dal CORRIERE DELL’UMBRIA del 04-07-2015
Intervista a Giordana Benazzi – “L`idea è interessante ma il periodo storico non è ben scelto”
di Anna Lia Sabelli Fioretti
Braccio o non Braccio? L’impegno e i soldi per la rievocazione del 2016 sarebbero tanti per cui la città continua a chiedersi se la scelta del Comune di realizzare una “tre giorni” a largo raggio, con tanto di corteo in costume d’epoca ma anche con tornei tra i cinque rioni e mercatini di artigianato ed enogastromici sia la scelta migliore per il capoluogo che per tanti anni ne ha fatto tranquillamente a meno.
Giordana Benazzi, ex soprintendente, fa parte del comitato scientifico-storico che se ne occuperà. Nonostante questo anche lei non è del tutto convinta. “Sono partita con grande entusiasmo per questa idea dell’assessore Severini – spiega – però secondo me rischia di prendere una piega non giusta. Io non sono perugina ma vivo a Perugia da 35 anni. Mia figlia da piccola mi diceva: “Mamma guarda che cosa strana, in tutta l’Umbria ci sono tante belle rievocazioni, la Quintana, II Calendimaggio, le Gaite, e invece a Perugia non c’è nulla. Sembra che la gente sia distaccata dal proprio passato” e questo le dispiaceva molto. Debbo dire che anche io ho sempre pensato che Perugia, diventata un po’ la ‘signora’ della regione, avesse un po’ tradito quel sano uso, certamente un po’ popolare, di ricordare il proprio passato. Quindi quando è partito il progetto di una rievocazione storica ho aderito con grande passione”.
Poi cosa è successo?
Avevo proposto di indirizzarci su quello che era stato il momento più civico, l’origine del Comune, il Duecento. In particolare la rievocazione della Fontana Maggiore, come era nata, cosa significava. Poi invece ha prevalso il tempo di Braccio Fortebraccio.
Che a lei non piaceva?
Si andava verso la rievocazione di un’epoca non splendida perché è stata un’epoca tormentata, di contrasti all’interno della città, di lotte fratricide. Sia pure fosse una figura vagheggiata in fin dei conti Braccio era un tiranno, e poi fa una brutta fine precocemente. Il legame con Perugia è scarno, sottile. Questa è stata la prima cosa che mi ha un po’ deluso.
E la seconda?
Mi pare che stia prendendo la piega di scadere in una rievocazione un po’ troppo malsana, non all’altezza del senso civico della città. Io temo questo anche se rimango favorevole all’idea.
I lati positivi?
Rinvigorirebbe l’associazionismo dei rioni. Si rivela una buona occasione per rivitalizzare zone che erano andate un po’ in malora.
Mettendo i borghi l’uno contro l’altro, con i tornei storici agonistici, non si corre il rischio di accrescere la contrapposizione?
Certo, si deve vedere se lo spirito competitivo può essere positivo oppure nuocere. Insomma, come vede, io sono un po’ di qua e un po’ di là. La cosa è ormai avviata e io mi sono ritagliata all’interno dell’iniziativa un ruolo più culturale, tant’è che si pensava di fare prima, già in ottobre, una sorta di piccolo convegno dove chiedere ad alcuni storici, antropologi, studiosi del costume di spiegare le ragioni dell’iniziativa. Io ho detto all’assessore, anche con una certa chiarezza, che non mi piacciono alcuni aspetti. Vediamo nel corso di quella giornata di capire se dal punto di vista culturale e storico ci siano abbastanza motivazioni per andare avanti. E’ un grosso impegno e anche una grossa spesa, per cui io capisco quelli che dicono: stiamoci attenti di questi tempi a imbarcarci in eventi troppo costosi. Non sono una sostenitrice a tutti i costi. Trovo abbastanza bello che Perugia e i suoi cittadini abbiano un momento di riconoscimento di se stessi in un episodio storico, perché secondo me la gente conosce troppo poco la storia del luogo in cui vive. Sono favorevole però a una rievocazione diversa. Avevo proposto la ‘Pietra della Giustizia’, un documento di pietra che sta attaccata sotto la loggia di Braccio che parla di un momento in cui Perugia ha raggiunto degli obiettivi
, ha pagato i suoi debiti. Io avrei voluto celebrare di più un momento di questo tipo. Con una visione più positiva della vita civica, meno guerresca.
Per quanto riguarda la rievocazione della sassaiola, evento cruento da dimenticare, quale è la sua posizione?
E’ una rievocazione a rischio, pur realizzata con metodi ‘teatrali’. Perché anche se si useranno pietre di gomma piuma poi ai bambini andrà spiegato di cosa si trattava. E non è bello.