(riceviamo e pubblichiamo) Il “turismo” è un “qualcosa” di molto complesso.
E quando sento usare espressioni del tipo “ci vogliono più turisti” o “bisogna puntare sul turismo” mi chiedo se chi le pronuncia sappia effettivamente di cosa stia parlando.
La seconda affermazione che mi lascia perplesso, anzi esterrefatto, è la cantilena che poi si accompagna ad ogni tentativo di proposta innovativa: “non ci sono i soldi”.
Il combinato disposto di queste due circostanze, nell’azione pratica, partorisce mostri, anche a Città della Pieve.
Parto quindi dalla prima questione.
Quello che,
con una semplificazione, viene infatti nel linguaggio corrente chiamato
“turismo” oggi è un concetto che ha assunto un significato ben più impegnativo
rispetto a ciò che viene comunemente inteso con la parola “turismo”.
Nel turismo moderno, infatti, il visitatore non va semplicemente a visitare una
destinazione: oggi il turista vuol essere ospite accolto di una comunità e del
suo territorio, vuole incontrare persone vere con le quali poter condividere
un’esperienza, partecipare attivamente ed in prima persona alle attività
locali, condividendo con i residenti momenti di vita quotidiana, andando a
scavare nelle tradizioni, negli usi e nei costumi locali.
Cosa
comprano realmente i nostri ospiti? Il nostro territorio.
E’ dunque il territorio, nella sua più profonda identità, il prodotto da
“vendersi” al Turista – Ospite.
Il turista è alla ricerca del Genius Loci e se durante il viaggio non soddisfa questo suo bisogno, la visita che egli avrà fatto non lascerà in lui quei ricordi positivi che lo spingeranno a raccontare, a fare passaparola ed a ritornare nei luoghi visitati.
Nella
scelta di una destinazione, dunque, la domanda non è più solo “dove voglio
andare? ma “quale esperienza voglio vivere?”.
Come detto oggi le persone sono alla ricerca di destinazioni interessanti che
possano arricchire il loro vissuto, per questo attraverso il proprio brand,
ogni territorio deve saper comunicare quale valore aggiunto può offrire ai
propri ospiti, quel qualcosa in più che lo rende unico ed effettivamente
diverso dagli altri.
Ecco dunque che diventa indispensabile saper raccontare il proprio territorio attraverso una corretta narrazione: la storia, le immagini, le atmosfere e le suggestioni da trasmettere utilizzando sapientemente le attuali tecniche narrative dello storytelling turistico, per comunicare in modo efficace l’identità e l’autenticità di un luogo, coinvolgendo in prima persona gli ospiti, rendendoli partecipi di una comunità.
In Italia sono moltissime le piccole realtà locali che stanno cercando, attraverso la riqualificazione del territorio di trasformarsi in vere e proprie destinazioni turistiche, puntando sulla valorizzazione della propria identità locale e sulle eccellenze del territorio.
La seconda
questione è quella dei soldi.
Quanti ne servono per organizzare un programma di promozione turistica degno di
questo nome?
Una somma
compresa tra gli 80 ed i 100 mila Euro all’anno.
Che è poi quella che si spende mediamente a Città della Pieve. Ebbene, i soldi
ci sono e come.
La domanda a cui, dunque, occorre dare urgente risposta è la seguente: c’è la seria intenzione di dare avvio ad una rivoluzione del turismo a Città della Pieve?
Lorenzo Berna
Direttore Generale
Città della Pieve Promotion