Brutte notizie da Rona. Il Consiglio di Stato presieduto dall’ex ministro berlusconiano Franco Frattini ha dato ragione alla Regione Umbria ed al suo strumento operativo la ASL, accogliendo il loro ricorso contro il TAR dell’Umbria, il Comune di Montegabbione, il Comitato per la Salute di Città della Pieve e il Comune di Città della Pieve. Niente pronto soccorso a Città della Pieve e nelle aree interne e svantaggiate come previsto dalle leggi nazionali vigenti in materia di organizzazione sanitaria e ospedaliera.
Leggeremo nel dettaglio le motivazioni e cercheremo di capire quali sono state le argomentazioni che hanno prevalso contro la legge ed a favore della discutibile e discussa politica sanitaria umbra.
Ora la parola torna alla politica ed ai cittadini.
Queste le parole finali della sentenza.
“… Per questi motivi, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sugli appelli, come in epigrafe proposti: – respinge l’appello incidentale del Comitato per il diritto alla salute – Articolo 32 Costituzione; – dichiara inammissibile l’intervento in appello del Comune di Città della Pieve; – accoglie gli appelli della Azienda USL Umbria n. 1 e della Regione Umbria e, per l’effetto, in riforma della sentenza appellata, respinge le censure dedotte con il ricorso di primo grado nei confronti della chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Città della Pieve; – dichiara in parte inammissibile ed in parte respinge, nei sensi indicati in motivazione, l’appello incidentale del Comune di Montegabbione. Spese del doppio grado di giudizio compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 26 luglio 2018 con l’intervento dei magistrati: Franco Frattini, Presidente; Umberto Realfonzo, Consigliere; Pierfrancesco Ungari, Consigliere, Estensore; Stefania Santoleri; Consigliere; Giulia Ferrari, Consigliere”.