comodo, di una normale manutenzione dell’esistente? Con i contenuti necessari oggi. E poi con quali uomini e quali donne? Con i polli di un allevamento ormai scadente e scaduto o con qualche persona vera? Senza lasciare ai posteri l’ardua sentenza, ma provando a trovarla da soli. E velocemente, perché il mondo fugge.

Gianni Fanfano

corrierepievese@gmail.com