Home Rubriche Rassegna Stampa Eccellenze nella zona: a Piegaro Pomario fra tipicità e innovazione

Eccellenze nella zona: a Piegaro Pomario fra tipicità e innovazione

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CORRIERE DELL’UMBRIA del 14-09-2015 di Federico Sciurpa

Piegaro – Pomario fra tipicità e forza dell`innovazione così è nata la nuova cantina dell`azienda

L’inaugurazione è una festa di sapori, ma anche l’opportunità per conoscere un vino che parla. Pomario fra tipicità e forza dell’innovazione Così è nata la nuova cantina dell’azienda

E’nata la nuova cantina di Pomario. Una delle realtà emergenti del mondo del vino in Umbria si è dotata di una struttura all’avanguardia in un territorio particolarmente vocato come questo nel comune di Piegare al confine con la Toscana e che risente dell’influsso del Trasimeno e dell’Orvietano.

Un posto ad alta vocazionalità enologica con una azienda che ne è espressione autentica. La nuova cantina, che si fonde alla perfezione con l’ambiente, non rinuncia alle innovazioni più interessanti per arrivare a trasformare l’uva in un prodotto di alta qualità.

Quella della famiglia Spalletti Trivelli è d’altra parte una lunga storia di passione e competenza nel campo del vino. Un modo di operare che fa dell’attenzione ai dettagli, della pazienza e della ricerca della qualità, i suoi cavalli di battaglia. Un lavoro sempre indirizzato, in primis, a una agricoltura responsabile.

L’inaugurazione di sabato è stata una festa e allo stesso tempo un momento di conoscenza e approfondimento, con i tre vini prodotti da Pomario in primo piano. Vini abbinati a una miriade di prodotti del territorio attentamente selezionati (soprattutto tipici della nostra regione) e poi “scoperti” in una verticale. I vini sono un Sangiovese in purezza, il Sariano, da vigne con rese bassissime che si esprime in maniera molto elegante. Quindi l’Arale, un bianco da Trebbiano e Malvasia, con fermentazione in barrique e un rosé con uve Merlot e Sangiovese, il Rondirose.

Vini che parlano di Umbria e che conquistano un posto nel panorama enologico nazionale grazie alla selezione in vigna e al recupero di antiche viti: biodiversità e agricoltura bio secondo la filosofia di Giangiacomo Spalletti Trivelli e della moglie Susanna d’Inzeo che questa avventura l’hanno prima sognata, poi creata, quindi “avverata” partendo da un casale incantato riportato a nuova vita.

Sono stati splendidi padroni di casa insieme agli enologi Maurizio Castelli e Mery Ferrara che hanno guidato la verticale dei vini dell’azienda e all’agronoma Federica De Santis.

Corriere dell?umbria del 14-09-2015 di Federico Sciurpa

corrierepievese@gmail.com