Cose scritte fra noi. Bianconi “Venere nel bosco”

by Gianni Fanfano

Cose scritte tra noi” vuole essere uno spazio per quanti scrivono, a vario titolo, di sé, della nostra terra, della sua storia, della sua vita.

Venere nel bosco

Passeggio di sera per le vie di Solomeo. Non spira vento nella parte del paese volta verso Perugia, ma appena mi affaccio sull’elegante piazzetta dove si svolgono spettacoli un’aria fastidiosa corre, venendo dal lago e dal monte Malbe. Il colle boscoso cui si appoggia il borgo ha vecchie storie da raccontare o leggende.

Molti anni fa un paesano mi disse che la collina era appartenuta, villa annessa, ad un agiato possidente di Roma, cui piaceva invitare amici ed amiche, che arrivavano con lussuose auto, poste poi in sosta sulla stessa piazzetta, allora coperta di ghiaia. Attorno ad essa le case erano misere ed abitate da contadini che avevano lasciato la campagna ed erano diventati operai nelle fabbriche da poco sorte nella vicina Ellera. La vita era grama per i più e l’uomo mi raccontò che ragazzi del paese succhiavano furtivamente benzina da quelle auto, per rimetterla nei serbatoi a secco di moto e macchine malandate.

Mi raccontò che una famosa attrice del cinema italiano di prima mattina amava correre nuda sui sentieri ombrosi del parco. Trasalii. Nel prosieguo Tacito narrò che, poco discosta dal parco , c’era una grande casa, anch’essa di proprietà del medesimo romano. Al piano terra si apriva una grande cantina , con botti enormi, tutte ben allineate. Erano i tempi degli arrivi all’Università per Stranieri delle bionde ragazze del nord Europa. Le più belle erano invitate a Solomeo a gustare del buon vino e dopo le bevute si spogliavano completamente e come baccanti correvano tra le botti e vi salivano sopra . Sornioni, l’ ospite e gli accoliti aspettavano che si intontissero del tutto e si concedessero al piacere dei sensi. Nell’ascoltare tali resoconti da una persona di pochi studi e di molta fatica nei campi mi sentivo imbranato come una recluta.

Avevo abitato a Ponte Felcino, paese all’avanguardia, aveva un’ importante industria, un bel cinema e la più bella sala da ballo della periferia di Perugia. Ma simili manifestazioni di lussuria nel mio paese non erano mai avvenute oppure non ne avevo mai sentito parlare . Mai che fosse trapelata notizia di orge nell’ austera villa Bonucci o di un’attrice di grido nuda e saltellante tra i pioppi lungo il Tevere. Rimasi alquanto di stucco e giunsi a ritenere il paese natio segretamente votato al calvinismo. Ma guarda un po’ ‘sto Solomeo, pensai, quattro case…

Ora il paese è tanto diverso da allora, è lindo, lustro , fiesolano e rinascimentale, come il notissimo industriale ha voluto che fosse. Ma il Rinascimento già da molto tempo ha permeato Solomeo. Voglio immaginare che la bella che correva nel bosco non era nuda, ma vestiva trecce di fiori e che Botticelli era lì a ritrarla. Sogno di una sera di mezza estate.

Massimo Bianconi 

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