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Fanfano “ 10 anni di Corriere Pievese. Tanta acqua è passata sotto i ponti”

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Si, sono solo 10 anni. Ma tanta acqua è passata sotto i ponto. 10 anni ma in realtà è circa un secolo dei vecchi tempi. Io ero appena entrato su facebook. Mi riproponevo di provare twitter. Instragram, telegram, tik tok e compagnia smanettante erano ancora nei progetti dei nuovi padroni del mondo della comunicazione. C’era ancora chi provava a fare uso della carta e della stampa. Siti web e portali erano al massimo della potenza e del prestigio. Ora sono ridotti al 20% degli ingressi diretti.

L’idea di Fausto Scricciolo che sposai subito era rivoluzionaria. La Pieve ed i pievesi tutti potevano leggersi, parlarsi e veder parlare di loro. Potevano entrare e restare nella storia. Io da inguaribile patito del meglio, pensai che si poteva utilizzare anche questo strumento per provare a migliorare le cose nostre. Migliorare la Pieve e queste nostre zone dimenticate. Venivo da due tentativi di liste civiche contro destra e sinistra, nel 1999 e nel 2004, che allora raccolsero appena il 20% circa dei consensi.

Quando Fausto Scricciolo decise di partecipare alle primarie del centro sinistra, vincendole, diventando sindaco  e lasciò il giornale decisi subito un cambiamento. Città della Pieve da sola, nei processi  contemporanei non va da nessuna parte. Dovevamo allargare il territorio di interesse. Anche se negli anni della Regione Umbria, dal 1970 ad oggi, con la politica di zona  la Pieve ne ha buscate. Bisognava semplicemente pensare ad un territorio diverso e provare a non buscarne. Per questo abbiamo cominciato ad includere nei nostri articoli quello che una volta era il comprensorio del Trasimeno, la Toscana confinante e l’alto orvietano. E abbiamo cominciato a mettere a fuoco le scelte di Enti fondamentali come la Regione. In una parola abbiamo cominciato a fare quello che dovrebbe fare la politica. Sempre comunque distinguendo le posizioni del giornale rigorosamente aperto a tutti,  dagli interventi personali. Non è stato mai rifiutato un intervento, una intervista o un comunicato stampa. E poi tanta storia locale, tanta ricerca di identità, tante radici. Tante figure che hanno “fatto” queste terre. E tanta ricerca di nuove ali. Elementi di sistema nel mondo produttivo e turistico. I collegamenti come asset strategico. Viabilità e ferrovia. Il minimo indicato in Costituzione per i servizi sanitari. Gli impegni presi e le cose fatte dalla politica  locale e  regionale. E un occhio particolare allo sport, a tutto, al calcio antica passione. Al nostro calcio, locale, quello ancora guardabile. Agli “albicelesti” che “facevano scuola agli argentini”

Ma nel frattempo come ricordavo all’inizio, il mondo della comunicazione è stato stravolto rispetto anche a quello in cui nasceva 10 anni fa il Corriere Pievese. Soprattutto con lo sviluppo di facebook ogni associazione, ogni residuo partito, ogni gruppo si è dato una sua pagina diretta di comunicazione, ogni persona con qualche idea o senza idee può farlo sapere a tutti. Anche se non resterà con il tempo granché  di quello che si è scritto, nell’immediato da la sensazione di protagonismo.

Come Corriere Pievese, abbiamo incominciato quindi a scegliere, a “capare”  le notizie  con un certo valore da altre. E siccome la testata “Corriere Pievese” anche se parlava della zona, dava una certa connotazione locale, su invito di alcuni amici abbiamo provato a lanciare anche un giornale fratello come l’Ora del Trasimeno”. Per essere più di area. Ma l’esperimento pur continuando non ha dato il successo sperato. Tutte le testate regionali alla forsennata ricerca di pubblicità ormai pubblicano in pagine e paginette locali. Ma soprattutto l’esperienza tentata inizialmente con alcuni amici giornalisti, ha risentito subito della loro collocazione professionale, essendo quasi tutti addetti stampa di istituzioni. Istituzioni oggi tutte intente a propagandare le loro iniziative, e del tutto assenti sul pian del confronto e del dibattito anche al loro interno.

Detto tutto ciò, da quando abbiamo installato il contatore, escluso il primo anno che ha avuto dati vertiginosi, in 9 anni 1,5 milioni di pagine lette e 1 milione di lettori, compresi circa tre mesi di black out, dovuti a due attacchi di hacker che hanno bersagliato il giornale in modo mirato in tempi diversi, possono essere considerati dei buoni risultati, come contatti, per questa creatura che abbiamo chiamato Corriere Pievese. Nessuna ricerca di pubblicità escluso il contributo storico di Banca Centro Toscana Umbria, che copre le spese burocratiche di gestione. Nessuna concessione agli amanti del sangue e di certa cronaca nera. Abbiamo trattato a male parole chi ci chiedeva notizie di omicidi e suicidi. Solo un giornale, sui generis,  che quando il civismo non lo conosceva nessuno ho definito “Giornale Civico”. Ed una soddisfazione. E’ vero il record delle letture spetta ancora alla notizia di una macchina rimasta incastrata in un vicolo. Ma una volta aperto il sipario un fatto importante della politica locale può avere migliaia di letture.

Ma ora tutto questo non basta più. Almeno per me. Il tempo stringe, Il tempo stringe per Città della Pieve. Il tempo stringe per i paesi della zona. Viviamo tempi eccezionali per la costruzione di un futuro possibile per queste nostre zone “interne”, per questa Italia di Mezzo che non è mai diventata “questione nazionale” come lo sono quella settentrionale per motu proprio e  quella meridionale per i soldi di tutti gli italiani. Il tempo stringe anche per me.

Serve cambiare passo. Il Corriere Pievese è aperto a tutte le collaborazioni e gli impegni di amici e persone serie che volessero farsi avanti. A cominciare da un rientro che ho auspicato del suo fondatore Fausto Scricciolo. Ma fino e che il timone del giornale resterà in mano mia penso a qualche accellerata.  Meno bacheca e più militanza. Meno canti, meno balli, meno suoni, meno eventi,  ma più ciccia. Più cose che contano, più cose che restano e crescono, più sostanza. Meno cose di altri e più cose nostre. Più cose che vengono da lontano ma che stravolgono le cose nostre, senza che a volte nemmeno capiamo cosa è successo.

Ora ci attende, alla Pieve, l’agosto del Palio, negli altri centri arriveranno i vari eventi estivi e la  gente in molti casi andrà  in ferie e vorrà staccare.  Ma a settembre dovremo darci una svegliata. Fra meno di un anno, questi nostri paesi della zona , meno Chiusi e Passignano andranno alle elezioni comunali. E saranno elezioni comunali che varranno il doppio se non il triplo del normale, delle elezioni di un tempo. La metà dei cittadini non va più a votare perché non crede più a questa politica e a questi partiti. Con molte ragioni. Ma una regolata ce la dovremo dare. Perché fare gli spettatori è un mestiere che a quanto pare, per come si sono messe le cose, non risolve granché.

Il Corriere Pievese nei prossimi mesi proverà a dare una mano a capire cosa ci serve e cosa provare a fare. Sentendo tutti. Guardando anche oltre la cima del Cetona e di Montarale. Obbiettivo minimo. Obbiettivo immane.

Gianni Fanfano