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Alta velocità: la carica dei 400 mila!

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Come previsto, data l’attesa per l’argomento il Mascagni aveva una platea gremita e i palchi quasi esauriti. Ad introdurre è stato chiamato il direttore del Corriere della Sera edizione della toscana. Alla presidenza il sindaco di Chiusi Scaramelli, l’assessore Lanari, il sindaco di Montepulciano Rossi che è anche il presidente dell’unione di comuni e il presidente della provincia di Siena Nepi. Forse la presenza di qualche rappresentante della realtà umbra , non avrebbe guastato. Presenti all’iniziativa anche due consiglieri regionali dell’Umbria, Chiacchieroni presidente della Commissione Economica e Mariotti. C’erano anche il sindaco di Città della Pieve,  Fausto Scricciolo, quello di Orvieto Germani e Fabro Terzino. Presenti esponenti del mondo economico e delle organizzazioni professionali.

Lo ha detto Scaramelli in sala c’era  “molta Toscana e molta Umbria”, perché il progetto della realizzazione di una stazione dell’Alta velocità non riguarda solo Chiusi( o Ponticelli o Terontola) , ma l’Italia centrale. Riguarda 400 mila abitanti compresi i un raggio di 45 chilometri tra Toscana e Umbria , Valdichiana, Trasimeno Pievese, orvietano, fino all’alto Lazio. Un Centro Italia che deve riproporsi unito come territorio che vuole crescere e chiedere opportunità, senza perdere altri treni. Lo chiedono circa otto milioni di visitatori e turisti tra Umbria e Toscana di queste aree confinanti.

La scelta spetta alle due regioni ed al governo,  ma Chiusi  e questa  zona non sono certamente inferiori ad Arezzo la candidatura alternativa di cui si parla,sicuramente non è baricentrica ed è  troppo vicina a Firenze. C’è già ed  è stata presentata nel corso della serata  un’ipotesi progettuale di uno  studio di architetti. e un’area pronta come quella dell’ex Centro Carni. Si tratta di un progetto all’avanguardia dell’ecocompatibilità fatto di vetro, legno e materiali  leggera. Una stazione sollevata a 9 metri di altezza.

Un contributo  interessante è stato portato dal presidente degli albergatori di Chianciano che ricordando come gli ultimi interventi infrastrutturali fossero fermi per quest’area al 1985 e dove senza aeroporti, la stazione sarebbe una opportuna alternativa per i flussi turistici ormai sempre più veloci e diretti.

Il sindaco di Orvieto ha detto che la proposta dell’alta velocità non è alternativa o in contrasto con il traffico regionale o con i pendolari. Si tratta di viaggiatori diversi, flussi distinti. E’ l’Etruria che torna in campo, ha detto,  quest’area di confine che si sta già attivando con i progetti per le aree interne e con i l contratto di fiume, per il Paglia. Il sindaco di Fabro, Terzino, ha detto che bisogna recuperare il tempo perso nel periodo delle vacche grasse e che l’Umbria e Perugia devono capire l’interesse che hanno in questo progetto e che l’ammodernamento dei percorsi della Pievaiola  e   della  Castiglionese diventano decisivi.

Erano presenti anche i rappresentanti del PD umbro e toscano ed il M5S di Montepulciano che ha definito la proposta una cattedrale nel deserto.

Il sindaco di Città della Pieve, Fausto Scricciolo,  nel suo intervento,  ha chiesto a nome dei sindaci del Trasimeno una rappresentanza nel tavolo tecnico che dovrà fare la scelta,  sottolineando ancora una volta come il progetto collocato nella nostra area è fondamentale per il rilancio di tutta la zona centrale.

Ora le carte sono sul tavolo ed anche le forze in campo sono schierate,  ma cosa decideranno  Roma, Perugia e Firenze? Per adesso i referenti tecnici che hanno parlato si sono espressi a favore di Arezzo. Ancora una volta  la patria di Fanfani prevarrebbe su Siena e Perugia nelle grandi infrastrutture. Stavolta con il consenso di Perugia.

Le elezioni sono alle porte, forse le  scelte slitteranno per non portare altri problemi in una situazione, almeno in Umbria affatto tranquilla.

Per entrambe le Regioni si tratterebbe  di fare una rivoluzione culturale e politica, quella cioè non solo di comprendere l’importanza di un equilibrio fra le diverse aree al loro interno, quanto quella di includere queste due aree di confine nelle possibili direttrici di comunicazione e  sviluppo regionale, interregionale e nazionale.  Direttrici di comunicazione e sviluppo che hanno sempre guardato altrove. (g.f)

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