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Castiglione. Civici Per e Italia Viva a Pd e Progetto Democratico “Sanità. Ma dove eravate?”

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(c.s) “MEGLIO TARDI CHE MAI?”. Quando le dinamiche  sociali erano più lente questo slogan veniva spesso citato, ora che informazione e  comunicazione viaggiano in tempo reale arrivare tardi vuol dire avere perso.

Dopo oltre due anni che si discute di sanità, dei lavori infiniti dell’ospedale e della gru che sovrasta il centro storico di Castiglione del Lago,   della precarietà dei servizi sanitari  del Trasimeno, le forze politiche di maggioranza, Partito Democratico e l’associazione Progetto Democratico, con l’avallo del Sindaco, si sono svegliati dal torpore.

Progetto democratico promuove un incontro/confronto con la cittadinanza su una ovvietà “sanità pubblica – un bene comune da difendere”  “ e la sua necessaria e ineludibile vocazione pubblica e universalista”.

Il Partito Democratico  “denuncia il progressivo smantellamento dei servizi sanitari e sociali pubblici”.

 Ma dove eravate quando abbiamo organizzato iniziative criticando il riassetto della sanità  deliberato dalla Giunta regionale, così come hanno fatto le organizzazioni sindacali? E gli impegni dei sindaci annunciati davanti a centinaia di persone? La richiesta di dedicare un consiglio comunale ad hoc con la presenza dell’assessore regionale alla sanità mai convocato?

Siete rimasti in silenzio quando gran parte dei territori dell’Umbria si mobilitavano unitariamente a livello istituzionale e sociale.

Riteniamo sig. Sindaco che Lei abbia il dovere di precisare la sua posizione, e chiarire le rassicurazioni che in varie occasioni ha dato sulla fine dei lavori e sul ruolo territoriale del nostro ospedale.

Lei sig. Sindaco non può disconoscere che le forze politiche che da decenni governano l’amministrazione comunale di C.Lago hanno prima abboccato al bluff delle precedenti giunte regionali, che avevano garantito la nascita anche in quest’area ovest della regione di una moderna ed efficiente struttura ospedaliera, senza promuovere una forte denuncia popolare quando il progetto è stato vanificato, ed ora con i  vostri ritardi e passività avete di fatto agevolato un riassetto  dei servizi sanitari  che penalizza più di altre realtà il nostro territorio.

Sono in atto processi sociali ed economici che determineranno il futuro dei territori, sviluppo o marginalità. La sanità, che consuma l’80% del bilancio regionale, è uno dei fattori che inciderà notevolmente sul progresso o regresso di una comunità. Sarebbe pertanto necessario unire tutte le forze sociali e politiche per incidere sul progetto di riorganizzazione dei  servizi.

Invece anche in questa storica occasione la maggioranza politica del Trasimeno che si richiama ai valori della sinistra è divisa, ognuno per proprio conto, continuando così ad essere succubi di un  centralismo  regionale che, essendo vuoto di proposte innovative e coraggiose, penalizza le risorse umane e culturali dei territori.

Per affrontare in modo serio la questione sanità bisogna innanzitutto avere il coraggio di denunciare che le regioni hanno fallito nella gestione del sistema sanitario. Dopo una prima fase positiva nella quale sono stati costruiti nuove e moderne strutture ospedaliere e distretti territoriali, meno che al Trasimeno, negli ultimi 25 anni la politica ha fallito nella razionalizzazione dei servizi e nella specializzazione. La spesa è notevolmente aumentata ma i servizi sono peggiorati, generando una crisi di sfiducia che ha favorito una consistente crescita della sanità privata.

Non è vero che il deficit del comparto sanitario delle regioni è da imputare tutto alla crisi pandemica.  Ben prima della pandemia il livello dei servizi sanitari si differenziava da regione a regione, ed a pari deficit si riscontravano servizi più o meno efficienti.

La questione era e resta politica, tant’è che la sanità in alcune regioni è stata commissariata, perché si è riscontrato che la politica non aveva la capacità di razionalizzare il sistema.

A titolo indicativo un esempio. In Umbria la governance sanitaria è garantita da 2 USL, con direzioni quindi separate, nelle provincie di Arezzo Siena e Grosseto, stessi abitanti, 1 direzione sanitaria unica.

Bisogna prendere atto della situazione sanità che si è determinata nel Trasimeno, delle responsabilità da attribuire alle maggioranze politiche che hanno governato ieri  Regione e  comuni, ai limiti ed alla confusione che  contraddistingue la gestione attuale della giunta regionale.

Bisogna poi liberarsi da concezioni demagogiche, considerare la sanità privata un male una realtà da ostacolare, ed utopistiche, pretendere nei territori servizi che non possono essere garantiti.

Le forze politiche responsabili  dovrebbero aprire unitariamente un confronto  con la società castiglionese e con le altre comunità del Trasimeno sui seguenti temi.

  • Valutare la richiesta di commissariamento della gestione sanitaria in Umbria;
  • Stabilire e definire una volta per tutte l’utilizzo della struttura ospedaliera e la localizzazione della sede del distretto. E’ inutile richiamare gli impegni assunti negli anni precedenti, la giunta regionale è sotto pressione da tutti i territori e non da risposte ma solo generiche promesse. Bisogna elaborare una nostra proposta innovativa e realistica;
  • Denunciare la situazione del Silvestrini, struttura intasata a fronte di altre sottoutilizzate. Non si possono tollerare risposte che prevedono interventi non urgenti dopo anni o molti mesi;
  • Sanità pubblica e privata sinergiche. Convenzioni stabili che prevedono un ruolo di coordinamento e controllo del pubblico superando l’attuale sistema che assegna alle strutture private un fondo mensile che in pochi giorni si esaurisce. Una seria politica di prevenzione, che prevede esami diagnostici annuali, con l’invecchiamento della popolazione e l’introduzione di nuove tecnologie esplorative non può essere garantita solo con il pubblico escludendo l’intervento della gestione privata.
  • Pretendere una convenzione stabile con la Toscana prendendo atto che i cittadini del Trasimeno ovest utilizzano sempre più i presidi ospedalieri di Arezzo e Nottola.

Iniziative generiche, posizioni ideologiche, richieste utopistiche, non servono. Sono destinate al nulla perché i cittadini vogliono proposte concrete, consapevoli che soltanto una concreta politica riformista può garantire la trasformazione ed il rilancio di una sanità che ormai non garantisce più la salute ed il benessere della comunità.

CIVICI  X

ITALIA  VIVA