Home Argomenti Politica Crisi in Regione. Verini “I curricula siano esaminati da società indipendenti”

Crisi in Regione. Verini “I curricula siano esaminati da società indipendenti”

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Dal Corriere dell’Umbria

Onorevole Verini, non ha commentato il terremoto delle nomine in Sanità, sfociato nelle dimissioni di Barberini. Perché? Quale opinione ha?

“Perché nel dare giudizi su cose che non si sono seguite direttamente fa rischiare la banalità e la superficialità. Tipo “hanno perso tutti”, “hanno perso tutto il Pd e la politica”. E’ vero, ma limitarsi a questo è quasi comodo…”

Che intende dire?

“Che è facile. Invece bisogna cambiare radicalmente terreno e schema di gioco . Premetto una cosa: conosco da tempo alcuni dei dirigenti nominati e di loro mi fido, sia professionalmente che personalmente. Se la sanità umbra (che pure ha molti problemi che i cittadini conoscono e che non vanno nascosti) offre standard elevati, superiori a quelli di tanta parte del Paese, è anche di chi ha diretto Asl e Aziende. Non c’è dubbio. Cosi come capisco anche il tema posto di far ruotare esperienze. Ma non spetta alla politica decidere nomine, litigando anche nottetempo. Si da l’impressione di uno scontro per il potere, per posizionarsi meglio occupando caselle. Questa è l’impressione che si è avuta, anche se sono certo che tutti i mèmbri della giunta sostenevano posizioni pensando ognuno al modo migliore per governare la sanità”.

Come cambiare schema di gioco?

“Glielo dico subito. Parliamo di sanità, ma il discorso può allargarsi ad altri ambiti nei quali è richiesta – nella gestione competenza e non fedeltà politico-partitica. La politica ha l’obbligo di fissare gli obiettivi e di controllare i risultati, guai se abdicasse a questo. Ma negli ambiti di gestione tecnica, deve fare un passo indietro. I curricula debbono essere esaminati da società indipendenti di cacciatori di teste, che in genere li leggono senza conoscere i nomi. E la scelta deve avvenire sulla base delle indicazioni e non di altri criteri. I “nominati” con questi criteri – extrapartitici – risponderanno solo agli obiettivi fissati e non a protettori di vario genere. La loro designazione sarà avvenuta su base rigorosamente professionale, premiando il merito. Saranno a loro volta portati a scegliere in autonomia – che so – primari, aiuto, capi-dipartimento – sulla base di analoghi criteri e non, come accade in tutta Italia, “consultandosi” con i dante causa-..E se non raggiungono gli obiettivi, si cambiano”.

Lei la fa facile, ma la legge è questa. E spetta a presidenti e giunte nominare.

“Certo, ma lo si può fare – come dicevo – nominando dopo selezioni rigorosissime da parte di soggetti terzi. E’ un problema di volontà. E magari di anticipare perfino provvedimenti m itinere da parte del Governo. Oppure ispirandosi a proposte di legge che nascono da dentro il Pd, come quella di Morassut, che ho firmato anch’io, e che prevedono dal livello nazionale in giù questi criteri. Ma devo dire di non vedere tanta spinta in questa direzione da parte un pò di tutti, eccezion fatta per noi presentatori del provvedimento. Ma nulla vieta, anzi sarebbe importante, che dall’Umbria parta qualcosa di veramente innovativo. Il problema non è fare una sola Asi con otto direzioni, se non cambiano i metodi di nomina. Ma ci vuole coraggio politico e…disarmo multilaterale”.

Quindi lei vede una guerra, se parla di disarmo?

E’ in atto uno scontro, che stavolta ha riguardato il terreno della sanità, domani – se non cambia la logica – riguarderà altre cose. Non mi convince una rappacificazione su questo terreno. E non si pensi che sia solo un problema umbro. Queste logiche dominano in tutta Italia, in tutti i partiti. E anche nel Pd. La sfida è quella di una Politica che provi a ritrovare se stessa su un terreno diverso, dove la competizione avvenga essenzialmente sulle idee, sui programmi. Spero proprio che l’allarme rosso serva a questo e che dall’Umbria parta qualcosa di veramente nuovo”.