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Elezioni 2018. Ma qualcuno nella “ Quarta Città dell’ Umbria” ci sta lavorando?

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Qualcuno nel corso della costituzione della “Unione dei Comuni del Trasimeno”, per sottolineare l’importanza dell’avvenimento ha parlato che si trattava di un passo importante verso la costruzione della “quarta città dell’Umbria”. In effetti la somma degli abitanti porterebbe a questo, se gli otto comuni fossero una sola cosa. Noi siamo tra quelli che hanno scommesso su questa possibilità. Ma vediamo i fatti. Quale potrebbe essere il primo appuntamento politico serio per provare se a questa affermazione corrisponde a qualche elemento di verità? Sicuramente le prossime elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento che si svolgeranno nella primavera del prossimo anno.

E allora vediamo come si muovono le forze politiche presenti. Vediamo se c’è qualcuno che sta lavorando davvero per dare a questa “quarta città” una rappresentanza.

Se la nostra memoria storica non ci inganna, il  Trasimeno inteso come insieme delle otto cittadine che compongono la neonata Unione ha avuto nella sua storia repubblicana soltanto due parlamentari. Il primo fu Arduino Fora, figura storica del socialismo umbro, nato a Città della Pieve, che fu eletto nella prima legislatura dopo la costituzione della repubblica, nelle fila del PSI. Il secondo sempre nel PSI è stato Giuliano Cellini, magionese, negli anni ottanta, che fu anche vice presidente del Comprensorio del Trasimeno e segretario regionale, vicino a Manca.

Questi dati già la dicono lunga sulla emarginazione e sullo scarso peso politico di questa zona. In particolare all’interno di quei partiti, PCI e PSI prima e tutti gli altri eredi poi che hanno storicamente goduto del maggior numero di consensi elettorali.

Se anche si allarga l’esame dei rappresentanti di questa zona in consiglio regionale dalla sua fondazione ad oggi, la situazione , date le proporzioni migliora leggermente ma non può certo far fare salti di gioia.

Sono stati sei i consiglieri regionali in quasi cinquanta anni. (Panettoni, Bartolini, Donati, Gobbini, Ronca, Tomassoni). Con una brevissima esperienza di Giampaolo Bartolini come assessore a fine anni ottanta. Edorado Gobbini che nel suo secondo mandato fu eletto con il maggior numero di preferenze,  non ebbe nemmeno la presidenza di una commissione regionale. Per non parlare dello scarso numero di dirigenti presenti a livello dei numerosi Enti pubblici.

Da due legislature nessun cittadino di queste zone siede in consiglio regionale. E’ un problema di scarso quoziente intellettuale diffuso? Se ci fossero prove e dati scientifici a riguardo ce ne potremmo fare una ragione. Scarsa attenzione e considerazione delle direzioni regionali può essere una spiegazione. Ma non basta. C’è stata, sempre e credo purtroppo sia presente anche oggi, una forte tendenza locale alla divisione. Una incapacità ricorrente nelle diverse epoche e fasi a non fare gioco di squadra da parte dei diversi protagonisti locali.

Ora c’è questo appuntamento, nella prossima primavera.  Il segretario regionale del PD Leonelli, cui ci eravamo rivolti, qualche settimana fa, elencando le sue “attenzioni” e definendoci in malafede ci rispose che nella sua segreteria regionale ci sono tre rappresentanti del Trasimeno. Ora noi non sappiamo quanti siano i membri totali di questa segreteria regionale e non sappiamo neanche quanto pesi questa segreteria regionale e quali poteri reali abbia.  Ci auguriamo comunque che anche loro facciano sentire la loro voce nella prossima occasione. Circolano notizie, infatti che ci sia già un certo movimento. Fra i parlamentari uscenti che intendono ricandidarsi, fra le diverse anime del partito. fra i diversi territori. E tutto in un contesto che la nuova legge elettorale rende molto più incerto e ingovernabile. Tra l’altro circolano sempre più insistenti le voci che danno il comprensorio del Trasimeno collocato in collegi diversi, il che non faciliterebbe certamente quell’operazione di tutela degli interessi di cui parliamo.

A che punto siamo, dunque? Il Pd dovrebbe eleggere entro questo mese il segretario comprensoriale. La risposta più forte agli errori del passato ricordati e una conseguenza logica dopo la costituzione dell’Unione dei Comuni , dovrebbe portare alla candidatura di uno dei tre sindaci delle città maggiori, Castiglione del Lago, Magione e Città della Pieve. Sarebbe un segnale forte di unione interna e di autonomia, politica e progettuale rispetto a Perugia. Di autonomia rispetto ai frequenti “tutori esterni ” che questa zona ha, di volta in volta, seguito ed appoggiato . Un segnale che direbbe “non stiamo scherzando”. Una scelta che, in un momento di grande debolezza del partito dal punto di vista organizzativo , metterebbe in campo ciò che ancora costituisce una forza, anche se discussa, cioè le istituzioni, i comuni. Un primo passo per costruire nelle condizioni migliori una proposta di candidatura alle prossime elezioni politiche, in rappresentanza della zona. Sarà così? Vedremo. La capacità della politica di questi tempi, di farsi del male è così tanta, che una smentita risulterebbe una grande sorpresa.

Poi ci sono gli altri. Grillini. Lega, Forza Italia. Sinistra radicale nelle sue diverse espressioni. Più alcune liste civiche. M5s e Lega sono attivi quasi ovunque ma sembra che ancora non hanno una struttura organizzata a livello di area. La sinistra radicale non si è ancora organizzata. Le liste civiche sono attive a Panicale e Piegaro, e a volte hanno fatto squadra. Ma come si muoveranno di fronte ad un appuntamento nazionale? Anche per loro, che meccanismi democratici verrano utilizzati? che possibilità di essere rappresentata possono offrire a questa nostra terra? Cioè come si muoverà tutto ciò che non è PD? Riusciranno a conquistare qualche spazio almeno nelle candidature? Anche qui non ci vorrà molto per avere delle risposte. Speriamo anche in questo caso che siano buone notizie. (g.f)